Rimini, privatizzazione fiere-congressi: tempi lunghi per l'advisor
Che fine ha fatto il processo di privatizzazione del polo fieristico-congressuale? Fino a qualche mese fa era l’argomento principale della discussione pubblica, sull’onda anche del libro bianco realizzato dall’Associazione Dreamini. Adesso, come un fiume carsico, l’argomento sembra sparito dall’agenda pubblica.
L’ultima notizia risale a più di un mese fa quando si era saputo quali fossero le società che hanno partecipato al bando di gara per individuare l’avdvisor per istruire appunto il processo di privatizzazione. Le proposte erano pervenute da Mazars, società di consulenza finanziaria che ha 250 sedi nel mondo; Accuracy di Milano, fondata in Francia nel novembre 2004, da un gruppo di ex-Arthur Andersen, con l’obiettivo di creare una società indipendente nel campo della consulenza finanziaria; Studio Legale Grimaldi, con sedi a Milano, Roma, Bruxelles e Londra, 26 soci e complessivamente oltre 100 professionisti tra avvocati e praticanti; un raggruppamento temporaneo di imprese formato da Price Waterhouse, anche questa società di consulenza finanziaria diffusa in tutto il mondo, e l'associazione di avvocati e commercialisti TLS; Kpmg, network di servizi e consulenza diffuso in 155 paesi del mondo.
Secondo l’esame della commissione aggiudicatrice (composta dall’amministratore unico di Rimini Congressi, Marino Gabellini, Isabella Magnani dirigente dell’Ufficio contratti della Provincia di Rimini, e Umberto Lago, amministratore di Rimini Holding) la società ad avere ottenuto il punteggio massimo è la Kpmg, seguita da price Waterhouse.
Tuttavia l’assegnazione non è ancora avvenuta. La commissione ha valutato come eccezionalmente bassa rispetto a quella delle concorrenti l’offerta della Kpmg, considerandola come un’anomalia di cui chiedere spiegazione. Lo ha fatto e nella giornata di domani, 12 novembre, ci sarà l’udienza dei responsabili di Kpmg che spigheranno come e perché per un prezzo eccezionalmente basso sono disposti a svolgere un lavoro così delicato e impegnativo.
Una volta ascoltate le loro ragioni, la commissione dovrà tornare a riunirsi per procedere all’aggiudicazione definitiva: a Kpmg se le spiegazioni saranno risultate convincenti, a Waterhouse in caso contrario. Bene che vadano le cose il relativo contratto sarà stipulato entro l’anno, altrimenti si slitta al 2015.
Certamente il percorso immaginato quest’estate era diverso e prevedeva di arrivare entro la fine del 2014 con qualcosa di concreto in mano per poter rinegoziare con Unicredit una ulteriore dilazione della rata del mutuo. La banca aveva infatti concesso una dilazione per il 2014 ma dal 2015 bisogna riprendere a pagare (il costo è di 3,6 milioni di euro all’anno) o presentare una situazione nuova (l’avvio della privatizzazione) che convinca Unicredit a concedere una ulteriore proroga. Per gli enti che devono sborsare i soldi (Comune, Camera di Commercio, Provincia) la situazione finanziaria non è solida, tanto è vero che si erano convinti per la privatizzazione.
La lungaggine delle procedure sicuramente non dispiace al presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, mai convinto della necessità di privatizzare. Negli ambienti politici si sussurra che il suo famoso piano B, lasciato intendere alla conferenza stampa del luglio scorso, sia un accordo, gestito da lui, con una fiera tedesca. Vedremo.