Rimini, nella crisi del centrodestra, la Lega si organizza
Probabilmente è l’unico movimento politico che ha il problema di non avere abbastanza tessere da distribuire a chi chiede di entrare. Paolo Ricci, 41 anni, impiegato in una società di servizi e commissario provinciale della Lega Nord, sostiene proprio questo: che le tessere inviate da Milano sono subito terminate e che ne sono state chieste delle altre.
Il vento soffia forte in questo momento sulle bandiere della Lega, anche se ancora non sono tornati i tempi d’oro, quelli che vedevano circa 550 tesserati in provincia di Rimini, di cui 300 nella sola Valmarecchia. Poi arrivò “lo scandalo dei figli di Bossi”, come lo definisce Ricci, e per colpa del Trota la Lega ha visto svanire la sede, ha perso il consigliere comunale di Rimini, Marco Casadei, che ha abbandonato il movimento, ha visto assottigliarsi i consensi fino quasi a scomparire.
Ma il bello (o il brutto, a seconda dei punti di vista) della politica in questi anni Duemila è l’estrema velocità dei cambiamenti. Un tempo ci volevano vent’anni per digerire fatti e misfatti, adesso passano un paio d’anni e sembrano trascorsi secoli. Alle ultime elezioni regionali, quelle del novembre scorso, la Lega risorge anche in riva all’Adriatico e si aggiudica il 18 per cento dei voti su base provinciale (17% a Rimini), diventando così il primo partito dell’area di centrodestra. Ed anche gli iscritti cominciano a risalire, anche se per ora sono solo 150.
“Il nostro successo anche a Rimini – sostiene Ricci – dimostra che a volte per ottenere risultati non serve una grande organizzazione. Eravamo senza sede, senza strutture, però siamo stati in mezzo alla gente, abbiamo portato il nostro segretario federale Salvini in diverse realtà del territorio, e la gente ci ha premiato. D’altra parte così si deve fare politica oggi: non nel chiuso delle stanze, dietro ad una scrivania, ma nei bar, nelle piazze, dove vive la gente”.
A portare acqua nel mulino della Lega è anche la delusione di molti militanti ed elettori degli altri partiti di centrodestra, ai quali sembra che i loro leader storici abbiano esaurito la spinta propulsiva che invece arride a Salvini. “Fra quelli che mi telefonano ci sono certamente molti delusi di Forza Italia o Ncd, ma non mancano anche quelli che un tempo votavano per il centrosinistra. Alcuni temi che noi solleviamo non sono né di destra né di sinistra, sono problemi concreti che la gente vuole vedere risolvere”.
A chi decide ora di bussare alle porte del Carroccio, Ricci manda un messaggio molto preciso: “Non credano di poter fare i furbi e salire sul carro dei vincitori. Chi vuole entrare nella Lega noi lo accogliamo, ma sappia che deve cominciare a fare politica dal basso, con i manifesti da attaccare e i volantini da distribuire. Poi si vedrà se ci sono le condizioni per concorrere a qualche incarico”.
Ricci si può permettere oggi di fare come i buttafuori davanti alle discoteche: tu entri, tu stai fuori. Queste settimane comunque sono decisive per la riorganizzazione del partito. Entro marzo dovrà essere celebrato il congresso per l’elezione del segretario provinciale, e poi si comincerà un lavoro a tappeto nei Comuni – Rimini, Pennabilli e Sant’Agata Feltria – dove si andrà al voto nel 2016.
A proposito di Rimini… “Noi – assicura Ricci – saremmo già pronti a presentare la nostra lista. Abbiamo anche il candidato sindaco qualora dovessimo presentarci da soli e un altro candidato se invece dovessimo stringere alleanze”. Inutile cercare di far uscire i nomi, però proviamo a chiedere a Ricci se appunto cercherà l’alleanza con gli altri partiti del centrodestra. “Parliamo chiaro, in una città come Rimini nessuna alleanza è possibile con Forza Italia o Ncd se questi partiti non rompono prima con il governo Renzi. La gente vuole chiarezza, altrimenti non capisce. Diverso è il discorso dei piccoli Comuni dove si possono fare liste civiche per il bene del paese”.
E la campagna elettorale su cosa la farà la Lega a Rimini? “Il primo punto – spiega Ricci – è il rilancio del turismo al quale è stato dato un colpo mortale con la chiusura dell’aeroporto, che è stato un fatto gravissimo. Noi ci siamo sempre battuti per tenerlo aperto. Certamente affronteremo il tema della sicurezza, chiedendo che a Rimini siano mantenuti tutti i presidi di polizia, compreso quella postale e marittima che rischiano di essere smantellate. E poi il problema della prostituzione. A marzo faremmo un’iniziativa pubblica clamorosa per denunciare che non si può più tollerare questo fenomeno sulle nostre strade, sotto gli occhi dei bambini. Se andremo al governo di Rimini faremo di tutto perché le nostre strade siano liberate”.