Dal punto di vista del marketing elettorale, Forza Italia, un partito che cerca di sopravvivere all’ondata leghista nel centrodestra, non poteva trovare un miglior candidato. Ha schierato  Nicola Marcello, conosciuto anche come “mister preferenze”, avendone totalizzate ben 1.237 alle ultime elezioni comunali di Rimini, quando un elettore su quattro di Forza Italia gli ha dato il voto personale. E anche per queste elezioni regionali si muove, percorrendo la provincia in lungo e in largo, per cercare di bissare il successo. Che poi riesca anche ad essere eletto, questo sarà tutto da verificare all’alba del 27 gennaio.  “Giro molto, ci sono segnali di ripresa, di rinnovata attenzione verso il nostro partito”, afferma fiducioso. Certo, lo ha confortato il successo inaspettato di un incontro tenuto nel tardo pomeriggio di domenica. Convocato da un passaparola fra un gruppetto di amici, ha visto radunarsi più di un centinaio di persone che non ha disdegnato di trascorrere due ore ad ascoltare discorsi politici e programmi amministrativi. 

Se la candidata presidente che pure lui sostiene, Lucia Bergonzoni, si distingue per non avere un programma, lui invece ce l’ha, l’ha stampato e l’ha pure messo in rete. “Non me lo sono inventato una notte a tavolino. – spiega – Ho incontrato persone che potevano dare idee e suggerimenti. È questo il mio modo di fare politica”. 

Lui la politica la mastica da quando aveva quindici anni. Nella Chieti dove è nato ha seguito la classica trafila dalle associazioni cattoliche al movimento giovanile della Dc, partito a cui è stato iscritto fino al 1994, prima di passare a Forza Italia. “Sono un moderato che milita nell’unico partito moderato del centrodestra. Non mi vergogno di dire che a suo tempo  avevo pure aderito al Nuovo Centrodestra, perché credevo alla possibilità di cambiare la coalizione. Poi, di fronte alle pulsioni sinistrorse e all’attaccamento alle poltrone, sono presto tornato in Forza Italia”. Dove pure ha fatto carriera, essendo oggi vice commissario regionale per la Romagna. La giornata la divide fra il suo lavoro di ufficiale medico dell’aeronautica e l’attività politica.

Nicola Marcello afferma che si impegnerà “per una Regione che sia sussidiaria al cittadino e non guidata in modo verticistico e centralistico”. Se gli si fa osservare che in Emilia Romagna tutto sommato non si vive male, lui replica che intende “cambiare un sistema in cui si elargiscono soldi solo per acquisire voti”.

Per spiega cosa intenda nel concreto per regione basata sulla sussidiarietà ha convocato il 18 gennaio nella sala del quartiere 6  un convegno dal titolo impegnativo “Sì alla vita! Per una Regione con sussidiarietà scolastica e sociosanitaria”. Ci saranno anche il commissario regionale Adriano Paroli e il senatore Maurizio Gasparri. 

Sulla sanità regionale, Marcello sostiene che “è affetta da un eccesso di controllo verticistico”, dove tutto è in mano ai direttori generali graditi al partito”. A suo parere bisogna andare, sul modello lombardo, ad una reale integrazione fra pubblico e privato, al fine di migliorare i servizi per i cittadini ed accorciare le liste di attesa. 

Ma nel suo programma, Nicola Marcello si occupa di tutto. Dagli interventi per il turismo alle politiche abitative, dal dissesto idrogeologico agli incentivi per le imprese, dalla digitalizzazione a servizi per lo sport e il tempo libero. Ha messo a sistema gli argomenti di cui si occupa in consiglio comunale e come commissario di Forza Italia. E annuncia: “Una volta eletto aprirò una sede fisica in cui incontrare settimanalmente tutti i cittadini”.

In che modo un genitore sceglie la struttura educativa alla quale affidare il proprio bambino che, nel caso degli asili nido, è spesso una creatura di appena dieci, dodici mesi? E come matura un rapporto di fiducia con l’asilo o la scuola per l’infanzia a cui consegna il figlio per una parte importante della giornata? Ed è vero che oggi i genitori chiedono alla scuola un aiuto, un sostegno al loro compito educativo, per il quale si sentono impreparati, a volte inadeguati, in ogni caso bisognosi di imparare?

