Progetto Rimini, ecco i nomi e le idee
Sono stati tirati in ballo, e non sono nemmeno dispiaciuti di tanta attenzione. Ma subito prendono le distanze da come la notizia è apparsa in anteprima su un quotidiano locale. Il presidente Michele Donati lo ripete più volte: “Non siamo contro nessuno, non siamo rivolti al passato, non siamo una macchina da guerra, altrimenti non sarebbe presieduta da un agente di commercio con la passione per la letteratura”.
Se non è il nucleo di un vasto schieramento anti Gnassi alle elezioni amministrative del 2016, cosa è dunque Progetto Rimini, la nuova associazione che oggi si è presentata alla stampa locale? È stata usata la formula “laboratorio di idee”, “un’associazione politica e culturale che ha l’ambizione di essere uno strumento libero per aggregare chi a Rimini vuole costruire un futuro diverso”. Ai giornalisti che vogliono subito andare al sodo (farete una lista civica?), Progetto Rimini risponde che il primo lavoro è aggregare, fare incontri pubblici, allestire tavoli di lavoro, poi si vedrà. La prospettiva, insomma, non è esclusa, anche se non è immediatamente all’ordine del giorno. Lo stesso concetto aveva anticipato a Inter-Vista Natale Arcuri, l’artefice del successo della lista civica che ha portato a Riccione Renata Tosi sulla poltrona di sindaco.
Nelle anticipazioni della vigilia Progetto Rimini era stata presentata come una sorta di continuazione, in altre vesti, dell’esperienza di Rimini Più, la lista civica cosiddetta dei “curiali” guidata da Antonio Polselli nel 2011. In realtà fra i soci fondatori dell’associazione non c’è nessuno dei personaggi provenienti da quell’esperienza. Ciò non significa che non guardino ad essa con grande interesse, però nessuno al momento vi appare direttamente coinvolto. Si potrebbe dire che oggi è stata varata una piccola zattera, si vedrà se con il tempo saprà diventare una nave capace di navigare con destrezza fra i marosi della politica riminese.
I soci fondatori, oltre a Donati, sono Gioele Semprini Cesari, medico odontoiatra, che svolge le funzione di segretario; il tesoriere Michele Corbelli, commercialista; Daniele Bellini, ingegnere; Sara Balacchi, psicologa; Gianmaria Zanzini, commerciante; Stefano Santucci, ricercatore universitario e libero professionista; Roberto Muccini, imprenditore edile; Marco Sanchini, ingegnere; Linda Babbi, esperta in design e discipline della moda; Angela Flamigni, laureata in economia; Piergiorgio Seganti, odontotecnico.
Il giudizio sul momento attuale della città di Rimini espresso dal presidente Donati è comunque severo: “Manca una visione, c’è navigazione a vista, se non immobilismo, c’è assenza di qualsiasi progettualità”.
“Troppe e continue sono le promesse disattese. In questo scenario progetto Rimini vuole impegnarsi più che mai; emergere e prevalere per la capacità di presentare un progetto di città chiaro e realizzabile attraverso persone che abbiano competenze ed esperienza inequivocabili. Nessuna scelta di campo, nessuna opposizione, nessun nemico da abbattere, solo la volontà di parlare ai riminesi che non scelgono più in base ai vecchi schemi sinistra, centro, destra, ma che si identificano sempre più nelle persone (nelle leadership) e nelle proposte”.
L’iniziativa di Progetto Rimini apre un altro laboratorio di idee accanto a quello costituito alcuni mesi fa da Dreamini, un’associazione che si presentò più o meno con gli stessi discorsi. Perché le persone di Progetto Rimini non si sono aggregate al laboratorio di idee già esistente? “Noi – risponde Donati – non siamo interessati al passato, vogliamo costruire il futuro. Abbiamo le nostre particolarità. D’altra parte noi siamo nati adesso…”. Hanno intitolato il loro comunicato ufficiale “l’associazione dei riminesi senza tessera”.
Spiega Donati: “Non abbiamo alcun pregiudizio che ci obbliga a stare chiusi nel recinto di una sterile appartenenza politica. Esiste comunque una questione che riguarda la credibilità oggettiva del nostro progetto. Non credo basti un simbolo o reclutare due o tre belle figure della società civile. Se qualcuno pensa che questo non sia per nulla un remake di un film già visto, e pensa invece che sia arrivato il momento di contribuire con contenuti e idee di rinnovamento vero, allora vale assolutamente la pena impegnarsi. Senza tatticismi e idiosincrasie, perché i riminesi non capirebbero operazioni all’insegna dei vecchi slogan a servizio della politica del tutto cambia perché niente cambi”.