Dono di tablet alle case di riposo Maccolini e Galli
Due aziende di Riccione del settore informatico Aikom Technology e Inoltre hanno fatto una donazione alla Casa di riposo Maccolini di Rimini e alla Giuseppina Galli di Cattolica. sono stati regalatitablet con sim: I tablet serviranno per potenziare i supporti informatici presenti nelle strutture nella realizzazione di videochiamate, chat, messaggi video e vocali per riavvicinare gli ospiti ai loro familiari che non vedono ormai da due mesi.
“In questo periodo di pandemia, insieme ai nostri partner– afferma Milena Renzi Direttore generale di Oltre e Aikom - abbiamo cercato di mettere a disposizione il massimo delle risorse disponibili per supportare il nostro territorio. Dal sostegno informatico gratuito per la didattica a distanza, ai servizi smart per il delivery dedicato a bar e ristoranti, fino ad arrivare a questo piccolo contributo dedicato ai soggetti più deboli come gli anziani.
Diciamo sempre con grande orgoglio di essere un’azienda del territorio, di certo siamo diversi dai grandi operatori presenti sul mercato e cerchiamo, a modo nostro, di darne prova concreta”.
Suor Rita Benigni superiora delle suore di Maria Bambina dell’Istituto Maccolini e Suor Mirella Ricci, legale rappresentante dell’Istituto Maestre Pie dell’Addolorata dichiarano congiuntamente: “In questo difficile momento, dove l’evoluzione della pandemia da Covid-19 ha costretto tutti noi a cambiare drasticamente le nostre abitudini di vita, rimanendo confinati all’interno delle nostre case, stanno assumendo grande rilevanza tante iniziative di natura digitale. Poter accedere ad Internet e a tutti i servizi connessi, rappresenta un passo importante. Il distanziamento sociale ha messo a dura prova psicologica anche i familiari dei nostri ospiti che non possono far loro visita. È ovvio che una videochiamata non potrà mai sostituire il calore di una carezza, di un bacio o di un abbraccio ma sicuramente è utile per i ‘nonni’ e per i loro cari. Ringraziamo di cuore Aikom e Inoltre per l’aiuto e il sostegno che ci hanno dato perché è in questi momenti che abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Solo proteggendoci reciprocamente con ciò che ognuno sa fare meglio possiamo guardare al futuro”.Le due case di riposohanno ricevuto anche altre donazioni fra cui quella del colosso della Ristorazione collettiva Camst ha donato ai due Istituti 3.000 camici copridivisa idrorepellenti e cuffie per gli operatori.
Turismo: pronta la campagna promozionale, ma il governo batta un colpo
Il nodo che il governo deve sciogliere è la data a partire dalla quale in Italia si possa ricominciare a muoversi per turismo. I motori dell’offerta turistica dell’Emilia Romagna si stanno scaldando, la campagna promozionale è pronta, perché gli spot comincino ad andare in onda serve un segnale da Palazzo Chigi. Nella conferenza stampa di presentazione della campagna promozionale, l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini ha detto che giovedì si riunirà in conference call insieme a tutti gli altri colleghi per far partire un messaggio chiaro all’indirizzo del premier Giuseppe Conte: il mondo del turismo ha bisogno di conoscere al più presto la data di ripartenza. Nessuna polemica verso l’esecutivo, ma la sollecitazione esplicita a fornire al più presto le risposte che non sono state date nel discorso del premier di domenica sera.
Il via libera deve arrivare da Roma, anche perché il lavoro che andava fatto a livello regionale è stato ultimato. Corsini ha assicurato che sono pronti i protocolli sanitari di contenimento del virus da applicare nelle strutture ricettive, negli stabilimenti balneari e nei pubblici esercizi. Ha anche aggiunto che fra le “regole di ingaggio” ci sarà la liberatoria legale per gli albergatori: se un ospite diventa positivo, sarà preso in carico dal servizio sanitario, l’albergo non sarà chiuso, non sarà nemmeno messo in quarantena e non sarà chiamato a rispondere di danni. Sempre che, ovviamente, abbia applicato i protocolli stabiliti nella struttura ricettiva.
I protocolli, compresa l’ultima aggiunta della liberatoria legale, sono ora sul tavolo delle autorità di governo. In giornata il presidente Stefano Bonaccini firmerà un’ordinanza che consente alle aziende legate all’attività turistica di cominciare la preparazione in vista della riapertura. È probabile, ha osservato Corsini, che in un primo tempo ci sarà un turismo esclusivamente regionale (dalle città al mare o sulle colline), al quale seguirà poi un movimento proveniente dai tradizionali bacini della Lombardia e del Veneto.
