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RIMINI SENZA BANDIERA BLU DOPO 10 ANNI, IL COMUNE: “SIAMO NOI A NON VOLERLA”


“Rimini non compare tra le località balneari insignite dalla Bandiera Blu della Fee, Foundation for Environmental Education – ha commentato l’assessore alle Politiche ambientali Sara Visintin alla notizia riportata da alcune testate online sulla presunta esclusione di Rimini dal novero delle ‘Bandiere Blu’ - semplicemente perché per il 2012 l’Amministrazione comunale ha deciso di non richiederla, così come nel recente passato hanno fatto comuni limitrofi come Riccione”.


La scelta del Comune dipenderebbe dalla “constatazione che molte delle informazioni richieste dalla Fee (oltre ai criteri di qualità delle acque di balneazione vengono attribuiti punteggi per servizi come la pulizia delle spiagge, gli approdi turistici e altri parametri legati al turismo ecosostenibile) sono già obbligatorie per legge e svolte da enti terzi come Arpa, le cui analisi scientifiche della scorsa settimana hanno confermato il livello “eccellente” della qualità delle nostre acque di balneazione, così come avvenuto nello scorso anno”.

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RIMINI INFOGNATA PERDE LA BANDIERA BLU


Rimini perde la ‘bandiera blu’. Il Fondo per l’educazione ambientale, in collaborazione con Enel sole, ha bocciato per il 2012 la regina della riviera ammettendo invece Bellaria Igea Marina, Cattolica, Misano Adriatico e in regione anche: Comacchio -Lidi Comacchiesi; Ravenna - Lidi Ravennati, Cervia-Milano Marittima/Pinarella/Cervia; Cesenatico, San Mauro Pascoli-San Mauro mare.


La bandiera blu è un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987 (anno europeo dell'Ambiente) e viene assegnato ogni anno in 41 paesi, inizialmente solo europei, più recentemente anche extra. In lizza le località balneari che gestiscono il territorio secondo criteri di sostenibilità: l’obiettivo principale della fondazione è infatti di indirizzare le amministrazioni verso un processo di sostenibilità ambientale.


A penalizzare Rimini è stata la questione irrisolta delle fogne, divenuta obiezione imprescindibile anche a seguito delle indagini in corso da parte dei pm Davide Ercolani e Stefano Celli sull'inquinamento marino con l'accusa di epidemia colposa dopo i casi denunciati la scorsa estate. Tra gli indicatori per l'assegnazione della bandiera blu ce ne è infatti anche uno relativo agli impianti di depurazione funzionanti. E' però successo che nell'agosto 2011, a tre mesi dall'assegnazione della bandiera blu alle spiagge di Rimini, gli uomini di Goletta Verde e Legambiente arrivati in riviera hanno trovato ben otto punti "inquinati" o "fortemente inquinati" (tre proprio a Rimini).


Gli altri criteri per l’assegnazione della bandiera blu sono la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla riduzione della produzione, alla raccolta differenziata e alla gestione dei rifiuti pericolosi, la cura dell'arredo urbano e delle spiagge, la possibilità di accesso al mare per tutti i bagnati senza limitazioni.

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RIMINI WELLNESS CHIUDE CON 228MILA VISITATORI


Ha chiuso ieri con 228mila 543 visitatori la settima edizione di Rimini Wellness a Rimini Fiera. Sono 19 mila i biglietti staccati in più rispetto al 2011 con una crescita del 9 per cento. Grande l’affluenza di operatori, buyer e presenter anche stranieri, in particolare da Russia ed Est Europa, che hanno espresso “importanti commenti di soddisfazione - dice Patrizia Cecchi, direttore di business unit di Rimini Fiera - e indicazioni di sviluppo internazionale testimoniate dalla spiccata determinazione agli investimenti dei numerosi buyer esteri in fiera. Per il 2013 RiminiWellness si candida a capitale mondiale degli affari nel settore del benessere e attività fisica”.
Saranno rivolte quindi ai mercati esteri le novità annunciate per il 2013: RiminiWellness International Professional Circuit e RiminiWellness Travel, dedicate la prima a una rete tra proprietari di strutture, trainer e investitori da tutto il mondo, la seconda (sul web) agli operatori turistici con informazioni e facilities per creare sinergie e pacchetti viaggio.

