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Acquarena: solo un diversivo per tacere del resto?

Lunedì, 12 Maggio 2014

4bAcquarena: solo un diversivo per tacere del resto?

Dal suo punto di vista, ha avuto facile gioco l’assessore Gianluca Brasini a concludere la riunione della IV commissione comunale sostenendo che dall’incontro venivano confermate tutte le scelte dell’amministrazione a proposito della piscina Acquarena e della variante Palas. La maggior parte delle associazioni e società sportive ha dato il via libera alla nuova piscina comunale così come è stata pensata da Palazzo Garampi; sul fronte politico si è visto il consigliere del Pd Morolli (uno dei “malpancisti”, insieme a Zerbini) accendere anche lui sostanzialmente il disco verde. Strada spianata per l’amministrazione comunale? Non è ancora detta l’ultima parola, bisogna aspettare il consiglio comunale di giovedì chiamato ad approvare la variante.

La commissione ha ascoltato il parere di associazioni e società sportive che si occupano di nuoto. Dovevano rispondere a tre domande: c’è bisogno di una piscina comunale a Rimini? La vasca dell’impianto quanto deve essere lunga: 25 o 50 metri? È giusta la collocazione nell’area della vecchia Fiera o bisogna trovarne un’altra? Chiamati a rispondere a queste domande erano coloro che da ormai trent’anni aspettano invano che si realizzi la promessa di una piscina e temono che, mettendo qualche particolare in discussione, anche questa volta l’obiettivo non venga raggiunto. Ecco allora che la maggior parte degli intervenuti ha recitato il copione atteso: certo ci vuole una piscina comunale, basta una vasca da 25 metri, i terreni dell’ex Fiera sono l’ubicazione migliore. A distinguersi dal coro solo i sub della Gian Neri che per le loro esercitazioni hanno bisogno di una vasca profonda almeno 3 metri (mentre Acquarena lo sarà solo 1,80) e gli atleti del Triathlon e Duathlon che per allenarsi devono andare a Riccione o a San Marino. Fra i convocati dalla commissione anche Pasini, presidente del Garden, che ha ribadito, senza scendere in polemica le proprie ragioni, paventando ancora una volta il rischio che due strutture vicine e concorrenti finiscano per danneggiarsi a vicenda.

Alcuni consiglieri di minoranza (Casadei, Giudici, Moretti) hanno ribadito un concetto fondamentale: è necessaria una piscina pubblica, ma è pubblico solo ciò che è realizzato e gestito dal Comune o anche ciò che, realizzato e gestito dal un privato, svolge comunque una funzione pubblica? Tamburini (5 stelle) ha rilanciato le perplessità sul progetto dell’amministrazione, mentre Pazzaglia (Sel) e Galvani (Fds) hanno sostenuto la scelta Acquarena.

Se il rapporto pubblico-privato è uno dei temi che la vicenda Acquarena ha portato in luce, ce n’è uno che invece il dibattito sulla piscina ha messo assolutamente in ombra. I politici e il mondo sportivo si sono divisi sulla piscina, i mezzi di comunicazione hanno alimentato questa polemica, e così è passato sotto silenzio il complesso della variante che conserva 8.500 metri quadrati di superficie edificabile per appartamenti e 5.000 metri quadrati di superficie per un centro commerciale. Di tutto questo non si è discusso a livello politico. Ne ha fatto un blando cenno il consigliere Renzi quando ha parlato di Acquarena come ciliegina sulla torta di un’operazione che ancora una volta ricorre ai motori immobiliari. Nei corridoi si diffondono sussurri e grida che sostengono che alla fine non se ne farà nulla, che Acquarena è stata solo l’opera pubblica sbandierata per far passare senza troppi problemi tutto il resto. Una volta incassato il sì del consiglio comunale sulla variante, finirebbe nel dimenticatoio. Sarà interessante vedere se questi sussurri e grida avranno eco giovedì in consiglio comunale quando si voterà.

 

 

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