Non appena il mosaico delle date sarà completato, partirà la campagna promozionale sui canali televisivi, radiofonici e web. Sono stati stanziati due milioni di euro per veicolare il messaggio che l’Emilia Romagna è pronta per una nuova stagione turistica con vacanze sicure per gli italiani.
A raccontare la regione saranno testimonial che appartengono a questa terra. Le bellezze e le particolarità delle città d’arte, gli itinerari legati al cinema lungo la via Emilia, le suggestioni della Dolce Vita, saranno presentati da Stefano Accorsi, mentre spetterà a Paolo Cevoli illustrare le mille attrazioni della Romagna, dal mare alla montagna. I due volti noti dello spettacolo saranno affiancati da tre fuoriclasse dello sport, Alberto Tomba, Stefano Baldini e Davide Cassani, nel ruolo di ambasciatori delle tante occasioni per vacanze attive.
Andando nel dettaglio, la campagna che coinvolgerà Stefano Accorsi prevede un impegno triennale con l’attore bolognese che sarà protagonista di un racconto, attraverso brevi video e podcast, delle meraviglie delle Città d’Arte e degli itinerari cineturistici lungo la Via Emilia legati ai grandi registi dell’Emilia-Romagna, da Fellini ad Antonioni, da Pasolini e Bertolucci a Guareschi, e all’attività della Cineteca di Bologna. Il racconto sarà veicolato tramite i canali web/social dell’attore e, contestualmente, sui canali web/social della Promozione turistica regionale e delle Destinazioni turistiche.
All’ironia di Paolo Cevoli, il compito di raccontare sulle reti Mediaset, con uno spot da 20 secondi, la Romagna e i suoi tanti volti, dalle spiagge ampie e attrezzate per garantire sicurezza e tranquillità anche nel post Covid 19, ai borghi dell’entroterra fino all’Appennino tosco romagnolo, passando per la vacanza en plein air (campeggi) e il benessere termale. Forte del successo dello scorso anno (con quasi 14 milioni di visualizzazioni) proseguirà nell’estate 2020 Romagnoli Dop, la fortunata web serie, con Cevoli che andrà a cercare e premiare, con un apposito “attestato di romagnolità”, tutti i personaggi italiani, famosi e non, che nel loro quotidiano incarnano al meglio lo spirito e l’animo della Romagna e dei suoi abitanti.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche il presidente di Destinazione Romagna, Andrea Gnassi, il quale ha sostenuto che per affrontare la nuova fase post coronavirus occorre un pensiero turistico nuovo, che non può essere ridotto alla banalizzazione delle distanze fra gli ombrelloni. “Si può fare una campagna promozionale – ha rimarcato - perché abbiamo un prodotto turistico fatto di hotel, spiagge e parchi che garantiranno vacanze sicure. La Romagna si distinguerà ancora una volta per la sua affidabilità”.
Finale a modo suo di Paolo Cevoli secondo cui “i romagnoli sono pronti a parlare la lingua del mondo nuovo che sta cominciando”.
"Così i negozi chiudono per sempre". Associazioni in allarme dopo il nuovo decreto
L’allarme più deciso arriva dalla Camera di Commercio di Bologna, ma per tutta la giornata si sono accavallate le voci delle associazioni del commercio e dell’artigianato, preoccupate per quanto ha stabilito il decreto della cosiddetta Fase 2. “Così – spiega la Camera di Commercio - un negozio su tre non riaprirà: se il Governo non rivedrà con la massima urgenza le decisioni assunte ci aspetta il deserto per anni nelle nostre strade”.
Il presidente Valerio Veronesi mette in evidenza il paradosso contenuto nel decreto: “E' inspiegabile il criterio in base al quale potremo prendere in 10 un autobus, ma deve rimanere chiuso un negozio in cui in 40 metri quadri è possibile garantire l’ingresso di una sola persona alla volta”. Secondo la Camera di Commercio, “alle imprese vanno solo date con chiarezza le regole da rispettare.Altrimenti i danni economici su famiglie e imprese sarebbero devastanti ora e negli anni a venire”.