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Squacquerone, i consigli di Benedetta Parodi e dello chef Fabio Rossi


Fresco è leggero. È lo Squacquerone, un tipico latticino romagnolo, perfetto con questi caldi quasi estivi, anche se oggi viene prodotto e consumato tutto l'anno. In origine, invece, era presente soprattutto nei periodi invernali perché, con le basse temperature, i contadini potevano conservarlo per qualche giorno in più. Lo squacquerone è un formaggio antico, una variante dell'ancor più storico ravviggiolo, un latticino, ormai raro, tipico dell'Appennino tosco-romagnolo, legato agli ambienti rurali ma apprezzato anche dalle persone benestanti. Lo dimostra una lettera del 1800 in cui il cardinale Bellisomi, vescovo di Cesena, in quel momento a Venezia per il Conclave che elesse Papa Pio VII, chiede notizia dei «Squacqueroni» richiesti per assaporare, anche lontano dalle proprie terre, i sapori di casa.


È un formaggio a pasta molle, di forma indefinita (da qui il nome), senza crosta, con un leggero sapore acidulo di latte. Dall'ottobre 2011 è iscritto sulla Gazzetta Ufficiale europea per il riconoscimento di prodotto a denominazione d'origine protetta (Dop). Per avvalersi del titolo di squacquerone dop, deve essere prodotto, trasformato ed elaborato nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna. Per questo, come fa notare lo chef Fabio Rossi del ristorante Vite di San Patrignano (Rn) questo formaggio «è facilmente reperibile in zona», ma si riesce a trovare ormai anche in altre zone d’Italia. Il sapore e la consistenza sono simili a quelli di crescenza e stracchino, «due esempi di formaggi morbidi di tutto rispetto – spiega il maestro di Vite – ma essendo riminese non posso non preferire a loro lo squacquerone».


Per scegliere il prodotto migliore, lo chef Rossi consiglia di «conoscere come lavora chi lo produce. Per il sapore invece subentra un fattore soggettivo». Per gli usi in cucina, si può pensare alla classica piadina ma anche a qualcosa di diverso. «Per le sue caratteristiche – sottolinea Fabio Rossi – questo formaggio si presta sia alla preparazioni di dolci che di salati». Al ristorante di San Patrignano, per esempio, lo squacquerone lo potete trovare affumicato nel risotto con pancetta di more e salsa Aulente oppure nella crostata con albicocche e pistacchio. Benedetta Parodi, in una puntata del suo programma di qualche mese fa, consigliava, come ricetta adatta anche ai bambini, le mezzemaniche con prosciutto e squacquerone, un piatto economico che ha ricevuto da uno dei suoi telespettatori.


Potete preparare lo squacquerone anche in casa. Gli ingredienti sono latte, siero e caglio di vitello. È un procedimento un po’ lungo e bisogna stare attenti alle temperature (non sopra i 35°C se no non si forma il formaggio) ma non è impossibile da realizzare.


Carlotta Mariani




Giovedì, 17 Maggio 2012 14:43

Grattacieli sul lungomare. Il caso di Iesolo

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Grattacieli sul lungomare. Il caso di Iesolo


Ogni tanto qualcuno lancia l’appello o un buon proposito: bisogna rimettere mano al lungomare, ridisegnare la cartolina di Rimini. Basta ricordare i grattacieli o le torri dei famosi project che sono stati recentemente archiviati oppure, facendo un passo indietro, l’hotel grattacielo di Ambasz. Ma quanto è distante, prendendo a esempio il grattacielo di Foster, il litorale dalla rotonda di piazzale Kennedy? La domanda si pone perché c’è una città che ha tentato una operazione simile, una città che faceva sul serio (non come noi che chiediamo i progetti per farne la collezione), ma i cui sogni si sono infranti contro un muro. Il muro si chiama Soprintendenza.