“E’ difficile – risponde Mariangela Cinefra, direttrice della Cooperativa Service Web – dare una risposta univoca. Come ogni bambino è unico, così ogni famiglia è unica, è frutto della propria storia, ognuna si pone con esigenze e domande che sono più o meno esplicite rispetto a ciò che sta cercando. Noi incrociamo le famiglie rispetto al loro bisogno contingente di trovare servizi che permettano ai genitori di andare a lavorare serenamente perché i figli sono in un luogo buono; in altra casi c’è anche la domanda di un luogo che sia di supporto per i genitori rispetto a certe preoccupazioni. Le domande che si presentano sono tante, le più diverse”.

Cinefra tiene a precisare ciò che deve accadere perché si stabilisca un rapporto di fiducia. “Per entrare in una relazione significativa con i genitori bisogna guadagnarla, la loro fiducia, e non basta essere accreditati o avere alle spalle 22 anni di esperienza in questo settore. La fiducia dei genitori te la guadagni quando essi vedono che tu sei totalmente dedicata al loro bambino e sei disponibile ad accogliere anche i suoi genitori, con le difficoltà e le fragilità che manifestano. A noi consegnano bambini talvolta di dieci mesi, capisco quanto quelle mamme possano esser titubanti nell’affidare il figlio ad un estraneo. Poi, giorno dopo giorno, quando vedono che ci prendiamo cura, che siamo attenti a quel che succede, che non abbiano un atteggiamento giudicante nei confronti dei genitori, che li comprendiamo nella difficoltà che hanno nel lasciarci il figlio, ecco che allora scatta una relazione positiva. La fiducia si costruisce nei particolari: come ti sei presa cura del suo mal di pancia, segnalando un atteggiamento nuovo, raccontando dei piccoli successi che il bambino ha ottenuto. Certamente da parte dei genitori c’è una domanda di compagnia e di confronto, che però si manifesta quando loro si accorgono che fai quel mestiere perché per te è come una vocazione, in tutto e per tutto”.

Nelle scuole è tempo di Open Day ed anche le strutture della Service Web invitano i genitori per il 18 gennaio ad andare a vedere con i loro occhi ciò che succede ogni giorno in un asilo nido o in una scuola per l’infanzia. La cooperativa gestisce due scuole per l’infanzia (90 bambini) e cinque nidi per oltre 100 bambini, attività alle quali si aggiungono anche i centri estivi per elementari e medie.

“Normalmente – spiega Cinefra – arrivano da noi perché qualche altro genitore ha loro raccontato quanto sono contenti del nostro servizio. Ma questo non basta. A conquistarli veramente sarà lo sguardo buono con cui il loro figlio sarà accolto giorno dopo giorno”.

Viene da chiedersi se, oltre ai genitori, anche i bambini siano cambiati rispetto a qualche decennio fa. “Sì – risponde la direttrice – anche se nella sostanza i bambini hanno una semplicità di rapporto con le cose che è sempre quella. Sono cambiati perché oggi sono più avanti, come si usa dire, per capacità, intuizione, ricettività. Sono molto svegli. L’elemento critico sta nel fatto che, a fronte di una difficoltà dei genitori a porsi come guida autorevole, i bambini a volte sono portati ad assumere un ruolo che non è il loro, cioè quello del condottiero, di colui che prende le decisioni”.

Cosa proporrete ai genitori che arriveranno per l’Open Day o che si rivolgono a voi? “Proponiamo di tenere i loro bambini in un contesto ricco di stimoli e soprattutto di affettività, di relazioni. L’asilo nido è una palestra dove il bambino è educato a conoscere se stesso in tutte le sue dimensioni, cognitiva, emotiva, fisica, sociale. È una palestra perché il rapporto educativo si gioca nel qui ed ora, nel particolare, nel dettaglio. Non insegniamo i grandi valori a tavolino, proponiamo una relazione che si costruisce ora dopo ora a partire da quelle che sono le esigenze più semplici: essere accudito, sfamato, accompagnato al sonno, imparare come si gestisce un gioco, come ci si relaziona con un coetaneo. E ai genitori offriamo una compagnia mettendo a disposizione una professionalità, un desiderio di metterci a servizio di bisogni e domande, senza pretendere di fare loro da insegnanti. Partiamo dal presupposto che la famiglia è il primo luogo educativo. Dopodiché mettere una luce in più, guardare insieme a quattrocchi o a sei a otto il bambino e le domande che suscita in noi, certamente allarga lo sguardo e aiuta a valorizzare meglio il bambino, i suoi talenti, ed anche a risolvere le criticità”.

