Rimini | Delfinario, domani via al processo
Al via domani al Tribunale di Rimini il processo al Delfinario di Rimini che vede imputati per maltrattamenti il legale rappresentante della società di gestione della struttura e la veterinaria responsabile della custodia e della somministrazione dei farmaci ai delfini.
"Domani si entra finalmente nel vivo dell'analisi delle vicende avvenute nel Delfinario di Rimini - afferma la Lav che si è costituita parte offesa nel processo - i cui protagonisti sono mamma Alfa e i suoi piccoli Luna, Sole e Lapo, i quattro delfini detenuti e utilizzati per gli spettacoli. Abbiamo piena fiducia - sottolinea l'organizzazione animalista - che la magistratura farà piena luce sugli accadimenti e che questo processo contribuirà a svelare al pubblico che cosa succede quando si spengono le luci del palcoscenico su questi magnifici mammiferi marini, costretti per fini puramente commerciali, ad esibizioni snaturanti".
La vicenda giudiziaria è iniziata a settembre del 2013 con il sequestro preventivo degli animali e il loro trasferimento, disposto della Procura della Repubblica di Rimini (in seguito a un sopralluogo degli agenti del servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato, scaturito da numerose segnalazioni della Lav e di altre associazioni) e confermato dalla Cassazione nel 2014, fino ad arrivare alla citazione in giudizio dei due imputati perché "sottoponevano i 4 delfini della specie Tursiops truncatus ospitati nel delfinario, a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche e quindi incompatibili per la loro natura, anche sottoponendoli a trattamenti idonei a procurare un danno alla salute degli stessi con conseguenti gravi sofferenze".
"Questo procedimento - sottolinea ancora la Lav - rappresenta il primo vero processo all'industria della cattività dei delfinari che dietro la maschera di strutture zoologiche e scientifiche, sono in realtà solo dei parchi giochi per l'esposizione e l'esibizione degli animali in spettacoli che non hanno nulla a che fare con l'etologia" (AdnKronos).