La botta l’ha fatta Jesolo. Anche lei affacciata sull’Adriatico, anche lei località turistica, sicuramente con altri numeri e meno importanza di Rimini. Ed anche lei in crisi rispetto alla sua vocazione turistica, rispetto alla propria immagine, con il desiderio di darsi una rinfrescata perché il fascino duri nel tempo e continui ad attirare turisti. E tra le tante idee, qualche anno fa, il comune lancia un grande piano di sviluppo approvando 5 torri “nell’ottica della 'ricomposizione verticale di Jesolo' pensata, per conto del Comune, nel master plan del giapponese Kenzo Tange e che prevedeva tre zone di sviluppo: la pineta con il verde e nuove torri, la portualità e la residenzialità stabile tra Jesolo paese e piazza Drago”, come racconta il Corriere del Veneto del 30 marzo 2012. Sembra essere il futuro di Jesolo, la chiave di volta per una nuova giovinezza. E invece....


A rovinare la festa arriva la soprintendenza che blocca tutto, acquisisce documenti e inizia un lungo contenzioso, chiusosi circa un mese fa. Leggiamo il Corriere del Veneto: “ La Corte Costituzionale, dopo un contenzioso infinito, ha infatti dato ragione alla soprintendenza di Venezia: non si possono costruire edifici sopra gli otto piani lungo il litorale nella cosiddetta 'fascia di vincolo dei 300 metri' ed ogni intervento, fossero anche le ventole dell’aria condizionata affisse sui balconi, deve ottenere prima della realizzazione il via libera paesaggistico”.


Dopo anni, dopo un braccio di ferro lunghissimo, con ricorsi al Tar, ricorsi al consiglio di stato, e anche la Regione che si era messa in mezzo scrivendo una norma ad hoc per permettere a Jesolo di costruire, la Corte Costituzionale ha bloccato tutto: niente edifici sopra gli otto piani a 300 metri dal litorale. Niente super grattacieli degli archistar e, nel caso volessero montare una povera ventola dell’aria condizionata, ci vuole il permesso.
E questo non vale solo per Jesolo, ma vale per tutto il litorale italiano, compresa la cara e bella Rimini. “Grazie al 'caso Jesolo', su cui la soprintendenza veneziana si è impuntata dal 2005 in poi, si fa chiarezza una volta per tutte sulle edificazioni lungo le coste del litorale italiano, avendo le sentenze delle Corte costituzionale valore nazionale".


Cosa significa questo per Rimini? Perché è facile quando si pensa ad un possibile lungomare andare in alto con la fantasia e le costruzioni. Ma ora?


Giovedì, 10 Maggio 2012 09:31

GIORNALAIO 14.05.2012

Rubriche

A RIMINI I SALDI DELLA 'VILLEGGIATURA'. LAVORO STAGIONALE: AVANTI C’E’ UN SOLO POSTO. BANCA DI RIMINI DA’ PIU’ CHE RICEVERE


Turismo: Rimini capitale o area in svendita?


Dichiarazioni entusiaste del sindaco riguardo all’ultmo weekend e al flusso di turismo a Rimini. «Rimini si è confermata la capitale del turismo», dice Andrea Gnassi al Corriere Romagna a pagina 7 e aggiunge: «chi rilancia e qualifica viene premiato. In un contesto di crisi, noi a Rimini dobbiamo e possiamo governare il bicchiere mezzo pieno. Il megafono del partito dei disfattisti è sempre pronto a battere la grancassa, però questi segnali ci dicono che pubblico e privato se lavorano senza timori i risultati arrivano».


Sulla Voce di Romagna, invece, a pagina 6 Alfredo Monterumisi commenta: “Siamo in una situazione da far tremare i polsi. Qualcuno in giro sta dicendo che l’attuale sindaco non è raggiungibile e intrattabile. Chi trovandosi in una tale situazione avendo a cuore le sorti della città non reagirebbe in questa maniera?”. E aggiunge “Siamo considerati un’area in svendita”.


Sempre sul tema turismo a pagina 9 del Nuovo Quotidiano di Rimini intervista al consulente Marco Santinato di Teamwork che dice «ci dobbiamo rinnovare, prima che cambi il contesto (...) Penso a Riccione, dove la riqualificazione è partita prima del lungomare creando un importante effetto di emulazione».