Se un ente pubblico è indotto ad usare questi toni, si capisce perché gli interventi delle associazioni di categoria siano sulla stessa lunghezza d’onda. Sostiene Gianni Indino, presidente della Confcommercio di Rimini: “Il nuovo Dpcm su cui contavamo per la ripartenza si è rivelato confuso, approssimativo, lontano dalle esigenze delle imprese del commercio e della filiera turistica. Una pietra tombale sulla stagione estiva che ci toglie anche l’illusione di poter riprendere a lavorare con il turismo”.
“Sono sconcertato e deluso, - aggiunge Indino - per le nostre imprese rimane tutto come prima. Il commercio al dettaglio è stato rimandato oltre la metà di maggio, bar e ristoranti a giugno, sull’apertura di alberghi e stabilimenti balneari non c’è nemmeno una data presunta, solamente parole che rimandano ancora. Di questo passo il tracollo del sistema Paese è vicino, a partire da quello dell’economia”. Confcommercio fa appello al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al presidente della Provincia di Rimini, ai sindaci, ai parlamentari locali, ai consiglieri regionali affinché si facciano concretamente portavoce delle istanze delle imprese che sono al limite della sopravvivenza.
Afferma a sua volta il presidente della Confesercenti di Rimini, Fabrizio Vagnini: “Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio ha creato grande sconforto, delusione e preoccupazione fra migliaia di imprese della regione che pensavano ragionevolmente di poter riaprire a breve le proprie attività ferme ormai da più due mesi". Vagnini spiega che sulla stessa posizione sono i dieci presidenti delle province emiliano romagnole. "Quasi un mese di ulteriore chiusura per queste attività vuol dire aggravare ulteriormente la situazione economica, con il rischio concreto che molte attività chiudano per sempre. A questo si aggiunge la completa mancanza di indicazioni per il comparto turistico a cui manca qualsiasi prospettiva per il futuro".
Il Presidente regionale Dario Domenichini aggiunge che lo stop prolungato è ancor più grave “perché ad oggi nulla si sa sugli aiuti annunciati, pure a fondo perduto, e i provvedimenti già varati non stanno funzionando come auspicato. Senza consumi interni, e senza le nostre imprese, è impensabile rilanciare l'economia. Così si fa un grande regalo all'online, che trasferisce ricchezza e risorse all'estero. Le imprese commerciali, i mercati e il mondo dei pubblici esercizi sono in realtà già pronte per riaprire fin dal 4 di maggio, se questo non sarà possibile la Confesercenti è pronta per definire protocolli di sicurezza specifici per le varie attività, l'importante è riuscire a dare prospettive certe e a breve termine ai tanti imprenditori esasperati per questo lungo periodo di inattività".
Dal commercio all’artigianato, la musica non cambia. Confartigianato della provincia di Rimini “è in allarme per la sorte delle imprese del comparto del Benessere che con tre mesi di stop rischiano di non riaprire mai più”. Confartigianato ricorda di aver condiviso in Regione il Patto per lo sviluppo che prevede protocolli di sicurezza per lavoratori e clienti.
“Per il settore del Benessere, - spiega - in particolare per gli acconciatori e gli estetisti, si tratta di procedure più stringenti di quelle adottate in altri settori e dunque non vi è alcuna ragione logica per non consentire alle imprese di ritornare in attività in tempi ravvicinati. Al danno provocato dal prolungamento di questo irragionevole blocco delle attività si aggiunge la beffa di un abusivismo dilagante”.
La Confartigianato regionale ha invece diffuso i dati di un sondaggio fra le imprese (150 intervistati anche nella provincia di Rimini) da cui emerge il grave stato di sofferenza (calo di fatturato in aprile del 70 per cento) e le incerte prospettive per il futuro.
Gnassi dà la sveglia al governo sul turismo: il tempo è scaduto
“Prima di tutto occorre darsi una svegliata, seria e non folkloristica". Decide di usare un linguaggio da forza di opposizione, sebbene appartenga ad una forza di governo, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi nel commentare quanto il premier Giuseppe Conte ha detto (o piuttosto non ha detto) a proposito del turismo.
In verità, Conte non è andato oltre a una affermazione di principio: "Il settore del turismo avrà un robusto sostegno da parte del Governo". Punto. Alla vigilia della cosiddetta Fase 2, a pochi giorni dal mese di maggio, amministratori pubblici e operatori turistici della Riviera si aspettavano qualcosa di più. Avrebbero fatto anche a meno dei dettagli, se ci fosse stata l’indicazione di un percorso, dei punti fermi, l’elenco dei provvedimenti allo studio, l’ammontare delle risorse a disposizione.
