«Dobbiamo partire da alcuni dati. Il turismo rappresenta l’11 per cento del Pil europeo e il 12 per cento dell’occupazione. Sono 27 milioni di posti di lavoro, più di 3 milioni di società. E oggi le attività sono quasi a zero, per questo dico che è in cima alla lista delle nostre priorità. Dobbiamo innanzitutto lavorare sugli strumenti finanziari per consentire liquidità a tutte le attività già a partire dalle prossime settimane. Per la fase di rilancio, credo che dovremo destinare al turismo il 20 per cento del nostro Recovery Fund, il fondo per la ripresa».
Così si è espresso Thierry Breton, francese, commissario Ue al mercato interno, in una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Se, osserva il giornale, il Recovery Fund sarà di 1600 miliardi di euro, significa che il turismo potrà contare su almeno 320 miliardi. Breton lo chiama un piano Marshall per l’industria dei viaggi e delle vacanze. Nella stessa intervista riferisce che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen (la stessa che in una discussa dichiarazione aveva invitato a non prenotare vacanze per la prossima estate) lo ha incaricato di guidare una missione per studiare le esigenze del turismo a livello europeo. “E per pensare al rilancio – aggiunge. Il turismo deve fare una svolta nel senso dell’eco-sostenibilità e della digitalizzazione. Dobbiamo ripensare e reinventare il turismo per far sì che l’Europa continui a essere attrattiva anche dopo la crisi, la prima meta turistica al mondo”.
L’intervista è stata pubblicata all’indomani della riunione della commissione trasporti e turismo del Parlamento europeo, nel corso della quale Breton ha risposto a tutte le domande dei deputati su come l’Unione intende rispondere alla crisi del settore determinata dal Coronavirus.
Secondo una sintesi dell’Ansa sui lavori della commissione, Breton ha detto: "Insieme al commissario Paolo Gentiloni mi sto battendo affinché si accetti rapidamente la creazione di una dotazione europea con linee di bilancio alle quali "tutti gli Stati membri possano avere eguale accesso: il turismo ha bisogno di interventi che vadano anche oltre alle iniziative già annunciate da Bce e Bei e agli aiuti di Stato nazionali". "Vedremo che forma prenderà il fondo" per la ripresa "quando gli Stati membri avranno deciso" ma, ha insistito Breton, "ci servono dotazioni di bilancio consistenti" e "tutti dovranno poter prendere prestiti e accedere al credito"
Breton ha quindi annunciato che tra settembre ottobre si terrà un vertice europeo sul turismo per definire "una tabella di marcia per il rilancio" del settore. Qualche deputato ha osservato che non si può aspettare l’autunno, quando la stagione delle vacanze sarà già terminata, occorre agire subito. Il commissario ha replicato che il vertice europeo è per progetti a lunga scadenza, intanto nell’immediato saranno garantite risorse fresche.
“Al Commissario – conferma Massimiliano Salini, parlamentare di Forza Italia/Ppe – abbiamo sollecitato una concretezza maggiore. Non si può rimandare tutto a settembre. Anche l’entità degli stanziamenti per il turismo non è definita, ancora non si sa a quanto ammonterà esattamente il Recovery Fund. L’aspetto positivo è che per la prima volta si parla di un intervento economico dell’Unione per il settore turismo”.
Da parte del Ppe è stata inoltre sollevata la questione dei voucher. Secondo le direttive europee sono i consumatori a poter scegliere fra voucher e rimborso in denaro per le prenotazioni annullate. “Noi – dice Salini - abbiamo chiesto che si faccia come in Italia, dove la scelta è rimandata all’imprenditore”. Altro punto è la questione degli aiuti di Stato, cioè che si possa procedere alla sospensione delle imposte perché le imprese possano restare in vita”.
Il capo delegazione della Lega al Parlamento europeo, Marco Campomenosi, ha richiamato l’attenzione sull’esigenza di superare l’applicazione della direttiva Bolkestein per gli stabilimenti balneari. “I governi nazionali – ha spiegato - forniscono facilitazioni per l’accesso al credito, ma gli operatori non hanno la certezza se saranno ancora i titolari delle loro imprese”. "Sulla direttiva Bolkestein – ha risposto Breton - non posso illudere nessuno, conosco la specificità del caso e capisco l'urgenza di trovare una soluzione al problema delle concessioni”. Poi, più che sul problema giuridico, si è soffermato sul fatto che gli stabilimenti balneari saranno messi nelle condizioni di poter aprire all’inizio della stagione estiva.