Lavoro, assalto stagionale


Il Nuovo Quotidiano racconta a pagina 5 l’assalto al lavoro stagionale. Spiega Patrizia Rinaldis a Marzia Caserio che «con un solo annuncio di ricerca per una cameriere mi sono arrivati in albergo oltre un centinaio di curricula tra italiani e stranieri, più tutti quelli che sono stati lasciati nella sede dell’associazione. A vagonate...».


Banca di Rimini, più prestiti


Più soldi prestati di quelli raccolti: con questa semplice affermazione la Banca di Rimini non solo ribadisce il suo essere banca del territorio, ma risponde anche a chi chiede con insistenza credito, che siano mutui o fidi. C’è questo e altro nel bilancio 2011 approvato ieri, i cui numeri parlano chiaro: cresce la raccolta (+2,85%) e crescono gli impieghi (+1,83%), oltre al fatto che in tre anni sono quasi triplicati i soci”, scrive Daniele Bartolucci, riportando a pagina 9 della Voce i dati comunicati all’assemblea dei soci.


Il Nuovo Quotidiano a pagina 15 intervista il presidente Frisoni.

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BANCA DI RIMINI APPROVA IL BILANCIO E APRE TRE FILIALI ENTRO GIUGNO


Banca di Rimini, i soci approvano il bilancio. L’istituto di credito - che entro giugno aprirà tre nuove filiali Sant’Andrea in Casale (San Clemente), Cattolica (Centro Diamante) e Rimini (Viale Regina Elena) - ha chiuso il 2011 con un utile di esercizio di 1,018 milioni di euro (+9,42%) e con un patrimonio netto di 112milioni 828mila 603 euro (+0,65%). A crescere anche la raccolta diretta dello 0,26% passando da 583,6 a 585,1 milioni. La raccolta indiretta è aumentata del 13,63%, passando da 140,1 a 159,1 milioni. La raccolta totale della banca è dunque aumentata del 2,85% passando da 723,6 a 744,2 milioni. Gli impieghi sono aumentati dell’1,83% passando da 582,9 a 593,6 milioni.


“Una banca che - commenta il presidente di Banca di Rimini Cesare Frisoni - in un frangente di straordinaria difficoltà economica generale ha visto riconoscersi la fiducia dei suoi quasi 28mila clienti, incrementando i valori di raccolta e soprattutto garantendo a famiglie e piccole e medie imprese una quota di impieghi in crescita” che è secondo Frisoni il dato significativo, tra tutti, perché “in qualche modo ribatte nei fatti a generiche accuse che vengono fatte al mondo del credito”.
Crescono anche i mutui concessi. Nel 2011 rispetto al 2010 è stato del 4,27%. “Questa è la risposta, nei numeri, che Banca di Rimini offre al territorio, offrendosi concretamente quale partner affidabile quando si parla di riversare immediatamente e completamente la raccolta a favore di famiglie e imprese”.


Anche i soci in tre anni sono passati da 668 a 1.618. Sono 143 i dipendenti, 8 in più rispetto alla fine del 2010, ai quali sono state dedicate 7.029 ore di formazione nel 2011 (5.567 nel 2010).


Il 2011 ha visto l’istituto investire quasi 700mila euro a sostegno della comunità, “un anno pieno di significati in quanto la banca ha compiuto 90 anni e quindi abbiamo voluto festeggiarli con numerose iniziative ed essere vicini ad eventi del territorio. Gli ambiti di intervento sono stati molteplici, dal sociale al culturale, inoltre siamo chiamati la ‘banca dello sport’ e numerosi sono stati gli interventi di natura benefica”.

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GDF E MUNICIPALE SEQUESTRANO DISCARICA ABUSIVA A SAN MARTINO IN RIPAROTTA


E’ stata sequestrata ieri una discarica abusiva lungo la via Emilia vicino al cavalcavia per San Martino in Riparotta. Ad avvistarla l’elicottero della Guardia di finanza in volo ordinario. L’attenzione dei militari è stata, infatti, ad un certo punto è stata presa da un grosso camion nero munito di braccio meccanico con cui stava raccogliendo una grossa quantità di rifiuti fino a riempirsi.


La prima domanda che le fiamme gialle si sono fatte è stata se quell’area fosse effettivamente autorizzata allo stoccaggio. Sono dunque scattati gli accertamenti con il nucleo ambientale della Municipale, che hanno confermato i sospetti, e il controllo alla discarica e al camion sospetto.