Il sindaco Gnassi, a cui non fa difetto il fiuto politico, si è voluto immediatamente fare interprete del disagio evidente in chi si occupa di turismo ed ha messo nero su bianco una dichiarazione dai toni estremamente critici. Dopo aver reso omaggio alla scelta del Governo di continuare a mettere al centro la salute e la sicurezza della persona, in accordo e in ascolto con la comunità scientifica, il sindaco osserva che “Gli ultimi provvedimenti annunciati dal Presidente Giuseppe Conte non rischiarano per nulla il futuro di troppi settori strategici per vita e lavoro”.
“Bene ha fatto il presidente Stefano Bonaccini – prosegue - a chiedere con determinazione certezze per le scuole e per i bambini già dalla riapertura dei centri estivi, davanti alle decisioni annunciate e non condivise da parte del Governo. E bene fa Rimini, la Romagna, a chiedere ora con altrettanta fermezza di definire l'orizzonte dell'industria turistica. Apprezziamo anche per il nostro territorio la riapertura di manifattura, tessile, cantieri grazie a protocolli di sicurezza definiti ma la stessa considerazione ce la aspettiamo anche per il turismo, per il commercio, per i pubblici esercizi che insieme rappresentano oltre il 20 per cento del PIL italiano, dando lavoro a centinaia di migliaia di persone, con filiere e indotto ancora più consistenti.
Per inciso, sia Conte che Gnassi, per dare rilievo alle proprie affermazioni, tendono ad esagerare l’apporto del turismo al PIL: per il premier il 15 per cento, per il sindaco il 20 per cento, quando invece i dati dicono il 13,2 per cento.
Ma questa è una questione marginale. Gnassi sottolinea che “Non è solo o tanto un tema del quando si apre ma del come si apre. Il come determina il quando. Il turismo importa persone e relazioni e non produce merci fisiche, e dunque è il settore più colpito dal Coronavirus e quello più complesso da rimettere in moto. Il problema è quello dei protocolli: sicurezza, modalità, distanziamento negli alberghi e nei luoghi di aggregazione. Su questo, spiace dirlo, e non è una rivendicazione di parte, il tempo sta scadendo e forse è già scaduto”. Su questo, a dire il vero, fino a qualche settimana fa, quando il tema veniva sollevato la risposta delle autorità, anche di quelle regionali, era che la priorità andava riservata al contenimento del virus. Adesso è urgente porvi rimedio. “Già dalle prossime ore – chiede Gnassi - è necessario che si definisca un quadro preciso delle cose da fare, protocolli e modalità che diano agli operatori le linee guida su cui adoperarsi nei prossimi giorni al fine di tornare ad alzare le serrande e garantire occupazione e dignità del lavoro. Rimini chiede al Governo di comporre immediatamente una cabina di regia organizzativa, in cui virologi, esperti di industria culturale, balneare, hotellerie siano in grado di definire subito e rendere pubblici i protocolli del come si possa riaprire in sicurezza”. Sui protocolli, in effetti, è solo questione di decidere, dopo un confronto con gli operatori. Ci sono le linee direttive della OMS, ci sono le soluzioni immaginate dagli stessi albergatori (stop ai buffet, sanificazione, tavoli distanti o ristorazione in camera, sui balconi, ecc.). Si tratta di fare una sintesi praticabile e consentire alle imprese di organizzarsi e di valutare se riescono ad affrontare la stagione. Il sindaco mette sul tavolo un argomento che sta frenando molti operatori, ovvero le tutele giuridiche per chi ospita: cosa succede se il cliente di un albergo, che va anche in spiaggia, al bar o gira per la città, viene infettato? “Come Emilia Romagna ci mettiamo a disposizione: qui sulla costa da secoli il turismo dialoga con le istituzioni sanitarie e dunque abbiamo il know how, le conoscenze per dare un contributo”.
La conclusione è l’invito a darsi una svegliata: “l'industria dell'ospitalità soffre più di ogni altra - le imprese, i lavoratori, gli stagionali - ma adesso quello che non possiamo più attendere sono le certezze operative, insieme all'immissione di liquidità. Non possiamo né più aspettare né più tollerare di portare avanti una discussione su quello che da una parte definiamo un dramma e dall'altra magari pensiamo di banalizzare con il plexiglas o con la distanza tra un ombrellone e l'altro".
