Il Rimini riparte da Buglio e contro il Mantova si gioca un pezzo di futuro
Il Rimini riparte da Francesco Buglio che in settimana ha preso il posto dell’esonerato Marco Osio. Il nuovo tecnico comincia la sua avventura in maglia a scacchi al Romeo Neri contro il Mantova, in una sfida che ha già il sapore della gara decisiva. Non è solo una questione di classifica, anche se i virgiliani al sesto posto con quattro punti di vantaggio dai biancorossi, sono una delle formazioni rimaste a tiro per continuare a credere nella promozione nella Lega Pro del prossimo anno. Dopo la gara di domenica, resteranno infatti ancora otto gare da giocare, con ventiquattro punti a disposizione ma la sensazione è che se il segnale non arriverà nei prossimi novanta minuti, sarà come alzare le mani al campionato, o almeno al campionato delle prime otto posizioni, arrendendosi all’idea di cominciare a pensare alla via di accesso più stretta per il professionismo: tre punti con Mantova o spareggi, sembra questo il bivio davanti a Marco Brighi e compagni. Buglio si è presentato molto carico (“non vorrei essere un tuo giocatore” ha detto la moglie del nuovo tecnico biancorosso), l’ha fatto parlando di “fame”, “cattiveria”, “sacrificio”, come ingredienti determinanti per dare la svolta al campionato. Ha alzato di parecchio i toni durante gli allenamenti, strigliando i giocatori senza risparmiare nessuno, ha usato insomma un linguaggio che vola sul calcio da sempre ed è caro ai tifosi. Ci sta perché il tempo è poco, ci sta perché nel calcio mordere il pallone conta più di qualcosa ma Buglio sa benissimo che poi il pallone va anche accarezzato ed è la qualità delle giocate che il Rimini dovrà ritrovare per saziare questa fame con i punti. Buglio cambierà qualcosa anche dal punto di vista tattico, mettendo in soffitta il 4-3-3 usato da Marco Osio per quasi tutta la stagione, per passare a un 4-3-1-2 con l’utilizzo del trequartista. La difesa resterà pressoché invariata con la sola novità di Ferrari sull’esterno di destra che giocherà in linea con Aya e Martinelli al centro, con Tomi sull’out di sinistra. Mediana a tre, con Marco Brighi davanti alla difesa, Nigro e Spinosa ai lati mentre il vertice alto del rombo di centrocampo sarà occupato da Herrera che giocherà tra le linee a sostegno delle due punte Cesca e Fall. Si gioca a pallone ma la partita si sposta al tempo stesso in società dove ha ormai preso vita il nuovo assetto, con il presidente Fabrizio De Meis che affiancato da Franchini e Conti (i soci più presenti dal punto di vista economico) sta cercando di programmare un futuro per la maglia a scacchi. La categoria deciderà molto di questo futuro, perché De Meis ha già intavolato contatti con sponsor che potrebbero portare ossigeno alle casse biancorosse ma va da sé che una cosa è il calcio professionistico della Lega Pro unica del prossimo anno, e altra il pantano del calcio dilettantistico. La partita è quindi doppia, anzi, forse tripla perché in gioco dovrebbe entrare anche il polo sportivo della Gaiofana, fermo da tempo e al centro degli interessi dell’amministrazione. C’è un filo sottile che lega il campo con tutto il resto, si parla di pallone ma già contro il Mantova il Rimini si gioca un pezzo di futuro.
Francesco Pancari