Da questo punto di vista, da due anni è in atto alla Service Web un’esperienza nuova. “A volte si presentano alcuni problemi: il mio bambino ha due anni e mezzo e fa solo versi, non parla, il mio bimbo morde, non dorme tutta la notte, fa capricci ingestibili. Quando la criticità dura nel tempo e non evolve, e si manifesta l’esigenza di un supporto specifico, interviene il nostro servizio Contigo, ovvero un equipe formata da pedagogista, psicologa, due logopediste, un pediatra e un nutrizionista. Questi professionisti agiscono aiutando insegnanti e genitori, sono un supporto alla responsabilità educativa. Non è che quando non basta l’educazione, allora ci rivolgiamo alla psicologia o alla neuropsichiatria. Stiamo sempre parlando di una persona, il bambino, che chiede di avere su di sé un determinato sguardo”.

Un’altra novità della Service Web, sorto grazie all’esperienza dei centri estivi, è un progetto pilota per aiutare i ragazzini delle elementari e delle medie che manifestano disturbi specifici dell’apprendimento, i cosiddetti DSA. Una equipe formata da psicologa, logopedista e insegnante segue il ragazzo dalla diagnosi fino al concreto percorso di recupero che prevede l’utilizzo di strumenti compensativi o specifici software.

“È un contributo molto importante - osserva la direttrice - non appena perché si accompagnano i ragazzini a trovare canale espressivi che poi li aiutano anche nella resa scolastica, ma perché un bambino con queste difficoltà facilmente cade nella disistima di sé. Se invece lo si aiuta a riaccreditarsi nel contesto scolastico, avrà ancora la possibilità di far fruttare le proprie risorse”.

Il sindaco di Cattolica, Mariano Gennari, per i Cinque Stelle della provincia di Rimini è diventato (senza offesa per il devoto Salvini) una sorta di “madonna pellegrina”da portare in giro e da esibire in ogni piazza. Sarà perché rappresenta il ricordo delle glorie passate (era solo tre anni fa), quando, in quell’annus horribilis (per dirla alla Gennari) che vide il trionfo di Gnassi senza lista pentastellata alle urne, lui si imponeva a Cattolica contro un cavallo di razza della scuderia piddina quale l’ex senatore Sergio Gambini, avendo dalla propria parte  tutta la destra che corse a votarlo pur di fare un dispetto al Pd, da mandare all’opposizione dopo 50/60 anni.  Alle elezioni del 26 gennaio, i grillini restituiscono il piacere, favorendo, grazie alla loro presenza sulla scheda elettorale, la “guerra di liberazione regionale” avviata dalla Lega. E meno male che se lo portano in giro, così almeno c’è qualcuno che alle domande tenta di dare risposte che non siano solo degli slogan. Come questa mattina alla conferenza stampa indetta per presentare i quattro moschettieri senza macchia e senza paura che si sono prestati a correre, ben sapendo che fra le tante lotterie indette negli ultimi anni, loro hanno scelto quella sbagliata o hanno acquistato il biglietto perdente. Una conferenza stampa che per l’organizzazione improvvisata descrive molto bene il momento non proprio magico che sta attraversando il movimento fondato da Beppe Grillo. 

Avendo di fronte ciò che è rimasto del movimento grillino in provincia (c’era pure il senatore Marco Croatti, mentre era assente l’on. Giulia Sarti che compare e ricompare a intermittenza negli organigrammi a Cinque Stelle) non si poteva perdere l’occasione per qualche domanda politica. Anche perché i grillini riminesi avevano festeggiato l’arrivo del Natale chiamando il senatore Gianluigi Paragone al quale, trascorsi i botti di Capodanno, è stato dato il benservito con un bel decreto di espulsione. Cosa ne pensate? Siete contenti o vi dispiace? Il senatore Croatti cerca di derubricare la faccenda: “Lo avevamo chiamato per discutere di problemi del territorio, così come faremo in futuro con altri”. Insomma, era qui per caso, o quasi. Gennari capisce che non basta cavarsela così ed ammette che “è stato un duro colpo”. “Paragone è un amico e in ciò che dice sugli ideali del movimento mi ritrovo anch’io”. Quindi d’accordo con la sua linea: basta con il Pd, meglio la Lega? “No, non ha detto che va con la Lega”. A dire il vero non era questa la domanda. “Questo lo dite voi giornalisti”, urla una militante dal pubblico. Qualcun altro tenta pure di dire che non è vero che ha votato contro la manovra, ma lo stesso Croatti è costretto ad ammettere che in realtà le cose sono andate così.