Se dal governo ancora non arrivano indicazioni precise, se i sindaci si fanno interpreti delle preoccupazioni degli operatori, la Regione Emilia Romagna annuncia “una campagna promozionale delle bellezze turistiche regionali” sulle Tv e sui social per invitare a venire a trascorrere le vacanze nella nostra terra. La campagna sarà presentata domani in una conferenza stampa online nella quale, oltre all’assessore al turismo Andrea Corsini, interverranno anche i testimonial della campagna, personaggi noti dell’Emilia Romagna. L’iniziativa, di cui solo domani conosceremo i contenuti, finisce per mettere ancora più in evidenza i ritardi delle decisioni del governo.
Rischia la chiusura l'asilo di Maria Bambina. Appello delle suore
(Rimini) La scuola per l’infanzia delle suore di Maria Bambina, al pari di altre scuole paritarie, rischia la chiusura a causa dell’emergenza coronavirus. Oggi la scuola comprende tre sezioni di scuola dell'infanzia e una sezione Primavera per un totale di circa 80 bambini.
L'Istituto di via Angherà ha deciso, venendo incontro alle richieste di molte famiglie, di applicare uno sconto sulla retta del mese di marzo pari al 25% e su quella di aprile del 50% e di non richiedere alcun pagamento per maggio e giugno.
Questa scelta se da un lato viene incontro alle richieste dei genitori dall'altro rappresenta una perdita economica importante e il rischio è di non poter riaprire le porte a settembre.
" La sospensione della scuola non ha sospeso i costi fissi che l'Istituto deve sostenere – dichiara la Superiora suor Maria Regina de Franceschi – costi di struttura e di personale. Infatti gli ammortizzatori sociali coprono solo una parte dell'intero ammontare degli stipendi, la restante è stata messa a disposizione dall'Istituto."
"Stiamo lavorando alacremente per trovare una soluzione – aggiunge Suor Maria Regina - per questo motivo mi appello a tutte le persone che conoscono la nostra storia e i valori che ci hanno sempre guidato nella cura dei più piccoli, a coloro che hanno frequentato in fanciullezza la scuola, affinchè ci si attivi, per una raccolta fondi che ci permetta di andare avanti. Abbiamo bisogno del Vostro aiuto adesso, domani o tra un mese sarà troppo tardi!"
La Scuola ha quindi aperto una campagna di fundraising con donazioni, che possono essere effettuate sull'IBAN IT81R0623024293000030157417.
Proroga delle concessioni balneari nel "decreto aprile". Gnassi approva
Non c'eravamo sbagliati. Ora, a quanto si apprende, sarà adottata una norma nazionale che dovrà sgombrare il campo definitivamente da dubbi, fornendo elementi solidi rispetto ai termini delle concessioni e le modalità delle assegnazioni, offrendo così un quadro di riferimento a operatori e Comuni. Sarà una svolta chiave per i territori, che avranno l'opportunità di concretizzare progetti e azioni di innovazione e riqualificazione delle spiagge e degli arenili.
Lo shock, il trauma del Covid19 cambierà forse irreversibilmente la domanda. Noi ci faremo trovare pronti con nuovo lungomare, un nuovo piano spiaggia, con quelle innovazioni che dovranno diventare strutturali, anche sull'arenile. L'augurio è che si intraprenda un percorso rapido e serio e si facciano provvedimenti non impugnabili. Ed è chiaro che se ci sarà un orizzonte più lungo per le concessioni balneari, questo non può che essere legato a investimenti per innovare le spiagge in termini di qualità, tutela della salute e del benessere".
Incontri Live per condividere il futuro. L'iniziativa di Fattor Comune
(Rimini) Adattarsi al cambiamento, sapere affrontare e vincere le sfide. Essere pronti al domani senza sapere come sarà. Nel momento di grandi incertezze che ci troviamo a vivere diventa ancora più fondamentale ampliare i propri orizzonti e valutare nuove prospettive: conversare, apprendere, pensare, progettare sono la chiave per rispondere alle incognite del futuro.
Con questa convinzione come Fattor Comune, insieme di aziende e professionisti della Romagna, ha deciso di dare il via a LIVE di Fattor Comune , un’occasione permanente di dialogo e confronto.
Un appuntamento di incontro quotidiano e gratuito, per condividere conoscenza, ispirare pensieri e creare relazioni. In diretta ed interattivo per dialogare, attraverso la tecnologia, ma mettendo sempre al centro le persone.
