Martedì, 24 Aprile 2012 09:35

GIORNALAIO 24.04.2012

Rubriche

RIMINI, SIGNORA IN NERO. SPIAGGIA, POLEMICHE SENZA FINE. CARIM, PASQUINELLI CE LA FA. ‘QUESTI RUSSI’: SPENDONO NEI NEGOZI E RISPARMIANO IN ALBERGO. RIMINI WI FI, NASCE IL CONSORZIO DEI BAGNINI


Dati evasione


Su tutti i giornali i dati sull’evasione nel riminese, dalla ricerca di Luigi Vergallo, presentata con ritardo di due mesi, causa il convegno saltato per l’affair Maggioli.


COME si spiega che Rimini (dati 2009 alla mano) sia la nona provincia in Italia per la produzione di ricchezza, e solo la 91esima per le dichiarazioni Irpef? Come si concilia il fatto che Rimini sia la prima per il numero di sportelli bancari, la terza (tra le province con il Pil più alto) per depositi delle famiglie (33mila euro a famiglia), ma il reddito da impresa o lavoro autonomo sia appena di 27.500 euro, quando dovrebbe essere di almeno 10mila in euro in più? ”, l’inizio dell’articolo di Manuel Spadazzi su il Resto del Carlino a pagina 4.


I dati di Vergallo dicono che: «Le stime sull’evasione fiscale a Rimini di Agenzia delle Entrate sono probabilmente inferiori. Si va da 34 a 47 euro evasi ogni 100 dichiarati, ma la quota reale in alcuni settori e in alcune zone della provincia di Rimini arriva sicuramente a 55 euro».


Sempre sul Carlino, Daniele Imola, della segreteria del Pd, interviene nel dibattito evasione-tasse. Maggioli dichiara alla presentazione: “Io non mi vergogno di nulla”.


Come scrive la Voce di Romagna a pagina 11 “E’ Stefano Vitali il regista dell’operazione antievasione e antisommerso di ieri”.


Il presidente della Provincia richiama l’intera classe dirigente mentre Manlio Maggioli “si guarda bene dall’unirsi ai toni di Vitali, anzi per certi aspetti parla una lingua ben diversa puntando il dito sul peso della fiscalità”.


Infine, il sindaco Gnassi parla un’altra lingua anche lui: “Sono stupito dal grado di litigiosità e divisioni, ci vorrebbe una commissione di psico-economia… Del resto la litigiosità è un tratto storico riminese”, scrive Paolo Facciotto.


Non finiranno le polemiche sulla spiaggia


“Già una cinquantina gli operatori che hanno fatto richiesta per l'autorizzazione paesaggistica per montare i giochi. Proprio ieri ne è stata accolta una per uno stabilimento a Rivabella”, scrive il Nuovo Quotidiano di Rimini a pagina 7.


Ma Vanni della Cooperativa Rimini Sud, che ha disertato l’incontro con il sindaco Gnassi, dichiara “smonteremo tutto”, Mussoni (Oasi) “non ci potrà mai essere una soluzione comune”, mentre il consigliere del Pdl Gennaro Mauro attacca Marco Agosta dicendo che “è un accordo all’ultimo istante all'interno di una maggioranza sempre meno unita e rissosa”.


E il Corriere Romagna dà voce a Giorgio Corradini, responsabile dell’associazione Beach tennis, che lancia l’allarme: «Il nuovo regolamento della spiaggia rischia di cancellare 400 campi da beach (anche due o tre per stabilimento). Sarebbe un disastro per le nostre attività, per le iniziative benefiche e per lo sport», riporta Luca Cassiani a pagina 11.


Carim: “Ce la facciamo”


“«Siamo in un momento delicato, ma non abbiamo dubbi che supereremo la soglia dei 67 milioni di euro». Il presidente della Fondazione Massimo Pasquinelli è decisamente ottimista sul futuro della più importante banca della città. Ed è sicuro di aver ormai messo in salvo la Carim”, scrive il Corriere Romagna a pagina 8.


Termina oggi l’offerta di azioni. “Il salto decisivo per la Carim è arrivato negli ultimi giorni grazie all’impegno della clientela retail. Non più gli industriali organizzati in un unico gruppo, ma il contante di tanti imprenditori fra cui pure diversi industriali che hanno contribuito «a titolo personale ma con una cifra consistente»”.


