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AUDITORIUM, 1,8 MILIONI INUTILIZZATI TORNERANNO NELLE CASSE DEL COMUNE. FONDAZIONE CARIM RINUNCIA AL PROGETTO


La storia è quella della costruzione dell’auditorium, nell’ambito della riqualificazione dell’area delle vecchia fiera. Il comune aveva individuato nella Fondazione Carim il soggetto che avrebbe potuto portare a compimento l’opera e aveva stabilito un finanziamento complessivo di 3,9 milioni di euro. Il Comune aveva anche accreditato nelle casse della Fondazione una prima rata per l’acquisto del terreno nelle casse della Fondazione. Poi il commissariamento di Carim ha messo la Fondazione in condizione di non poter più andare avanti. Il consigliere comunale Gioenzo Renzi ha chiesto in Consiglio comunale quando la Fondazione restituirà i soldi inutilizzati. La risposta è arrivata dal sindaco.


A fine anno, “il 31 dicembre 2011”, comunica Andrea Gnassi, “a seguito del sollecito del Comune, la Fondazione Carim ha comunicato ufficialmente che per le note difficoltà economiche di Banca Carim ha deciso di soprassedere alla prosecuzione del progetto”. Il fatto si era intuito ma c’è un problema: il comune aveva già da tempo dato alla Fondazione la prima rata di 1,8 milioni (sul totale di 3,6 milioni per la realizzazione del progetto) che a sua volta l’aveva rimpallata a Rimini Fiera per l’acquisto del terreno su cui realizzare l’auditorium.


“Il Comune – ha detto Gnassi – ha già interloquito con Rimini Fiera per concordare un percorso per la restituzione della somma. Si tratta dell’operazione di rientro di una somma non trascurabile che necessita un certo periodo. La Fondazione si è già messa d’accordo con Rimini Fiera per la restituzione della rata di 1,8 milioni che successivamente la Fondazione stessa restituirà al Comune. Il tutto avverrà comunque nell’arco di poche settimane”.

Giovedì, 19 Aprile 2012 12:24

Fellini

Federico Fellini


Giovedì, 19 Aprile 2012 11:50

...questa invece la realtà

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...questa invece la realtà


L’ultimo giorno è il 30 aprile. Entro quella data la Sab, società che gestisce l’aeroporto di Bologna, dovrà dire se intende o no presentare un piano per il salvataggio degli aeroporti di Forlì e Rimini. La Sab è stata infatti incaricata dalla Regione, che si è impegnata nel salvataggio di entrambi gli scali romagnoli, di elaborare una proposta di alleanza partendo dall’analisi delle situazioni finanziarie di tutti e tre gli scali. I tempi sono stretti e gli intoppi non mancano, con qualche rimbalzo di responsabilità. Aeradria, per esempio, avrebbe inviato già da diverse settimane i documenti necessari a Bologna, ma la Sab da parte sua lamenterebbe ritardi.


La questione in gioco è anche un’altra, ovviamente irrisolta: la società degli aeroporti romagnoli sarà a tre o a due? Vista da Forlì, Rimini viene considerata fuori dai giochi a causa delle divergenze tra le due piccole degli ultimi mesi. Dal canto suo, la Provincia di Rimini ha dichiarato di essere semmai interessata a un accordo con Bologna (sottintendendo ‘non con Forlì’).


Le novità delle ultime ore rivelano un destino in bilico del Ridolfi. Si apprende, infatti, dall'edizione bolognese del quotidiano La Repubblica che il piano industriale da mesi allo studio di Armando Brunini, direttore della Sab, nelle prossime ore illustrato ai consiglieri, manifesterebbe dubbi rispetto all'utilità di un'unione con Forlì, scalo troppo piccolo per salvarsi e soprattutto in continua perdita. L'ipotesi più accreditata, dunque, nelle ultime ore, sembra quella della società a due e più precisamente del matrimonio tra Bologna, hub principale che manterrebbe le grandi compagnie e la Ryan Air, con Rimini, che accoglierebbe le altre low cost (e se l’unione andasse in porto inizierebbe una forte campagna per l’acquisto delle compagnie che ora mancano all’appello). A fare da ‘bravi’ in questo matrimonio dei cieli potrebbero però essere i 5milioni di costo per Bologna nel caso di addio a Forlì, per via di una fidejussione.


Per la Regione non è cambiato nulla: almeno ufficialmente nessuno è escluso dalla partita. I tempi sono lunghi sì, ma è per permettere ai tecnici di fare bene i conti prima degli incontri politici, almeno secondo l’assessore Peri. Nulla di strano, quindi. In campo è sceso anche Vasco Errani che avendo intuito quale sia il nocciolo duro della questione cerca di premere sul presidente della Camera di commercio di Bologna, tra i maggiori azionisti di Sab, e punta alla Saer, la rete degli aeroporti dell’Emilia Romagna, per ridurre la frammentazione.
In Provincia, tuttavia, i telefoni piangono, invece di squillare, per lo meno quello del presidente Vitali.


Dal punto dei passeggeri, Bologna è cresciuta nel 2011 sfiorando i sei milioni, trend interrotto drasticamente nei primi quattro mesi 2012 e un brutto meno 10,9 per cento da gennaio. Nessuno sa perché e intanto si mettono in preventivo 23milioni per il restyling. La Sab ha chiuso il 2010 con un utile di 4,5 milioni.
Record negativo per il Ridolfi di Forlì, gestito dalla Seaf, che nell'ultimo mese ha registrato 92 passeggeri nazionali con buco nel 2010 di quasi 10 milioni di euro.
Dal canto suo Aeradria, Enac permettendo, conta di superare nel 2012 il milione di passeggeri. La società di gestione dell’aeroporto internazionale Fellini, alle prese con i creditori (Cooperativa Braccianti e Pesaresi hanno minacciato di fare causa per il milione e 321 mila euro di lavori alla malconcia pista quest’estate), ha da poco ottenuto un prefinanziamento pari al 10 per cento del mutuo di 21 milioni di euro richiesto alle banche. E’ fiduciosa di racimolare anche il resto e intanto il bilancio 2011 sembra slitterà di due mesi proprio in attesa dell’ok delle banche. Il buco per Aeradria nel 2010 era di 2,6 milioni, per un volume di affari di 10 milioni.


C’è poi da tenere in considerazione il Piano nazionale aeroporti.
In occasione di una risposta ad una interrogazione parlamentare in marzo, il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo parlando di un gruppo di scali in cui vengono citati anche il Verdi di Parma e il Fellini di Rimini, spiega che “è necessario arrivare rapidamente ad un piano aeroporti che riesca a selezionare gli scali di carattere internazionale e nazionale rispetto a quello di valenza locale”. E aggiunge che “si tratta di realtà in parte diverse e che dovrebbero essere affrontate una per una anche se hanno la caratteristica comune di essere considerati tutti piccoli aeroporti. L’evoluzione tecnologica ha cioè fatto sì che, mentre negli anni passati questi piccoli aeroporti erano una risorsa essenziale per quanto riguardava le vie di comunicazione, oggi c’è una concorrenza molto maggiore con altro tipo di trasporti”, ovvero il Tav.


L’incontro al vertice per decidere i destini degli aeroporti di Romagna e forse anche dell’Emilia è previsto nei prossimi giorni, l'ultima parola spetta ai soci Sab (ben 16), che si riuniranno entro la fine del mese. Grandi azionisti sono Camera di Commercio, Comune, Regione e Provincia, tra i privati Unicredit.


Giovedì, 19 Aprile 2012 11:51

Gambini. Un sogno sull'aeroporto

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Gambini. Un sogno sull'aeroporto


Ho sognato che i vertici dei governi locali che controllano l'aeroporto Fellini uscivano dal vicolo cieco nel quale sono finiti, rifiutando ogni prospettiva di privatizzazione.


I bilanci in rosso li avevano spinti a capire che la proposta della Regione di unificare Bologna, Forlì e Rimini era soltanto una invenzione per prolungare l'agonia di Forlì. Che questo sarebbe stato il risultato nel periodo più ravvicinato, ma la scelta avrebbe portato inevitabilmente ad un ridimensionamento pesante anche per Rimini.
Nella prospettiva il Fellini sarebbe diventato al massimo una pista funzionale per integrare le esigenze di Bologna.
Nel mio sogno quei vertici ad un certo punto hanno però deciso di sparigliare, disobbedendo agli ordini del partito e cercando la soluzione più utile per la città.
Ci sono arrivati in ritardo perché la decisione è stata difficile e travagliata. Per ragioni politiche, di consenso, di poltrone.
Intanto, Rimini ad Errani non era mai stata capace di dire di no, poi nell'aeroporto ci sono finiti un sacco di soldi dei contribuenti e si faceva fatica a spiegare perché la soluzione della privatizzazione, se era così buona, non fosse stata adottata prima. C'era di mezzo anche qualche poltrona pubblica che con questi chiari di luna fa sempre dispiacere dismettere ed anche un buon rapporto con gli albergatori che avevano spinto ed applaudito il salasso delle casse degli enti locali, senza preoccuparsi tanto della Tassa di Soggiorno che prima o poi sarebbe arrivata.


Alla fine però ce l'hanno fatta, hanno preso il coraggio a due mani e hanno cominciato a girare alla ricerca di un compratore.
Non era un'impresa impossibile, in fondo alla porta del Fellini in passato aveva bussato, inascoltato, più di un gruppo interessato all'acquisizione. Gruppi che volevano Rimini per inserirlo nel loro network di aeroporti internazionali, la garanzia migliore per la sua vita e la sua crescita.
La ricerca, nel sogno, però è stata più innovativa, si è rivolta ad oriente. Verso nuovi mercati, lì dove ci sono diverse compagnie aeree e bacini turistici interessatissimi all'Italia. Una portaerei in mezzo all'Adriatico fa gola, soprattutto se lo scalo è anche l'aeroporto della Repubblica di San Marino ed esime dall'obbligo di reciprocità con Alitalia.
La prima tappa dei nostri eroi così è stata sul Titano, perché quello aeroportuale, con annesso outlet di lusso sul Monte, può essere un bel business, una delle alternative possibili a quello delle "cartiere" smontato dalle Fiamme Gialle.
Alla fine, insieme riminesi e sammarinesi ce l'hanno fatta, hanno trovato il compratore dell'estremo oriente, hanno sistemato le cose con l'Italia, hanno avuto la garanzia di collegamenti con Roma e Milano ed hanno anche mantenuto le tratte più interessanti per il mercato tra quelle fatte partire negli anni scorsi. Sono diventati il punto di riferimento in Italia per il traffico dallíestremo oriente.


Nel mio sogno il Presidente della Provincia ed il Sindaco di Rimini guardavano divertiti i giochi di prestigio che in molte città si stavano facendo per tenere aperti gli aeroporti e rispondere ai nuovi parametri dell'ENAC. Sorridevano anche verificando i bilanci dei propri enti che non dovevano più accollarsi periodiche ricapitalizzazioni, anzi avevano una nuova disponibilità finanziaria da utilizzare per nuove infrastrutture necessarie al territorio. Non si preoccupavano neppure di Bologna. Il Marconi, spinto dalla concorrenza di Rimini, s'era sposato con un gruppo aeroportuale australiano.


Il mio sogno aveva un lieto fine per tutti, una favola ultraottimista, nella quale gli unici a rimetterci erano i detentori delle poltrone pubbliche dell'aeroporto. Nella realtà non sarà così facile. Stando fermi e dicendo sì a Bologna è certo però che il Fellini entra in un incubo. E' una fine che non merita.


Sergio Gambini


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COMUNI MONTEFELTRO, LOMBARDI: “REAZIONE SCOMPOSTA DI RICCI”


“Incomprensibile” se non addirittura “scomposta” secondo il consigliere regionale Pdl Marco Lombardi, la reazione presidente della Provincia di Pesaro in merito alla richiesta dei due comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio “di rientrare in Emilia-Romagna e alla decisione dell’Assemblea Legislativa della nostra Regione di esprimere a tal proposito parere positivo”.


Montecopiolo e Sassofeltrio, forti dell’esperienza dei primi sette comuni del Montefeltro ad aver passato il varco regionale, si sono poi anche espressi in referendum con esito positivo (negativo invece l’esito del referendum a Macerata Feltria e Montegrimano). “La volontà popolare vale ben più delle opinioni personali. Mi consolerò per il fatto di aver dato soddisfazione (anche se la strada è ancora lunga) a oltre 2mila cittadini e due istituzioni comunali”.


In definitiva , sono “anacronistiche e prive di senso e di fondamento” le posizioni “posizioni di difesa territoriale” di Ricci, secondo Lombardi, perché “questi due comuni, come gli altri sette dell’Alta Valmarecchia, dimostrando un profilo istituzionale ben diverso da quello del Presidente Ricci, non hanno mai detto di voler lasciare le Marche perché trattati male da una Regione o da una Provincia inospitali, ma semplicemente perché, con un percorso sancito dalla nostra Costituzione, desideravano rientrare in quella dimensione amministrativa che sentono più in sintonia con la loro storia antica e presente”.

Mercoledì, 18 Aprile 2012 08:55

GIORNALAIO 20.04.2012

Rubriche

AEROPORTI, SANATORIA SPIAGGE, BILANCIO 2011, CONVENTION BUREAU, MONTEFELTRO CONTESO, NOVITA’ A SAN PATRIGNANO


Bologna Rimini insieme, Forlì sacrificato


Come scritto ieri pomeriggio anche qui http://www.inter-vista.it/articoli/item/541%20questa%20invece%20la%20realta “Nozze nell’aria tra Rimini e Bologna”, è il titolo de il Resto del Carlino a pagina 5. In vista l’accordo con Bologna, vittima sarebbe Forlì. “Il piano industriale che sarà discusso la prossima settimana indicherebbero una decisa virata del ‘Marconi’ verso il ‘Fellini’, giudicato più «affidabile» dello scalo forlivese. Lo scenario è quello di una polarizzazione dei voli tra Bologna e Rimini; la prima farebbe da hub e riferimento per le grandi compagnie internazionali, mentre sull’aeroporto di Miramare verrebbero dirottati i voli low cost, con una particolare attenzione al mercato russo. Se queste prime ipotesi fossero confermate, il passo successivo sarebbe una potente campagna acquisti per portare in Emilia Romagna (e dunque a Bologna e Rimini) le compagnie che mancano all’appello, da Air Europa a Air One, passando per il possibile arrivo della russa Sky Express, il rafforzamento di Easy Jet e Wind Jet”, scrive Carlo Andrea Barnabè.


E Stefano Vitali, presidente della Provincia, rispetto al silenzio di Regione e Sab dichiara: «Non condivido il metodo del silenzio, ma se queste indiscrezioni fossero fondate, per Rimini l’operazione si confermerebbe interessante», silenzio definito sempre da Vitali sul Corriere Romagna a pagina 8 “un mistero”.


Palas, l’astronave stenta


Presentati ieri i dati di Convention Boureau sui congressi del 2011 e le prospettive del 2012. “I congressi tenuti nel Riminese sono stati 6.649, con un calo del 4,15% rispetto al 2010. In calo (-7,26%) pure le presenze passate 2,7 a 2,5 milioni. In crescita invece i partecipanti (da 1.182.429 a 1.329.672) grazie ai congressi più grandi che si sono tenuti nella nostra provincia l’anno scorso”, sul Carlino a pagina 4.


Nella stessa pagina Lorenzo Cagnoni, presidente di RiminiFiera, dichiara: «Pur nel contesto di crisi in cui ci troviamo, Rimini, e lo dicono i dati, tiene il passo. Non ce l’avremmo fatta se ci fossimo accontentati, se non avessimo investito e realizzato una nuova struttura congressuale». I problemi sono viabilità e alberghi. «E’ tutto il resto che deve crescere, se vogliamo mantenere la vocazione per i congressi».


Il business plan è da rivedere, come scrive La Voce di Romagna a pagina 13: “quando si arriverà al mezzo milione di presenze previste dal business plan? “Parliamo del 2016 - risponde Berardi - in ogni caso il business plan è da rivedere. Nel 2012 abbiamo 54 eventi confermati in programma (nel 2011 erano stati 45-48) oltre a quelli in Fiera, con 130mila presenze. Obiettivo dell’anno, arrivare a 200mila presenze e aumentare il fatturato del 25%”. Tuttavia nel comunicato alla stampa il calendario eventi ne comprende 45 per un totale di 50.230 partecipanti”.


«I congressi a Rimini funzionano bene ma possiamo fare molto di più», dichiara Stefania Agostini, direttrice di Convetion Boureau, che sul Corriere Romagna a pagina 5 aggiunge: «Nel congressuale siamo fra le prime cinque destinazioni in Italia ma è solo un punto di partenza. Perché le aziende ci chiedono tante cose. A partire da un palacongressi più raggiungibile (in aereo, in auto, in treno, in bus) e più collegato con i servizi della città».


Sanatoria bagnini approvata


In Consiglio comunale approvata la sanatoria per i bagnini, la versione scontata, ma il Pdl non partecipa al voto sugli emendamenti presentati dalla maggioranza: «Non si possono fare emendamenti su una perizia tecnica. Se un perito dice che tale abuso vale 100, come fa il consiglio a stabilire che lo stesso vale 80? Non è di sua competenza. Sarebbe stato più equo far fare una nuova perizia ad un altro tecnico, se la prima non era ritenuta soddisfacente. In questo caso l’assessore si deve prendere la responsabilità di un eventuale danno all’erario», spiega sulla Voce a pagina 19 il capogruppo Alessandro Ravaglioli, aggiungendo che “la minoranza non è stata per nulla coinvolta”.


Dichiarazioni anche di Renzi (“C’è il rischio di andare a finire davanti alla corte dei conti”) e dei grillini.


San Patrignano, niente Squisito 2012


Dal Corriere a pagina 11 la conferma di indiscrezioni su Squisito: “sacrificato sull’altare del cambio di rotta, nella comunità fondata da Vincenzo Muccioli, dettato dalla nuova organizzazione , in cui a fianco alla famiglia Moratti è subentrato, da settembre, un gruppo di traghettatori scelti con cura tra le file interne della stessa comunità terapeutica”. Più avanti: “Insomma, le finalità dell’evento, non sarebbero prettamente finalizzate al recupero dei ragazzi della comunità”.


Montecopiolo e Sassofeltro


Matteo Ricci non è Federico III di Montefeltro, il duca d’Urbino che contendeva i possedimenti a Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini. Dopo il referendum del 2 giugno 1946 in Italia non ci sono più sudditi, ma cittadini. Conta la loro volontà, non quella di chi li amministra”, il commento di Stefano Muccioli in prima pagina sul Carlino riguardo alle dichiarazioni del presidente della Provincia di Pesaro sulla volontà di due suoi Comuni di passare alla provincia di Rimini.


Bilancio, niente si è perso per strada


A pagina 11 il Nuovo Quotidiano riporta le risposta dell’assessore al Bilancio Gianluigi Brasini ai grillini che avevano sollevato il caso di un milione di euro di spese fuori bilancio: “«Sono spese che non si potevano prevedere. Perché sono improvvise, non si possono calcolare. E di certo non si tratta di una mancanza da parte della gestione dell'amministrazione. E' già stato tutto ratificato. Sono tre le voci: piano neve, un impegno che varia appunto in base all'intensità delle precipitazioni, le spese legali e conferimenti all'Agenzia mobilità per la velocità commerciale che dipende da tanti fattori».

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CARCERI, INNOCENTI: “ANCHE A RIMINI SITUAZIONE ILLEGALE E DI GRAVE EMERGENZA”. FLASH MOB VENERDI’ A PIAZZALE BOSCOVICH


“La condizione della giustizia nel nostro paese vive ormai da lungo tempo situazioni di grave emergenza e illegalità”. La denuncia arriva da Ivan Innocenti, dell’associazione Luca Coscioni, che invita con una lettera aperta sindaco, amministratori, consiglieri comunali e cittadini riminesi al flash mob anche a Rimini presso la spiaggia libera vicino piazzale Boscovich, venerdì alle 21. Perché anche ai Casetti di Rimini la situazione è al limite.


“In una recentissima ispezione al carcere Casetti – ricorda Innocenti - (presente anche la parlamentare radicale Bernardini, ndr) si è rilevata una condizione di grave degrado e illegalità. Carcere sovraffollato, personale carcerario insufficiente. La sezione I è una autentica ‘camera degli orrori’, vede persone ammassate su letti a castello a tre piani e in condizioni fatiscenti e indecenti. I più elementari diritti negati”.


Una situazione di “tortura” per la quale il sistema nazionale è stato condannato già “oltre 2.500 volte dalla Unione Europea, disattendiamo i dettati della nostra costituzione, vengono traditi i principi delle carte sui Diritti dell'uomo”.


I morti in carcere solo quest’anno sono già “superiori a 50 unità, di cui 18 suicidi. Numerosi sono anche i suicidi nel personale. Non è possibile ignorare questa situazione senza diventarne complici al pari di chi nel 900 ignorava e non chiedeva dei campi di concentramento e stermino fuori dalle proprie case”.

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CONCESSIONI DEMANIALI, INCONTRO A ROMA. DELUSI OPERATORI DI SPIAGGIA: “ASSENTI SINDACI, PROVINCIA E REGIONE”


Esprime “amarezza” l’associazione ‘Bar e Ristoranti di Spiaggia di Riccione’, al rientro da Roma dove stamane si è tenuto l'incontro indetto dalle sigle sindacali mirato ad ottenere l'uscita dall'evidenza pubblica in tema di concessioni demaniali dal titolo ‘Espropriare 30mila imprese serve all’Italia?’.


Il motivo è “l’assenza totale – denuncia il presidente Ezio Filippucci - della rappresentanza politica della riviera nonostante il 90 per cento almeno del Pil di questo territorio sia tutt’ora prodotto dal turismo balneare”.


“I sindaci intervenuti – racconta Filippucci - hanno parlato di una pressione consapevole e compatta da avviare al più presto nei confronti del governo in salvaguardia delle imprese locali ma anche dell’economia nazionale del Paese, che tramite l’evidenza pubblica verrebbe inficiata da probabili infiltrazioni di dubbia provenienza, non mancando di sottolineare l’inspiegabile assenza degli amministratori della Riviera Adriatica. Anche noi vorremmo una risposta a questa domanda che ci pare più che lecita, chiedendoci la nostra politica da quale parte stia”. Presenti invece le associazioni di categoria.


Dal resoconto degli operatori riccionesi risulta che oltre ai primi cittadini di Porto Recanati, Pineto, Margherita di Savoia, Viareggio, Roma, Cesenatico, Sorrento, Senigallia, Alassio, Maratea, Chioggia, Gatteo Mare, Termoli, siano intervenuti anche presidenti di varie Province e Regioni.

Mercoledì, 18 Aprile 2012 12:42

Marcelo

FERITI DELLA BELLEZZA

Concerto per piano e guida all'scolto

con

Marcelo Cesena

Pianista e compositore

Mercoledì 18 aprile 2012 ore 21,15

Teatro degli Atti


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SANATORIA SPIAGGE, MUSSONI SCAGIONA GNASSI E BIAGINI: “TUTTA COLPA DEGLI UFFICI”


Biagini e Gnassi non hanno colpa per la situazione creatasi. Al contrario si sono sempre spesi per trovare una soluzione utile e praticabile”, precisa il giorno dopo Giorgio Mussoni, presidente Oasi Confcommercio. La questione è la solita della ‘sanatoria spiagge’. A leggere i giornali stamattina sembrava che Mussoni, seppur ironicamente, avesse consigliato ai politici locali di dimettesi per non aver avvisato in tempo gli operatori della necessità di smontare giostrine e campi da gioco. E invece non è così.


Anzi, con le sue parole Mussoni dice di aver “voluto assolutamente difendere e non colpevolizzare l’operato della politica” e che in definitiva se si trovasse “al loro posto” lui si dimetterebbe “per protestare a causa della figura che i miei funzionari mi hanno fatto fare nei confronti di una categoria economica”.


Il problema dunque non è politico, ma burocratico e per questo i bagnini, dopo aver chiarito le parole di ieri, oggi ritornano in campo e si appellano alla “politica affinché guardi negli uffici dove operano funzionari che per mesi non hanno mai comunicato che questi impianti non fossero ‘sanabili’”. Perché, sostengono, se “l’avessimo saputo, avremmo agito di conseguenza. Anche quando incontrati, i funzionari non hanno mai lasciato intendere che si potesse arrivare dove siamo ora, alla vigilia della stagione balneare, col rischio di dover smontare tutto ciò che c’è sulla sabbia. Adesso siamo in clamoroso ritardo per la richiesta di nuove autorizzazioni. Tanto è vero che fino a dieci giorni fa si ragionava in termini di compatibilità”.


Un lavoro “approssimativo” quello degli uffici “riguardante una partita delicatissima”. “Ribadisco – conclude Mussoni - se a settembre avessimo saputo quel che sappiamo oggi, avremmo smontato e chiesto le autorizzazioni. Oppure il problema sarebbe stato che gli uffici avrebbero avuto troppo lavoro nell’evaderle tutte?".

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