Sono stati ritrovati rifiuti ferrosi, bombole d’ossigeno per le ambulanze, elettrodomestici, il telaio di un quadriciclo a motore ancora con le ruote, lastre di eternit. Ovviamente l’area è stata sequestrata. Il reato è quello di gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi e non.
Il camion nero è risultato sprovvisto del permesso per il trasporto dei rifiuti (non in regola con la compilazione del formulario). Il conducente è stato sanzionato per 3100 euro.

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TELERISCALDAMENTO, MAURO (PDL): “IN DUE ORE LA MAGGIORANZA HA CAMBIATO IDEA E ALLA FINE HANNO VINTO I CITTADINI”


“Una tappa importante” quella del consiglio comunale di giovedì “per la risoluzione dell'annosa questione del teleriscaldamento che ormai si prolunga da oltre sei anni per inerzia delle due amministrazioni di sinistra che si sono succedute”, il consigliere Gennaro Mauro (Pdl) racconta l’ultima seduta consiliare.


Il sindaco – spiega – nel corso della serata si è convito sotto la spinta della minoranza, della validità della proposta deliberativa presentata coraggiosamente dal consigliere Murano Brunoli (direttamente interessato perché proprietario di un'immobile servito dal teleriscaldamento), cambiando in idea nel giro di un paio d'ore”. 


Secondo Mauro, “il sindaco Gnassi e la sua maggioranza erano entrati in consiglio comunale con la chiara volontà di bocciare la delibera che avrebbe velocizzato il ricorso pendente al TAR”, presentato contro il Comune da un gruppo di cittadini del comitato teleriscaldamento di Viserba.


Le cose in Consiglio andavano per le lunghe quando Gennaro Mauro chiede di invertire l’odg discutendo prima di altre la questione del teleriscaldamento. La maggioranza si è opposta nella “speranza di scoraggiare il pubblico ad aspettare alcune ore per la discussione del tema” in quanto “la volontà dell'Amministrazione era stata chiaramente manifestata in incontri richiesti dai cittadini, al latere dei lavori consiliari, dove prima l'assessore Visentin, e poi del dirigente Funelli in sostituzione del sindaco chiamato direttamente in causa dai cittadini teleriscaldati, avevano ribadito che era inopportuno effettuare un’istanza di prelievo congiunto”.


In Consiglio, mentre molti cittadini abbandonavano la sala amareggiati, le cose non stavano andando meglio con “lo stesso Agosta, l'unico della maggioranza a prendere parola” che “difendeva la linea della giunta sostenendo che le bollette impazzite del teleriscaldamento riguardavano non la totalità degli immobili serviti da tale sistema ma solo una parte, e il rimedio poteva essere l'applicazione di qualche semplice accorgimento”.


Ad un certo punto un cambio di rotta, “il colpo di scena, prende la parola l'assessore Visentin e smentendo ciò che aveva appena detto dichiara di essere favorevole alla delibera. Concetto subito dopo ribadito dal sindaco”.
Un finale degno di una “bella favola”. “Per una sera hanno vinto i cittadini”, conclude Mauro.

Giovedì, 10 Maggio 2012 09:26

GIORNALAIO 12.05.2012

Rubriche

SCUOLE INDEBITATE, RICORSO TELERISCALDAMENTO, LUCCIOLE INDIGENTI EVASIVE, IL TRC CHE NON PUO’ ESSERE FERMATO, LA FORNERO E GLI APPRENDISTI MINORENNI, IL COMUNE SCIVOLA SUL CHIRINGUITO, FORTUNA IL WELLNESS CHE RIEMPIE GLI HOTEL


Lo Stato non paga le scuole


“Lo Stato non paga e le scuole si riempiono di debiti. Da qualche decina di migliaia di euro a oltre duecentomila è il totale dei residui passivi (i debiti) che ogni istituto ha accumulato negli anni a causa dei mancati trasferimenti da Roma”, scrive il Corriere Romagna a pagina 3.