A partire dal 28 aprile, tutti i giorni, ospiti italiani e internazionali si alterneranno in speech d’ispirazione e contributi su aspetti pratici della vita professionale e del mondo imprenditoriale. Uno spazio aperto per persone, imprese e professionisti alla ricerca di orientamenti ed anticipazioni sul mondo che ci attende.
“Abbiamo creato Fattor Comune più di un anno fa con l’idea che nella società di oggi sia indispensabile ragionare ed agire come una community - spiega Gianluca Metalli CEO di Fattor Comune - La nostra realtà è costituita da un insieme di menti e mani diverse che si occupano di innovazione tecnologica, di sistema e di interazioni umane. L’emergenza che ci troviamo ad affrontare conferma che oggi più che mai non possiamo ragionare come singoli, ma solo come insieme e come noi, fidandosi l’uno dell’altro e condividendo conoscenze, obiettivi e visione. Mai come in questo momento di cambiamento riteniamo sia fondamentale unirsi per condividere l’ecletticità dei saperi, attivare nuove energie e disegnare diversi futuri possibili. Da qui la scelta di mettere a disposizione di tutti una piattaforma di incontro e confronto in cui si discute, si immagina, si progetta per stimolare la costruzione di nuove strade”.
Tanti i temi dei live, come “Complessità e Trasformazione”, che saranno affrontati da diversi punti di vista. Dialogheranno con i partecipanti vari relatori tra cui Giorgio Di Tullio (Designer dell’innovazione, filosofo, antropologo), David Bevilacqua (Past CEO Cisco Italy and Vice President Europe at Cisco, Managing Director Energy Way - Co-Founder Yoroi), Jose D’Alessandro (imprenditore e docente internazionale, manager - ex Coca Cola, Piaggio, Pirelli).
Il programma di LIVE su: https://live.fattorcomune.com
Il commissario Ue Breton: al turismo il 20% dei fondi europei per la ripresa
«Dobbiamo partire da alcuni dati. Il turismo rappresenta l’11 per cento del Pil europeo e il 12 per cento dell’occupazione. Sono 27 milioni di posti di lavoro, più di 3 milioni di società. E oggi le attività sono quasi a zero, per questo dico che è in cima alla lista delle nostre priorità. Dobbiamo innanzitutto lavorare sugli strumenti finanziari per consentire liquidità a tutte le attività già a partire dalle prossime settimane. Per la fase di rilancio, credo che dovremo destinare al turismo il 20 per cento del nostro Recovery Fund, il fondo per la ripresa».
Così si è espresso Thierry Breton, francese, commissario Ue al mercato interno, in una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Se, osserva il giornale, il Recovery Fund sarà di 1600 miliardi di euro, significa che il turismo potrà contare su almeno 320 miliardi. Breton lo chiama un piano Marshall per l’industria dei viaggi e delle vacanze. Nella stessa intervista riferisce che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen (la stessa che in una discussa dichiarazione aveva invitato a non prenotare vacanze per la prossima estate) lo ha incaricato di guidare una missione per studiare le esigenze del turismo a livello europeo. “E per pensare al rilancio – aggiunge. Il turismo deve fare una svolta nel senso dell’eco-sostenibilità e della digitalizzazione. Dobbiamo ripensare e reinventare il turismo per far sì che l’Europa continui a essere attrattiva anche dopo la crisi, la prima meta turistica al mondo”.
L’intervista è stata pubblicata all’indomani della riunione della commissione trasporti e turismo del Parlamento europeo, nel corso della quale Breton ha risposto a tutte le domande dei deputati su come l’Unione intende rispondere alla crisi del settore determinata dal Coronavirus.
Secondo una sintesi dell’Ansa sui lavori della commissione, Breton ha detto: "Insieme al commissario Paolo Gentiloni mi sto battendo affinché si accetti rapidamente la creazione di una dotazione europea con linee di bilancio alle quali "tutti gli Stati membri possano avere eguale accesso: il turismo ha bisogno di interventi che vadano anche oltre alle iniziative già annunciate da Bce e Bei e agli aiuti di Stato nazionali". "Vedremo che forma prenderà il fondo" per la ripresa "quando gli Stati membri avranno deciso" ma, ha insistito Breton, "ci servono dotazioni di bilancio consistenti" e "tutti dovranno poter prendere prestiti e accedere al credito"
Breton ha quindi annunciato che tra settembre ottobre si terrà un vertice europeo sul turismo per definire "una tabella di marcia per il rilancio" del settore. Qualche deputato ha osservato che non si può aspettare l’autunno, quando la stagione delle vacanze sarà già terminata, occorre agire subito. Il commissario ha replicato che il vertice europeo è per progetti a lunga scadenza, intanto nell’immediato saranno garantite risorse fresche.
