Rimini, la scultrice Ceccarelli racconta un Marvelli vivo
Suo padre Sergio, lo storico preside del liceo classico Giulio Cesare, era stato un amico di Alberto Marvelli, con il quale aveva condiviso la militanza nell’Azione Cattolica. “Mi sento un po’ come una sua figlia, figlia della stessa storia di esperienza cristiana alla quale lui ha appartenuto”, dice la scultrice Paola Ceccarelli, alla quale la Confraternita di San Girolamo ha commissionato il bassorilievo bronzeo del beato riminese nel decimo anniversario della sua ascesa agli onori degli altari. Il bassorilievo, che sarà posto nell’Oratorio di san Giovannino, sede della Confraternita, sarà inaugurato sabato 14 marzo alla presenza del vescovo monsignor Francesco Lambiasi, del sindaco Andrea Gnassi, del presidente Marco Ferrini, dei partecipanti al convegno nazionale degli amministratori pubblici di Azione Cattolica (che quest’anno si riuniscono a Rimini per sottolineare il decennale della beatificazione di Marvelli), del presidente nazionale dell’Azione cattolica Matteo Truffelli e dell’assistente mons. Mansueto Bianchi. Saranno presenti anche alcuni amici del giovane che è stato anche assessore al Comune di Rimini negli anni della prima ricostruzione: don Fausto Lanfranchi, Viterbo Tamburini, Giorgio della Biancia, Giuseppe Giunchi, Giorgio Amati. Alcuni di loro erano, come Marvelli, soci della Confraternita e nel giorno del funerale avevano portato a spalla la sua bara.
Il filo rosso ideale che unisce la scultrice al beato ha dettato anche la realizzazione dell’opera. “La Confraternita – racconta – inizialmente mi aveva commissionato una semplice lapide con una scritta. Una volta accettato il lavoro, non riuscivo però a partire. Avevo già lavorato anche alla tomba che in Sant’Agostino, per me non è una persona qualsiasi o un personaggio del passato. Apparteniamo alla stessa storia cristiana, se a Rimini non ci fosse stato lui anche la mia storia sarebbe stata diversa. Era un uomo con un temperamento con il quale mi sento in sintonia, era presente ovunque e tutto riconduceva all’appartenenza a Cristo. Giulio Cesare, Napoleone sono importanti personaggi della storia che hanno realizzato un loro progetto. Marvelli è invece un protagonista della storia di Rimini che ha realizzato il progetto di un Altro. Questo fa la differenza, quindi non poteva essere la lapide commemorativa di un uomo morto”.
Per passare dalla richiesta della committenza all’idea creativa più congeniale alla volontà di restituire un Marvelli “vivo”, ci voleva qualcosa che facesse fare lo scatto. Per la scultrice Ceccarelli la molla è stata la lettura di alcune informazioni su Bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio”. “Ho capito che è una particella che attira altre particelle, favorendo così la creazione della massa. Marvelli in qualche modo è stato una particella che attirando (non a sé ma a Cristo) ha contribuito a formare un popolo”.
Cerchiamo allora di descrivere il bassorilievo realizzato da Ceccarelli. Sullo sfondo si vede l’Arco d’Augusto, eletto a simbolo della città di Rimini dove si è consumata l’avventura cristiana di Marvelli, e la chiesa di San Giovannino, sede della Confraternita che lo ha visto come socio. Caratteristica del beato è stata la sua partecipazione a tute le opportunità di aggregazione che il mondo cattolico gli offriva. “Ma la sua testimonianza è restata – avverte Ceccarelli – non perché ha fatto tante cose o perché era presente ovunque, ma perché in tutto questo viveva per Cristo. È questa la ragione che me lo rende vicino, fosse stato solo un attivista non mi avrebbe interessato”.
Torniamo al bassorilievo. Su questo sfondo emerge la figura di Marvelli: tutto lo spazio è solcato dal segno della croce, che rappresenta appunto l’ideale per cui il giovane, morto a 28 anni in un incidente stradale, ha speso tutta la sua vita, densa di impegni e di carità operosa (eroica durante i bombardamenti della guerra) fino a quella suprema forma di carità che è l’attività politica. “Da questi solchi – sottolinea Ceccarelli – emergono delle figure umane, il popolo generato da Marvelli”.
In basso una scritta ricorda l’appartenenza di Alberto, testimone di fede e di carità, alla Confraternita, nel decimo anniversario della beatificazione.
Ceccarelli ha realizzato bassorilievi anche per la tomba di don Giancarlo Ugolini, iniziatore a Rimini di Comunione e Liberazione, e a Sant’Igne di San Leo per ricordare don Luigi Giussani che in quei luoghi per anni ha guidato la Via Crucis con migliaia di giovani.
Sempre per il decennale della beatificazione, domenica 15 marzo al Museo di Rimini si inaugura la mostra d’arte dal tiolo “Lèvati, o anima, e guarda”.