Aeroporto di Rimini, tra "guerriglie" e riaperture rimandate
Domani, venerdì 12 dicembre, alle ore 17 scadrà il termine entro il quale gli eventuali interessati potranno presentare offerte per rilevare quel che in termine tecnico si chiama compendio aziendale e che con linguaggio corrente si può definire il cadavere di Aeradria. Non ci vuole la sfera magica per sapere che nessuno si farà avanti, anche perché l’unico soggetto potenzialmente interessato, la società AiRiminum, valuta la base d’asta di due milioni assolutamente troppo alta. AiRiminum ritiene che il valore delle attrezzature poste in vendita, alquanto usurate, sia più basso e che è assolutamente fuori luogo parlare di avviamento, come fa il curatore fallimentare Renato Santini, quando l’esercizio provvisorio è terminato, l’aeroporto è stato chiuso e i contratti con i tour operator sono stati risolti di fatto. Di quale avviamento commerciale stiamo parlando?
Andata l’asta deserta, dovrà finalmente avviarsi una trattativa fra la società AiRiminum e il curatore Renato Santini, anche perché la guerriglia praticata nelle ultime settimane ha finito per danneggiare l’aeroporto, rendendo infruttuosa persino la paziente tessitura del prefetto Palomba. Quella che dovrà aprirsi sarà una trattativa con il coltello fra i denti in entrambe le parti.
Santini e le persone che stanno dietro AiRiminum non si sono piaciuti fin dal primo momento: cioè non è questione delle ultime settimane, ma del periodo - siamo ancora nel 2013 - in cui Santini era il commissario giudiziale di Aeradria. Consulente della nuova Aeradria, quella presieduta dal professor Maurizio Tucci e con il CdA formato dai creditori, era Ambromobiliare, la società che ha fatto da advisor ad AiRiminum. Santini è visto da AiRiminum come l’uomo che ha spinto per il fallimento di Aeradria, quando con il concordato preventivo si sarebbero pagati i creditori privilegiati, parte dei chirografari e, soprattutto, sarebbe stata salvata l’azienda. Allo stesso modo è stata criticata la decisione di andare ad uno scontro con Enac che ha portato all’indizione di due gare, una per la concessione (quattro offerte, AiRiminum vincitrice) e una per i beni di Aeradria (nessuna offerta). Si arriva così a quello che Leonardo Corbucci, amministratore di AiRiminum, ha definito l’ostruzionismo di Santini nei confronti dell’ingresso in aeroporto della società vincitrice. Accuse che ovviamente il curatore ha respinto al mittente, definendole false e strumentali. Fatto è che nelle more di questa guerriglia l’aeroporto è stato chiuso e non si sa quando potrà riaprire.
Nel frattempo il curatore Santini – anche Inter-Vista ne ha parlato diffusamente – ha comunicato i risultati della sua gestione, anche se in realtà occorrerebbe parlare della gestione del direttore Paolo Trapani, l’uomo insediato da Tucci a Miramare, che di fatto ha gestito, da un punto di vista tecnico- aeroportuale, lo scalo riminese. Santini aveva il compito di far quadrare i conti ed in effetti ha avuto un avanzo positivo di circa un milione di euro. Anche senza i soldi della colletta fra imprese ed enti riminesi, la gestione avrebbe chiuso in attivo. Allora perché quel grido di allarme? Perché quella raccolta di soldi altrimenti l’aeroporto avrebbe chiuso? È un aspetto che, dopo il rendiconto di Santini, ancora attende di essere chiarito.
Così come resta da capire cosa mai arriverà ai creditori della defunta Aeradria. AiRiminum ha promesso azioni nel caso siano raggiunti taluni obiettivi. A Santini restano da giocare le carte del risarcimento danni chiesto agli amministratori, l’azione di risarcimento danni richiesta a Carim (che comunque avrà i suoi tempi, sicuramente molto lunghi), ed infine l’esclusione di alcuni creditori perché secondo Santini, i crediti sono da contestare in quanto sorti in modo illecito, asserzione tutta da dimostrare in Tribunale.
Sembrano passati secoli, ed era solo qualche settimana fa, quando dopo l’ennesima riunione presieduta dal prefetto Palomba, si era annunciato trionfalmente che l’aeroporto avrebbe riaperto il 1 gennaio 2015. Dopo l’ultimo vertice, convocato all’indomani di enigmatiche dichiarazioni di alcuni “dirigenti” di Airiminum che parlavano di riapertura in occasione delle festività pasquali, si era corretto il tiro, portando la data di riapertura a fine gennaio.
Ora, stando a quando si riesce a sapere (AiRiminum continua a non brillare nella comunicazione esterna), pare proprio che purtroppo possano avere ragione gli anonimi “dirigenti”. Tutti ormai scommettono meno di un euro bucato sul fatto che le famose certificazioni dell’Enac, atto preliminare a qualsiasi nuova attività in aeroporto, possano arrivare entro il 31 dicembre. Nelle settimane scorse fonti informate affermavano che le certificazioni “dovevano” arrivare necessariamente entro il 31 dicembre, perché se la pratica avesse slittato al 2015 sarebbero entrate in vigore nuove norme europee che avrebbero reso tutto più laborioso. Uno scenario che da ipotetico sta diventando ogni giorno sempre più reale.
Si aspettano le certificazioni Enac anche per insediare il consiglio d’amministrazione di AiRiminum che al momento esiste solo sulla carta e la società continua ad essere amministrata dal solo Corbucci. Il quale ha anche il compito di definire l’organico con cu partirà il nuovo aeroporto. La vecchia pianta organica è data per morta e sepolta e lui procederà alle nuove assunzioni uno per uno. Insomma i tempi si allungano.
Intanto pare ci sia anche chi ha chiesto che sia AiRiminum a farsi carico dei costi delle navette per andare a prendere e riportare i turisti agli aeroporti di Ancona e Bologna. Ma la società non ne vuole sapere, non ci accolliamo prima di essere entrati in aeroporto e averlo avviato. Non è più il tempo del “pagherà Pantalone”.