Un esempio quello dell’istituto Olivieri di Pennabilli. “Un saldo in rosso che ha fatto chiudere alla scuola l’anno scorso con 140.000 di residui passivi, di debiti, in sostanza. «Essendo il nostro un istituto di montagna, abbiamo preferito pagare gli stipendi, ecco perché si è accumulato un debito di più di 90.000 euro sul fondo di istituto, che in realtà serve a pagare le attività extra dei docenti di ruolo: 29.000 nell’anno scolastico 2009/10 e 69.000 quest’anno»”. Mentre a Rimini Da Vinci e Panzini “contano insieme più di 200mila euro di debiti”.


Evasione


Le fiamme gialle beccano facoltosa lucciola 70enne che prende la pensione sociale. “«Purtroppo non è affatto un unicum, insomma non è un caso insolito, né così raro», risponde il direttore dell’Inps della provincia di Rimini, Alessandro Romano”, il Resto del Carlino a pagina 3.


Teleriscaldamento


“L’altra sera il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la proposta del consigliere Idv, Stefano Brunori, che impegna palazzo Garampi a chiedere al tribunale di accelerare i tempi e nominare finalmente un perito, per valutare se le bollette sono effettivamente così alte come lamentano i cittadini. «Un atto molto importante — osserva il giorno dopo il comitato — perché finalmente il tribunale dovrà occuparsi della vicenda, che rischiava di finire in un cassetto per altri anni»”, il Resto del Carlino a pagina 11.


In ballo ci sono “le bollette “astronomiche” che oltre 1.800 famiglie tra i Peep di Viserba, Gaiofana e Marecchiese si sono viste recapitare negli anni”, Corriere Romagna a pagina 7.


Trc, inarrestabile


“Nonostante i problemi e i forti dubbi (anche nel centro sinistra) sull’opera, il presidente della Provincia Stefano Vitali e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi continuano a difendere l’opera. «Il partito dei no-Trc non vuole comprendere che questo è un investimento davvero strategico per il territorio di Rimini – ribadisce Vitali – E’ un’opera fondamentale, sarebbe un grave errore bloccare tutto». Il Pdl e il Movimento 5 Stelle sono convinti che ci siano ancora le condizioni per fermare il cantiere, e magari dirottare i finanziamenti previsti su altre opere. «I soldi messi a disposizione dallo Stato per l’opera (42 milioni più altri 10) sono destinati al Trc. Se rinunciamo, perderemo quei fondi. Ma rinunciare significa anche portare tutti gli amministratori che hanno avallato il Trc alla Corte dei conti, visto che sono stati spesi già 20 milioni di euro dal 1992, per la progettazione e i lavori ai sottopassi»”, il Resto del Carlino a pagina 5.


Riforma del lavoro


Manca l’accordo sull’apprendistato per i minorenni stagionali. “Duemila giovanissimi apprendisti ancora a rischio. E’ stato un lavoro condiviso quello tra Pd e Pdl sulle modifiche da apportare alla riforma del lavoro, ma solo su un punto non s’è trovato l’accordo: l’apprendistato stagionale per i minorenni”, La Voce di Romagna a pagina 17.


Il wellness riempie gli hotel


Lo sostiene il presidente dell’Associazione albergatori Patrizia Rinaldis che per il fine settimana annuncia una ricca dote di turisti. «Non c’è il tutto esaurito - afferma Rinaldis - ma molti, dei 700 alberghi aperti, sono pieni. La maggior parte degli ospiti prenota solo per una notte, quella di sabato, ma c’è anche chi ne chiede due»”, Corriere Romagna a pagina 8.


Spiagge e chiringuiti


Le domande della Voce di Romagna a pagina 18 dopo la pubblicazione sul sito del Comune del modello di chiosco ipotizzato con in vista il marchio dell’azienda che lo produce. “Quindi, perché pubblicare i disegni con i prototipi di chiringuito firmati da un’azienda? Forse per suggerire agli operatori della spiaggia che conviene rivolgersi alla tal ditta privata? E il Comune in questo modo non ha derogato un po’ troppo alla sua funzione di neutralità, in quanto ente pubblico, rispetto al mercato privato di questi prodotti commerciali? In tanti se lo chiedono, urge una risposta”.


Mario Monti al Meeting, la Voce riporta l’indiscrezione dell’Espresso.

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