Bene i russi, ma con loro si guadagna poco


Danno molta soddisfazione in quella che viene definita dagli addetti ai lavori “animazione commerciale”, significa che svuotano negozi e boutique del centro con una certa facilità per la gioia dei commercianti. Ma poi, quando c’è da saldare le quote degli albeghi, i turisti russi non gratificano l’operatore riminese come si credeva”. A riportarlo è la Voce a pagina 14, la fonte è Alesandro Lepri di Trademark, ieri su Il Sole 24 Ore. “I russi, forti dei loro numeri, comprano i pacchetti vacanze nei quali sono compresi i costi per i loro tour operator che sono molto alti – continua Lepri -, all’albergatore della riviera resta quindi un margine di prezzo ristretto e in questo modo è costretto a offrire un servizio non all’altezza rispetto a quanto il turista dell’est paga per l’intera vacanza e che quindi si aspetta”.


Wifi, i bagnini vanno da soli


Il Comune ha lanciato un bando per il wi fi gratis che scade il 7 maggio prossimo, ma i bagnini non hanno voluto aspettare. “Evento più unico che raro, si sono riuniti (quasi) tutti nella società consortile “Spiagge network” per proporre la rete wi-fi con accesso libero e a costo zero per gli utenti e per tutti i mesi dell’anno”, scrive la Voce a pagina 15.


L’incognita sono le autorizzazioni paesaggistiche di Comune e Sovrintendenza. “Il servizio - che sarà attivato a partire da giugno ed entro luglio coprirà l’intera costa – diventa anche l’occasione per lanciare un portale on-line con il quale promuovere sul web la nostra spiaggia, un sito internet che per la prima volta contiene tutte le offerte del mondo balneare con tanto di informazioni in tempo reale sullo stato dell’acqua (in collaborazione con l’Arpa)”.

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ECONOMIA SOMMERSA, A RIMINI IL TURISMO NON E’ IL SOLO SETTORE DI TRAINO: LO DICONO I DATI DEL LAVORO IN NERO


Secondo Istat e altri istituti di ricerca il lavoro nero a Rimini sarebbe pari al 10,8 per cento per un totale di poco più di 14mila lavoratori (con punte, in alcuni settori e in alcune aree, anche del 50 per cento). E inoltre, secondo Luigi Vergallo, dell’Università degli studi di Milano, rispetto ai tassi di irregolarità nel lavoro del ministero dell’Economia e delle Finanze, nel riminese non sarebbe in regola il 18,7 per cento dei 27.426 addetti in alberghi e ristoranti, il 6,2 per cento dei 40.560 nell’industria nel suo complesso, il 10,5 per cento dei 14.082 addetti nelle costruzioni.


I dati, resi noti oggi, durante la presentazione del libro di Vergallo, Economia reale ed economia sommersa nel riminese in prospettiva storica, presentato oggi. Si tratta di una ricerca sostenuta da Assindustria Rimini, Camera di Commercio, Provincia e Comune di Rimini.
Secondo Vergallo dai calcoli emergerebbe una realtà diversa da quella pensata, e cioè “come il turismo non sia il primo settore dell’economia provinciale, qualifica che spetta invece all’industria, il comparto che genera più occupazione”.
L’Agenzia delle Entrate attribuisce al riminese un’evasione compresa tra i 34 e i 47 euro ogni 100 dichiarati. Dallo studio risulta, invece, che la quota reale a 55 euro. Rimini, dunque, è nella rosa delle prime dieci province per il pil pro capite riferito al patrimonio delle famiglie, mentre se si parla di redditi irpef la ritroviamo addirittura tra il terzo e il quarto posto e non al 91esimo (ufficiale). Questo in coerenza con gli indici di sviluppo di Confindustria.


Alla presentazione del libro c’erano Comune e Provincia accanto a Camera di Commercio, cosa che non si era potuta fare qualche settimana fa, Andrea Gnassi e Stefano Vitali vicino a Manlio Maggioli. Per Assindustria, Maurizio Focchi.
Obiettivo della ricerca è come convertire un modello economico, quello che basandosi su una buona fetta di lavoro nero ha fatto crescere Rimini dal dopo guerra ad oggi, verso un modello attualmente più sostenibile. Magari un modello, come caldeggiato dalle istituzioni, che punti sulla “destagionalizzazione facendo leva sulle strutture che la permettono”, come pala congressi, aeroporto e fiera, e su cui “giocarsi come territorio”. Chiave di volta per la seconda fase di sviluppo a Rimini potrebbe dunque essere “la dinamicità che ha sempre contraddistinto il tessuto sociale e imprenditoriale locale”.


“Nessuno di noi si deve vergognare nel dire che l'Italia è cresciuta in nero”, è la premessa di Manlio Maggioli che ne approfitta per togliersi un sassolino dalla scarpa e cioè di quando non si capirono nel 2009 le sue parole sugli imprenditori costretti a evadere per sopravvivere, raccolte come un invito all'evasione, erano “un allarme di quel che poi sarebbe effettivamente successo”.


La sintesi e i dati


Il volume (Mimesis Edizioni) è simmetricamente diviso in 3 blocchi: l’analisi storica dell’occupazione dal dopoguerra ad oggi, evasione fiscale, auto rappresentazione degli stakeholder locali. Per ognuno di questi il professor Vergallo ha attinto, rielaborato, sistematizzato e dato una nuova luce a dati e analisi per arrivare a una fotografia realistica dell’evoluzione dell’economia riminese dal dopoguerra ad oggi. Un lavoro di grande approfondimento con più di trenta interviste a imprenditori e rappresentanti delle istituzione e del tessuto produttivo riminese.


Il settore che, fin dall’immediato secondo dopoguerra, ha occupato il maggior numero di persone nelle unità locali delle imprese del riminese è stato quello industriale. Nel 1951 sono 8.419 gli addetti all’industria, 3.945 i commercianti al dettaglio e 2.149 gli addetti agli alberghi e ristoranti; nel 1971 in oltre 22mila lavorano nell’industria, 11.658 nel commercio, 6.711 in alberghi e ristoranti; nel 2001 33.310 sono occupati nell’industria, 17.706 nel commercio (ingrosso e dettaglio), 13.226 in ristoranti e alberghi.


La provincia di Rimini è stata storicamente caratterizzata – rispetto alla media italiana – da una superiore quota di occupati negli alberghi e ristoranti e anche nel commercio, soprattutto nei decenni passati. Nel 1951 la quota percentuale degli addetti ad alberghi e ristoranti a Rimini è del 10, 86 per cento rispetto al 4,78 di media nazionale; la quota di addetti al commercio è del 23,08 per cento rispetto alla media nazionale del 18,06 per cento. Nel 1971 gli addetti ad alberghi e ristoranti a Rimini sono il 14,12 contro il 4,5 nazionale; gli addetti al commercio sono il 28,79 rispetto al 20,33 nazionale.


L’importanza del settore turistico ha forse generato, fin dai primi decenni del Novecento, l’errata convinzione che il turismo fosse il settore con più occupati nella provincia, anche perché dal canto suo l’industria, in quel periodo, occupava meno addetti rispetto alla media italiana. Nel 1971, infatti, gli addetti all’industria nel riminese sono il 40,92 rispetto alla media italiana 59,69.


Una parte del lavoro nel commercio potrebbe dipendere direttamente dalla propensione turistica della città. Se per il 2001 si prova l’esperimento di assegnare al ‘turismo’ il numero maggiore di occupati nel commercio rispetto alla media italiana, come se alla propensione turistica della città fossero direttamente da accreditare, si ha comunque la conferma che l’industria è il settore che dà più occupazione nella zona.


Nel 2008 l’industria occupa 24.932 addetti, l’edilizia 12.744, l’industria in genere 37.676, commercio e trasporti 31.477, alberghi e ristoranti 23.105.
Nel 2009 a Rimini i lavoratori dipendenti coinvolti per settore sono: 18.579 nelle manifatture, 7.135 nelle costruzioni, 26.291 nell’industria, 16.250 nel commercio, 27.694 in alberghi e ristoranti, 4.838 in trasporti, magazzinaggio e comunicazioni.


Il settore industriale ha retribuito il maggior numero di giornate lavorative, ciò fa pensare che il settore turistico, per esempio, pur avendo impiegato il maggior numero di ‘teste’ in un anno lo ha fatto però per brevi periodi garantendo quindi un minor numero di giornate lavorative rispetto a diversi altri settori. Nel 2009, il numero di giornate retribuite in un anno per settori è: manifatture 4,683 milioni, costruzioni 1,616 milioni, industria 6,471 milioni, commercio 3,915 milioni, alberghi e ristornati 3,246 milioni, trasporti magazzinaggio e comunicazioni 1,263 milioni di giornate.


Anche il calcolo delle giornate lavorative pro-capite conferma l’osservazione. Nel 2009, le giornate lavorative pro-capite in un anno per settore sono: estrazione minerali 370,35, manifatture 252,06, produzione e distribuzione di energia elettrica, acqua, gas 301,81, costruzioni 226,61, media dei settori industriali 246,16, commercio 240,93, alberghi e ristoranti 117,22, trasporti e comunicazioni 261,2, attività finanziarie 290,81, attività immobiliari e servizi 226,87.


Lo stesso si può dire se si va ad analizzare il totale delle retribuzioni pagato dai diversi settori nel 2009: manifatture 353,108 milioni, costruzioni 111,837 milioni, industria 483,690 milioni, commercio 267,687 milioni, alberghi e ristorazioni 179,662 milioni, trasporti e comunicazioni 107,81 milioni.
La ricerca ha anche calcolato il valore medio delle retribuzioni per giornata retribuita, classifica che vede il settore manifatturiero seguire quello dei trasporti e magazzinaggio e precedere tutti gli altri, per il 2009: manifatture 75,4, costruzioni 69,16, industria 74,43, commercio 68,36, alberghi e ristorazione 55,34, trasporti 84,73.


Un altro ambito di questa ricerca ha riguardato il ‘valore aggiunto’ prodotto dalle imprese dei diversi settori economici. Questa diversa prospettiva è stata affrontata per poter verificare qual è il peso effettivo delle imprese dei diversi settori in ambito economico. Nel 2007 a Rimini il valore aggiunto ai prezzi base di alcuni settori in milioni di euro è stato: industria 1.858,4 (22,81%), commercio, trasporti e comunicazioni 1.480,3 (18,17%), turismo 993,70 (12,2%).


Dalla stima, per contrasto e in prospettiva comparata rispetto anche ad altre province, del peso effettivo dell’economia riminese (sfruttando una serie di indicatori ritenuti in grado di riflettere lo stato ‘effettivo’ della ricchezza locale” emerge un forte contrasto tra la ricchezza effettiva e alcuni dati ufficiali quali per esempio il reddito medio imponibile dichiarato ai fini dell’Irpef.


È tuttavia noto che, a livello nazionale, non tutti i settori economici sono ‘non virtuosi’ allo stesso modo; per esempio il settore industriale o quello del terziario avanzato sono poco interessati dal fenomeno del sommerso, mentre l’Agenzia delle Entrate stima che lo siano un po’ di più settori come l’agricolo o il ‘commerciale-alberghiero’.


Classifica del Pil procapite delle province italiane: Milano 36.530, Bolzano 34.122, Bologna 33.276, Aosta 33.037, Roma 32.568, Modena 31.985, Bergamo 31.526, Mantova 31.258, Rimini 31.225, Forlì-Cesena 30.724.


Classifica redditi Irpef come media sulla popolazione delle dieci province della classifica precedente: Milano 17.655, Bolzano 14.907, Bologna 16.352, Aosta 14.774, Roma 14.403, Modena 14.244, Bergamo 13.182, Mantova 12.690, Rimini 11.717, Forlì-Cesena 12.690.


Media redditi Irpef in euro: L’Aquila (70esima nella classifica del pil pro capite) 10.066, Verbano – Cusio – Ossola (65esima nella classifica del pil pro capite) 11.930, Perugia (60esima nella classifica del pil pro capite) 13.826, Arezzo (50esima nella classifica del pil pro capite) 12.089, Rimini (nona nella classifica del pil pro capite) 11.717.


Nel 2008 i patrimoni delle famiglie nelle province analizzate ammontavano mediamente a: Milano 494.985, Bolzano 440.178, Bologna 455.688, Aosta 509.183, Roma 409.092, Modena 467.081, Bergamo 403.210, Mantova 433.548, Rimini 462.421, Forlì-Cesena 461.043.


Rapporto tra la spesa per consumi interni delle famiglie e il numero delle famiglie nel 2009: Milano 46.000, Bolzano 50.000, Bologna 41.000, Aosta 45.000, Roma 44.000, Modena 39.000, Bergamo 35.000, Mantova 37.000, Rimini 47.000, Forlì-Cesena 51.000.


Veicoli a motore per i quali è stata pagata la tassa di proprietà per abitante nel 2009: Milano 0,57, Bolzano 0,68, Bologna 0,97, Aosta 1,52, Roma 0,88, Modena 0,81, Bergamo 0,76, Mantova 0,81, Rimini 0,95, Forlì-Cesena 0,85.


Sportelli bancari ogni mille abitanti nel 2009: Milano 0,65, Bolzano 0,82, Bologna 0,86, Aosta 0,75, Roma 0,5, Modena 0,73, Bergamo 0,7, Mantova 0,81, Rimini 0,96, Forlì-Cesena 0,91.


Rapporto tra i depositi bancari delle famiglie e il numero delle famiglie nel 2009: Milano 36.000, Bolzano 33.000, Bologna 30.000, Aosta 25.000, Roma 34.000, Modena 31.000, Bergamo 28.000, Mantova 24.000, Rimini 33.000, Forlì-Cesena 30.000.
Confrontando dunque il posizionamento di Rimini nelle classifiche precedenti, ci si accorge che la provincia, nella classifica dei redditi Irpef pro-capite, avrebbe dovuto realisticamente collocarsi all’incirca nella posizione ‘tre e mezzo’, coerentemente con il posizionamento secondo gli ‘indici di sviluppo’ che Confindustria ha attribuito a Rimini (giudicata seconda, come sviluppo generale, dopo Milano).


Si tratterebbe dunque di una quota di sommerso probabilmente superiore a quella stimata dall’Agenzia delle Entrate, che attribuisce a questa parte dell’Italia una evasione compresa tra 34 e 47 euro ogni 100 dichiarati: una quota che potrebbe anche superare - non in tutti ma in alcuni settori e in alcune aree - punte del 50%.


Come si sa, però, questo sommerso non si riflette specularmente su tutti gli ambiti della vita economica, e alcuni recenti studi hanno stimato che, per esempio, il lavoro sommerso nella zona dovrebbe essere pari al 10,8% del totale.
Diversi gli esperimenti effettuati, distribuendo prima la massa dei lavoratori sommersi su tutti i settori e poi anche su un solo settore per volta. Come prova del nove, si è dunque provato ad attribuire tale massa di lavoro anche al solo settore turistico. Addetti alle unità locali di alcuni settori (sui precedenti dati Istat) aumentati del tasso di lavoro irregolare stimato per il settore in provincia di Rimini nel 2008: alberghi e ristoranti 27.426, industria nel complesso 40.560, settore edile 14.082.

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IL RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO S’INCONTRA RIMINI. OSPITI DELLA CONVENTION BERTONE, RAVASI , RYLKO E IL SANGUE DI GIOVANNI PAOLO II


“Nello Spirito gridiamo: Gesù è il Signore!” è il tema della 35esima convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns), che si svolgerà a Rimini dal 28 aprile al 1 maggio, nel 40esimo anniversario della sua presenza in Italia. Il programma prevede momenti di preghiera e liturgici accompagnati da testimonianze e relazioni sulla nuova evangelizzazione.


Tra gli ospiti i cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, Ivan Dias, prefetto emerito della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura e Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici. Domenica 29 aprile verrà accolto il reliquiario contenente il sangue del beato Giovanni Paolo II. La convocazione sarà anche l'occasione per presentare il calendario giubilare, con l'Udienza di Benedetto XVI, sabato 26 maggio a San Pietro (Asca).

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LA CGIL IN PROVINCIA SPIEGA I MOTIVI DEGLI SCIOPERI. URBINATI: “GLI IMPRENDITORI NON VOGLIONO AFFRONTARE LA CRISI’”


Incontro i provincia per la Cgil di Rimini. Questa mattina il sindacato ha spiegato i perché della mobilitazione di questi giorni a Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini, e Meris Soldati, che nella giunta Vitali occupa ha la delega alle politiche del lavoro. In particolare, il moloch per la riviera potrebbe essere la ‘mini Aspi’, ovvero il provvedimento che andrà a sostituire l’indennità di disoccupazione per i lavoratori stagionali.


E’ toccato a Graziano Urbinati illustrare a Stefano Vitali e Meris Soldati le “le preoccupazioni del sindacato sull’andamento della cassa integrazione, delle sospensioni nell’artigianato, sulla chiusura di imprese e sul problema dei lavoratori esodati del nostro territorio, evidenziando che la cosiddetta riforma non produrrà nessuna dinamica di sviluppo e crescita”.


Positivo, secondo il sindacato, l’esito dell’incontro. “Possiamo ritenere – sostiene Urbinati - che il presidente Vitali condivida la preoccupazione della Cgil sulla tenuta dell’economia nel territorio riminese anche perché gli imprenditori non mostrano una concreta volontà nel voler aggredire la crisi. Così come pensiamo di poter condividere la necessità che si imprima una svolta rispetto al vecchio modello economico, a partire da un sentire comune che ancora non è maturato”.


Durante il vertice si è parlato anche di imposta di soggiorno convenendo che “può essere una opportunità se vista anche in relazione a futuri necessari investimenti nel settore turistico”.


La mobilitazione


Domani, martedì 24 aprile, la mobilitazione continua con lo Sciopero generale territoriale indetto dalla CGIL utilizzando otto delle sedici ore proclamate a livello nazionale. I lavoratori si troveranno nella mattinata davanti alla Prefettura. Il nuovo Prefetto ha acconsentito a ricevere una delegazione sindacale alle 11,30. La manifestazione verrà conclusa dal Segr. nazionale della FILLEA CGIL Walter Schiavella.


Modalità
- Sciopero indetto dalle categorie CGIL per l’intera giornata lavorativa o intero turno di lavoro
FLC
Istituzioni scolastiche statali, Scuole private, Università, Formazione professionale.
FP
Autonomie locali e Dirigenza, Igiene ambientale pubblica e privata e settore Funerario, Enti Pubblici non economici e Dirigenza, Ministeri Dirigenza, Sanità pubblica e Dirigenza, Socio-Sanitario-Educativo-Assistenziale, Sanità privata, Cooperative sociali, Comparto Sicurezza, Federcasa.
FILCTEM
Hera luce, Enel, Hera Gas-Acqua, Sgr. Chimica, Farmaceutica, Ceramica del Conca
SLC
Poste, Telecomunicazioni, industria e artigianato di: Grafici, Editoria e settore della Comunicazione.
FILCAMS
Aziende del Terziario, della Distribuzione e dei Servizi, Imprese Distribuzione Cooperativa, Aziende del turismo, Dipendenti da amministratori di condominio, Lavoro Domestico, Dipendenti da proprietari di fabbricati, Studi professionali, Acconciatura, Estetica, Agenzie immobiliari, Aziende Termali, Pulimento, Vigilanza privata.
FISAC
Credito, Assicurazioni, Finanziarie
FILLEA
Edilizia
FLAI
Industria e artigianato Alimentare e Pesca
FILT
I lavoratori dei trasporti e del Soccorso e Sicurezza stradale non potranno scioperare a seguito dell'intervento della Commissione di Garanzia in quanto si è verificata la sovrapposizione con lo sciopero precedentemente proclamato da un sindacato autonomo
Per gli altri settori o ambiti lavorativi 4 ore di sciopero per l’intera mattinata o ultime 4 ore del turno del mattino.
FIOM
Metalmeccanici industria e artigianato
FILLEA
Industria e artigianato: Legno, Laterizi, Lapidei, Cemento
FILCTEM
Gomma-plastica-vetro, Abbigliamento, Calzaturiero, Tintorie, Lavanderie
FLAI
Agricoltura (sciopero unitario di 8 ore in data da definire)

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REGIONE, RIFIUTI: LA DIFFERENZIATA SUPERA I SACCHI NERI RAGGIUNGENDO QUOTA 50,4% NEL 2010. RESTA TROPPA LA SPAZZATURA PRO CAPITE


Sulla raccolta differenziata dei rifiuti, in Emilia-Romagna il 2010 ha fatto registrare dati migliori rispetto a quelli del 2009, forniti dal nono Rapporto Osservasalute dell’Università Cattolica. Nel 2010, infatti, si è toccata quota 50,4%, superando quindi il valore della raccolta indifferenziata.
Lo precisa il Servizio rifiuti della Regione Emilia-Romagna, a commento del rapporto presentato oggi a Roma dalla Università cattolica.


Per quanto riguarda invece il dato relativo ai rifiuti pro-capite, che secondo il rapporto farebbe registrare per l’Emilia-Romagna i livelli i più elevati del Paese, occorre chiarire che ciò è dovuto al fatto che la Regione assimila ai rifiuti urbani anche quelli provenienti dalle attività commerciali e dal terziario, che da soli valgono circa il 46% del totale dei rifiuti solidi urbani.
La scelta di tenere assieme rifiuti urbani e speciali derivanti attività commerciali e dal terziario è stata fatta per avere un migliore controllo sul flusso dei rifiuti produttivi e essere in grado di gestirli in modo più efficace.

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SANATORIA BAGNINI, LOMBARDI (PDL): “SOLUZIONE INIQUA. SE IL SINDACO VUOLE UNA SPIAGGIA DESERTA LO DICA”


Anche il consigliere regionale Marco Lombardi analizza “l'equilibrismo di Agosta in merito alla sanatoria per i bagnini”. Secondo il politico del Pdl la soluzione trovata in Comune è “iniqua”.


Lombardi parla di “situazione tollerata ed in alcuni casi incentivata per anni, che riguarda per la maggior parte dei casi servizi gratuiti graditi ai turisti ed ai riminesi. Se alla fine sarà più conveniente per gli operatori smontare le strutture ( beach volley- giochi per bambini- bocce) piuttosto che pagare le cifre folli pretese, sarà evidente a tutti che la soluzione era impraticabile”.


Lombardi va oltre confrontando come altri Comuni della riviera hanno affrontato il medesimo problema, come Bellaria e Riccione. “Evidentemente quando si tratta di fare cassa non esiste più la necessita, più volte ribadita per la tassa di soggiorno,di avere un sistema di offerta unico”. E in definitiva a pagare alla fine sarà sempre il turista che a Rimini avrà servizi peggiori e minori rispetto a quelli di Bellaria e Riccione.
Se invece l'intento dell'amministrazione è di avere una spiaggia ‘deserta’ lo deve dire chiaramente senza nascondersi”, conclude.

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SANATORIA SPIAGGE, MAURO (PDL): “I BAGNINI? FANNO BENE A SMONTARE”


I bagnini? “Fanno bene a smontare tutto, io stesso lo farei”, è la reazione del consigliere di minoranza Gennaro Mauro alle parole lette sui giornali questa mattina. Marco Agosta, capogruppo Pd in Comune e a capo dell’opposizione all’esosa sanatoria spiagge dell’amministrazione riminese, è uscito infatti sui giornali sostenendo che la delibera approvata giovedì scorso in Consiglio in Comune rappresenta “il miglior punto di equilibrio possibile”.


Gennaro Mauro, che già la scorsa settimana aveva fatto notare alcuni fattori di illegittimità dell’atto ammette di aver rintracciato un certo equilibrio nelle disposizioni della giunta, “ma non nel senso di aprire un dialogo costruttivo con la categoria, bensì nel trovare un accordo all'ultimo istante all'interno di una maggioranza sempre più divisa e rissosa. A mio parere è prevalsa la linea di chi ha pregiudizi ideologici nei confronti degli operatori turistici in generale. Ora è toccato ai bagnini, aspettiamo a chi tocca domani”.


Diverse, secondo Mauro, le imprecisioni da limare a partire dal “mancato” confronto con le categorie “le quali giustamente in questi giorni stanno pensando di adottare provvedimenti che potrebbero avere gravi ripercussioni sui servizi di spiaggia nella stagione che sta per iniziare”.

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TURISMO STRATEGICO, TRENO GRATIS PER CHI TRASCORRE LE FERIE A RIMINI O RICCIONE


In tempi di crisi si corre ai ripari in ogni modo e vista tutta l’incertezza con cui si appresta a partire l’imminente stagione balneare la carta da giocare è adesso quella dei treni gratis per chi li userà per raggiungere Rimini o Riccione e rimanevi in vacanza per almeno una settimana. Questi i vantaggi della card Trenitalia, con dentro racchiude anche agevolazioni e prezzi d'ingresso ridotti nei musei, castelli e parchi divertimento della provincia di Rimini, frutto dell’accordo tra le associazioni degli albergatori di Rimini e Riccione e Trenitalia, in collaborazione con la Provincia di Rimini.


L’accordo è dedicato ai clienti dei treni che soggiorneranno almeno una settimana negli alberghi convenzionati. Saranno infatti loro a ricevere dall'albergatore il rimborso del biglietto di andata. Se poi il soggiorno dovesse essere di due settimane allora il vacanziero vedrà rimborsarsi anche il biglietto di ritorno.


Ovviamente, esistono dei limiti: un massimo di 40 euro a persona per gli alberghi a 3 o 4 stelle (80 euro per le due settimane) e di 25 euro per quelli di categoria 1 o 2 stelle (50 euro per i pernottamenti di due settimane). Per il 2012 si potrà approfittarne fino al 31 dicembre.


La ‘Carta vantaggi’, forte del successo dello scorso anno quando ha visto crescere i clienti del 38 per cento rispetto all'anno precedente, è utilizzata soprattutto da coppie (32%) e famiglie (26%), ma anche da giovani (23%) e anziani (19%). Ne ha fatto maggio uso la clientela lombarda (53%) e piemontese (20%). Il 16 per cento dei clienti ha deciso alla fine di raddoppiare la vacanza potendo ricevere in cambio il rimborso di tutto il viaggio.

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RIMINIFIERA, DAL 2013 TORNERANNO I VEICOLI ECOLOGICI CON ECOMONDO


Nel 2013 tornerà a Rimini il SalVe, salone dei veicoli ecologici. L’occasione è quella di Ecomondo 2013, fiera internazionale del recupero di materia e di energia e dello sviluppo sostenibile. Oggi a Torino le firme di Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera, Paolo Martinelli, presidente della sezione Veicoli per Servizi Ecologici di Anfia che concederà il proprio patrocinio esclusivo alla manifestazione che avrà cadenza triennale.


Soddisfatti i vertici di Anfia. “Ci fa molto piacere – sottolinea Martinelli - poter collaborare con Rimini, nell’interesse della crescita del comparto dei veicoli ecologici, tramite una vetrina così prestigiosa qual è Ecomondo”.


Un passo importante per Rimini Fiera. “Questa intesa – è il commento di Cagnoni - ricompatta il settore e consente a Ecomondo, già fiera leader nel comparto ambientale grazie anche alle concomitanti Key Energy e Cooperambiente, di rappresentare l’intera filiera del rifiuto, dalla raccolta fino al riciclo e riutilizzo finale”.

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PESCA, RAGGIUNTO IL ‘FISH DEPENDENCE DAY’: SULLE TAVOLE RIMINESI SOLO IL 10 PER CENTO DI PESCE FRESCO LOCALE


“Anche Rimini il pesce fresco inciderà per il 10 per cento e non oltre, anzi anche meno”, è il commento di Giancarlo Cevoli, presidente della cooperativa ‘Lavoratori del mare’ di Rimini, alla notizia riportata dal Corriere della sera. Secondo il quotidiano di via Solferino, “l'Italia sta consumando molto più pesce di quello che riesce a produrre, rendendo il Paese dipendente dalle importazioni”. A rivelarlo è il rapporto della New economics foundation (Nef) e di Ocean2012.


Secondo le due organizzazioni, infatti, 21 aprile, è il ‘fish dependence day’ italiano, “cioè il giorno in cui l'Italia inizia a essere dipendente dal pesce pescato in altre acque. Aver raggiunto il ‘fish dependence day’ non significa che da domani gli italiani potranno acquistare solo pesce importato, ma che hanno già mangiato tutto il quantitativo di pesce che la nazione riuscirà a produrre quest'anno”.


Rimini non è da meno e, spiega Cevoli, “non può essere differentemente: pensi a tutti gli alberghi, tutto congelato, d’importazione da tutte le parti del mondo. Nessuno è autosufficiente”.


Il rapporto, infatti, mette a confronto la situazione nel ‘bel Paese’ con quella del resto d’Europa. “L'Italia è autosufficiente per il 30% del pesce che consuma, a fronte del 51% della media dei 27 Paesi Ue. In questo la Penisola è in compagnia di altri Stati con un ampio affaccio sul mare, come il Portogallo (autosufficiente per il 24%), la Spagna (39%) e la Francia (38%). Così, se per l'Unione europea il ‘fish dependence day’ sarà il 6 luglio, per la Francia arriverà il 21 maggio e per la Spagna il 25 maggio, mentre per il Portogallo è stato il 30 marzo”.


Questi dati, però, non devono indurre in errore: il pescato effettivo è in genere, tanto, anzi troppo, rispetto alle esigenze locali. Quella della marineria di Rimini è una realtà, “magari poco conosciuta in città, ma importante a livello nazionale”, che esporta in Italia e all’estero.


“Si tratta – precisa Cevoli - della produzione massiva. Il pesce azzurro e le vongole li mandiamo (ancora freschi) al 70 per cento in Spagna, le triglie spesso vanno a finire in Grecia, soprattutto in alcuni periodi. E’ normale per via della deperibilità del prodotto e del fatto che diversi tipi di pescato sono destinati a lavorazioni diverse. Noi per esempio non abbiamo la trasformazione, la Spagna sì. Non conviene, i costi sono troppo alti e allora chi la fa ha preferito spostarsi in Croazia o in Romania”.

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