“Al Commissario – conferma Massimiliano Salini, parlamentare di Forza Italia/Ppe – abbiamo sollecitato una concretezza maggiore. Non si può rimandare tutto a settembre. Anche l’entità degli stanziamenti per il turismo non è definita, ancora non si sa a quanto ammonterà esattamente il Recovery Fund. L’aspetto positivo è che per la prima volta si parla di un intervento economico dell’Unione per il settore turismo”.
Da parte del Ppe è stata inoltre sollevata la questione dei voucher. Secondo le direttive europee sono i consumatori a poter scegliere fra voucher e rimborso in denaro per le prenotazioni annullate. “Noi – dice Salini - abbiamo chiesto che si faccia come in Italia, dove la scelta è rimandata all’imprenditore”. Altro punto è la questione degli aiuti di Stato, cioè che si possa procedere alla sospensione delle imposte perché le imprese possano restare in vita”.
Il capo delegazione della Lega al Parlamento europeo, Marco Campomenosi, ha richiamato l’attenzione sull’esigenza di superare l’applicazione della direttiva Bolkestein per gli stabilimenti balneari. “I governi nazionali – ha spiegato - forniscono facilitazioni per l’accesso al credito, ma gli operatori non hanno la certezza se saranno ancora i titolari delle loro imprese”. "Sulla direttiva Bolkestein – ha risposto Breton - non posso illudere nessuno, conosco la specificità del caso e capisco l'urgenza di trovare una soluzione al problema delle concessioni”. Poi, più che sul problema giuridico, si è soffermato sul fatto che gli stabilimenti balneari saranno messi nelle condizioni di poter aprire all’inizio della stagione estiva.
L'estate del coronavirus: pesante incertezza per i parchi della Riviera
Si può immaginare la Riviera senza una giornata con la famiglia a Italia in Miniatura? O una vacanza senza un tuffo con gli amici dagli scivoli dell’Aquafan? Si può immaginare, ma non sarebbe stessa cosa. La Riviera dei Parchi è diventata un elemento irrinunciabile dell’offerta turistica di questo lembo di Romagna. Oltre che costituire l’alternativa alla solita giornata sulla spiaggia, i parchi alimentano il turismo escursionistico di una giornata o di un week end che pure ha un certo peso.
Se con il coronavirus il turismo se la sta passando male e gli operatori ancora non sanno se e come potrà essere salvata un briciola di stagione, i parchi tematici e di divertimento corrono il rischio di restare chiusi o di rinviare la riapertura a chissà quando.
“Noi – afferma Patrizia Leardini direttrice dei parchi Costa Edutainment della Riviera e amministratore delegato di Aquafan – stiamo facendo di tutto per poter aprire, ma sui tavoli nazionali è prevalente il pessimismo”. È un settore che ha perso un periodo, la primavera delle gite scolastiche e dei primi week end fuori città, in cui si realizzava una buona fetta del fatturato. Gli incassi si sono ridotti del 100 per cento, mentre taluni costi di gestione sono rimasti inalterati: ad esempio, la cura degli animali a Oltremare o l’energia elettrica delle vasche degli acquari.
La chiusura per Coronavirus ha bloccato due cantieri che erano aperti, uno a Italia in Miniatura, l’altro ad Aquafan. “Nel parco di Viserba – spiega Leardini - stavamo realizzando un restyling generale per celebrare il cinquantesimo di apertura. Da marzo è fermo tutto e ancora non sappiamo quando potremo riaprire. Servono ancora due mesi di lavori. Se si riapre dopo il 3 maggio, vorrebbe dire che ci resterebbero solo luglio e agosto. A quel punto si dovrebbe valutare, fatti i conti fra costi fissi e minori presenze, se conviene aprire per un periodo limitato o restare chiusi”. Nel parco acquatico di Riccione, invece, era in costruzione un nuovo scivolo destinato ad essere il più alto dell’impianto. Lì magari si può isolare il cantiere e riprendere i lavori dopo l’estate.
La domanda è se con le regole che saranno imposte per la cosiddetta Fase2, che implicheranno comunque il distanziamento sociale, i parchi potranno essere il luogo di divertimento spensierato per cui sono nati. “Abbiamo già pensato ad alcune soluzioni. – assicura Leardini – Ad Aquafan l’acqua è clorata e pertanto disinfettata continuamente. Ci sono già protocolli definiti. Si potrà chiedere, per esempio, che nelle fila per gli acquascivoli stia una persona ogni tre gradini. Per Italia in Miniatura stiamo pensando a disegnare a terra una guida metrata con l’indicazione dei punti di distanza da una persona all’altra. Per le famiglie che vogliono stare insieme, una coccarda o un braccialetto che le distingua. Insomma, le soluzioni ci sarebbero…”. Potrà funzionare un parco anche se ci sarà l’obbligo della mascherina per visitatori e personale? Non è che il dispositivo sanitario farà passare la voglia di entrare? “Stiamo anche pensando per i bambini a mascherine sulle quasi stampare il muso di un animale, in modo da trasformarle in un gioco”.
In un parco al coperto, come l’Acquario di Cattolica, tutto può essere più facile e difficile nello stesso tempo: si regolamentano i flussi di entrata, il personale sorveglia che vengano mantenute le necessarie distanze.
Mentre i parchi pensano a tutte le forme per salvare una stagione che si annuncia come la più problematica della loro storia, reclamano da parte del governo interventi volti a facilitare la loro attività. “Innanzitutto – osserva la direttrice dei parchi Costa Edutainment – che ci si dia la possibilità di riaprire i cantieri. Inoltre che i parchi, anche come codice Ateco, siano ricompresi fra le attività turistiche. Altrimenti siamo esclusi da tutti gli interventi in favore del turismo. Infine, se verrà concesso il bonus vacanze di 500 euro, chiediamo che esso sia spendibile non solo negli alberghi ma in tutte le strutture che compogono l’offerta turistica di un territorio, i ristoranti, i parchi, i taxi. Se i parchi restano chiusi, viene meno quel turismo di una giornata che invece porta molto movimento”. Tanto più se all’inizio della Fase 2, come è stato ventilato, ci si potrà muovere solo all’interno della propria regione.
Marcello: il Comune intervenga a sostegno delle scuole paritarie
L'emergenza da coronavirus sta mettendo a dura prova le scuole paritarie e le famiglie che vi mandano i figli. Le famiglie sono in difficoltà a pagare le rette che, in assenza di una realtà parità economica, sono l'unica forma di finanziamento delle scuole. Sul tema il consigliere di Forza Italia, Nicola Marcello, ha presentato un'interrogazione in cui sostiene che "in assenza sussidi ed interventi straordinari statali, regionali e locali la maggior parte di queste strutture “private” dai nidi fino alle superiori a settembre non saranno in grado di riaprire, facendo già sforzi immagini nel sostenere la didattica on-line fino a giugno". Inoltre, "i costi per la comunità sarebbero da capogiro qualora tutta la didattica privata venisse meno, anche in parte, nella nostra Città e nella nostra Provincia , oltre a non avere spazi pubblici idonei per l’accoglienza"; le “persone” e soprattutto i più piccoli vengono prima degli altri e che l’assistenza e l’istruzione sono beni non derogabili né negoziabili
Marcello rileva che da indagini nazionali a seguito della pandemia e quindi la susseguente catastrofe economica con impossibilità delle famiglie a sostenere le rette circa il 30% delle scuole paritarie non riaprirebbero; in sede di emanazione del decreto “ Cura Italia” alcuni emendamenti di Fi e Fdi tesi ad istituire un fondo straordinario per coprire il mancato versamento delle rette e dare la possibilità a queste scuole di accedere ad un credito di imposta del 60% per gli affitti che devono pagare sono stati bocciati e non sostituiti da altre norme paritetiche
Il consigliere di Forza Italia chiede eprtanto l’istituzione di un fondo Comunale e Regionale a sostegno del mancato versamento delle rette da parte delle famiglie in difficoltà accertata; l’accesso del Comune di Rimini ai fondi FSE e FEG (fondo europeo per la globalizzazione) per il sostegno scolastico in casi eccezionali; la richiesta al Governo per una defiscalizzazione immediata a favore degli Enti scolastici che riusciranno a rimanere e delle famiglie che riusciranno a pagare le rette; un abbattimento e non solo un rinvio dei tributi comunali per le scuole paritarie.