Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

Sochi 2014, occasione persa per Rimini?

Mercoledì, 05 Febbraio 2014

9bSochi 2014, occasione persa per Rimini?

 

Alla vigilia dell'inaugurazione delle Olimpiadi invernali sorge spontaneo un interrogativo: una chance sprecata oppure un pericolo scampato per Rimini e le sue imprese ?
Come molti sanno infatti, la città russa di Sochi, che si affaccia sul Mar Nero ed è circondata dalle montagne del Caucaso, è gemellata con il Comune di Rimini sin dagli anni Settanta. Qualcuno inoltre ricorderà come, nel 2007, al momento dell'assegnazione effettiva dei giochi invernali a Sochi, una delegazione istituzionale-imprenditoriale riminese effettuò una visita in quella particolare città dal clima subtropicale, su invito delle autorità locali.


Ebbene, a quella delegazione, guidata dall'allora Sindaco Alberto Ravaioli, ebbi l'onore di partecipare anche io (pagandomi tutte le spese di viaggio e soggiorno autonomamente !) in qualità di direttore dell'Associazione Piccole Imprese, insieme all'allora vicesindaco Maurizio Melucci, al presidente di Confindustria Rimini Maurizio Focchi, al segretario della Camera di Commercio Maurizio Temeroli ed al manager di Rimini Fiera Simone Castelli.


I nostri ospiti russi ci accolsero con calore, anche alla luce di un legame storico, vero, fra le nostre due città. Per due giorni ci mostrarono con legittimo orgoglio gli enormi progetti che sarebbero stati realizzati per accogliere nella loro città un evento dell'importanza dei giochi olimpici, poi ci prospettarono  opportunità di business per le imprese di Rimini, chiedendoci espressamente di costituire una società mista italo-russa.


Tornati a casa, ci interrogammo circa le effettive potenzialità: eravamo tutti certamente impressionati dall'aver visto con i nostri occhi i progetti di sviluppo in atto a Sochi, taluni dei quali persino troppo audaci e non proprio alla portata delle aziende nostrane. Dopo aver impiegato qualche mese a superare i dubbi del caso e le piccole gelosie tra le associazioni d'impresa riminesi (alimentate anche da disinteresse, oppure non conoscenza dei temi), nel 2008 costituimmo finalmente la società "Soci 2014" Srl, con capitale ed organismi a gestione congiunta italo-russa, con l’obiettivo di esportare prodotti delle nostre aziende, facilitare investimenti in loco, trasferire know-how turistico.


Purtroppo, a tali buone intenzioni non seguirono altrettanti risultati, infatti, nel volgere di pochi mesi scoppiò la grande crisi finanziaria internazionale, che colpì direttamente alcuni imprenditori-oligarchi russi che avrebbero dovuto coordinare taluni progetti, e cadde così la filiera dei legami che sorreggeva i nostri partner locali di Sochi: nel volgere di poco tempo tutti i processi decisionali vennero accentrati su Mosca e così pure dal versante italiano, con l'attivazione dell'ICE, si ridussero gli spazi d'intervento dei singoli territori. Così, nella primavera 2010 la nostra società è poi stata chiusa senza ulteriori costi.


A corredo di questa succinta cronaca voglio dire che a mio avviso in quella specifica circostanza sono emersi alcuni limiti strutturali del "Sistema Rimini", soprattutto quelli tipici di una città di provincia, che non riesce a farsi sentire e prendere nella dovuta considerazione a livello regionale: mentre a Rimini discutevamo se nel CdA della società mista italo-russa dovessero essere rappresentati gli industriali piuttosto che gli artigiani, la Regione Marche investiva notevoli risorse, organizzando a Sochi una kermesse di grande impatto  e prestigio per presentare e  promuovere le proprie eccellenze produttive; oppure, mentre  a casa nostra c'era il solone di turno che rimproverava il Sindaco di aver fatto una gita in Russia, le Camere di Commercio del Veneto attivavano uno sportello dedicato a Sochi per le loro imprese esportatrici.  


In sintesi, la mia personale lettura a posteriori dell’intera vicenda è la seguente: avevamo visto giusto e pure in tempo e come “Sistema Rimini” avevamo predisposto una “piattaforma” per organizzare una presenza commerciale efficace, ma la risposta delle nostre imprese è stata limitata ed i nostri partner russi locali non sono rimasti ad aspettare. Sicuramente si peccava di un pizzico di presunzione, pensando che Rimini potesse con le sue imprese da sola aprire degli spazi di business importanti, ma è stato il caso di provarci, perché è pur vero che bisogna osare ! Resta inoltre impresso nella mia memoria il malcelato fastidio che il protagonismo riminese generò a livello regionale nel mondo delle associazioni delle imprese, per non parlare dell’indifferenza sul piano istituzionale.


In conclusione, il gemellaggio Rimini-Sochi affonda le radici in una dimensione comune di località balneari e di svago popolare ed evolve in un’altrettanto comune cementificazione selvaggia, tanto che il termine "riminizzazione", al cospetto di quanto avvenuto sulla costa e nelle montagne di Sochi, induce quasi al sorriso. Con la differenza finale che però mentre a Sochi soggiornava Stalin ed a Riccione Mussolini, oggi loro ospitano le Olimpiadi e invece noi... 
Alessandro Rapone


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram