Rimini | Garante detenuti, niente di fatto. I dubbi di Marcello sul conflitto d’interesse
Non sono bastati a Ilaria Pruccoli 14 voti per essere nominata garante dei detenuti del Comune di Rimini. L’ha inisidiata con 12 preferenze, lo scrutinio ieri sera in consiglio comunale è stato segreto, Annalisa Calvano, avvocato con in curriculum due anni di tirocinio presso il tribunale sorveglianza di Bologna. Due voti sono andati a Viola Carando. In totale 28 voti, per passare sarebbero serviti la metà più uno.
Risultato sfiorato per il vicesindaco Gloria Lisi, oggetto di polemiche nelle ultime settimane per aver proposto, sembra, molti dei nomi in lizza per quella poltrona.
Il “vero problema”, spiega Nicola Marcello, primo a Rimini a richiedere l’istituzione della figura del garante, “a mio giudizio, ma anche di tanti addetti ai lavori, come hanno sempre sostenuto i membri di alcune associazioni vicine al mondo dei detenuti e della casa circondariale di Rimini, è l’interesse e l’attività che già svolgono all’interno di essa alcune cooperative sociali vicine a chi di competenza in comune doveva procedere alla nomina del garante dei detenuti”.
Effettivamente, “tra i dodici pretendenti a ricoprire la carica in oggetto ben sei già lavorano presso il carcere per cooperative (Eucrante e Madonna della Carità) che prendono soldi pubblici e dal Comune di Rimini in primis. Sembra possibile una cosa simile? Come fa uno che lavora già nel carcere a dire che le cose non vanno bene? Uno (o una) potrà mai controllare se stessi o i propri colleghi di un altro turno lavorativo? Potrà mai andare a protestare con l’assessore o con i dirigenti che erogano fondi a favore della cooperativa per cui lavora?”.
“Rimini - conclude Marcello, che della questione si è occupato anche in qualità di presidente della prima commissione consiliare - è l’unica sede di casa circondariale a non aver ancora nominato il garante, figura prevista dalla legge approvata nel 2009”.