Ci vorrebbe un Guareschi redivivo che adatti ai grillini le famose vignette sul “contrordine compagni” facendole diventare “contrordine cittadini”. 

Ma veniamo ai quattro candidati che sventoleranno la bandiera pentastellata alle elezioni del 26 gennaio. Come è noto, dalla selezione compiuta su Rousseau sono usciti Luigi Delli Paoli, avvocato (assente perché impegnato in Tribunale), Davide Ghinelli, consulente per le telecomunicazioni; Francesca Fratta, albergatrice; Ilaria Livi, giovane laureata in economia e finanza. 

L’albergatrice Fratta si lancia ovviamente sul turismo ed afferma di aver capito, dopo aver incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria, che gli operatori “hanno bisogno di regole”. Ma non hanno sempre detto che la burocrazia li sfibra? La giovane Livi promette che si occuperà dei problemi dei piccoli commercianti, strangolati dal proliferare dei centri commerciali, come quello che si vuole realizzare nella sua Misano. Aggiunge anche che “bisogna incrementare il fondo per il microcredito regionale”.

Ghinelli ricorda che lui è un militante storico e sfoggia qualche dato sull’ambiente, concludendo che “l’Emilia Romagna è la regione più inquinata d’Europa, per cui è bene dire no a discariche e inceneritori. “D’altra parte – osserva – l’ambiente era una delle cinque stelle”. 

Parlano tutti come fossero già eletti e quando gli si fa osservare che è altamente improbabile, Ghinelli e gli altri replicano che c’è tutta la campagna elettorale davanti. E se qualcuno dicesse loro, ti voto ma come presidente scelgo Bonaccini? Oppure scelgo Borgonzoni? La giovane Livi non tentenna. “Solo il nostro candidato presidente Simone Benini è in grado di realizzare i punti del nostro programma”. Gennari ammette che “è difficile sostenere che in questi anni la regione sia stata amministrata male…”. E poi si lancia in una esaltazione del reddito di cittadinanza e dell’abolizione della prescrizione. 

Rimini vuole competere sul mercato internazionale delle vacanze e uno strumento come Visit Rimini era l’indispensabile tassello che mancava. Lo ha detto il sindaco Andrea Gnassi alla presentazione ufficiale della DMC (Destination Management Company) che dai primi giorni di dicembre ha cominciato ad essere operativa. Il bando lanciato nei mesi scorsi dal Comune di Rimini è stato aggiudicato ad una società che vede come capofila IEG e Promozione Alberghiera. La società consortile si chiama Welcome Rimini, mentre visitRimini è in realtà il marchio operativo.

“Rimini – ha spiegato Gnassi - è una città che sta vivendo una fase di straordinario dinamismo e rigenerazione. In sintonia con questo, dunque, ha bisogno di trovare strumenti nuovi e integrati per raccontarsi, per affermarsi e soprattutto per far vivere ai ‘city user’ esperienze uniche. Le trasformazioni che gli investimenti di questi anni hanno generato, i nuovi contenitori culturali e il nuovo waterfront, costituiscono indubbiamente un nuovo fattore di attrattività turistica e nuove opportunità da affiancare ai prodotti più conosciuti ed affermati (beach, leisure, family, business). Rimini in questo viaggio può ora contare su un organismo di alto profilo che faccia marketing della destinazione per un cambio di passo verso un’azione di promozione turistica forte ed organica e coerente con l’attività svolta su questo fronte dalla Regione Emilia-Romagna attraverso Apt e le Destinazioni turistiche”.

La presidenza della società è affidata a Stefania Agostini (che per anni è stata alla guida di Convention Bureau), mentre il prossimo passo sarà la nomina di un general manager che concretamente farà muovere i primi passi a Rimini Welcome.

Il bando del Comune assegnava alla DMC cinque missioni fondamentali: innovazione e ricerca, marketing, promozione e commercializzazione, accoglienza e informazione turistica, rapporti con la comunità locale. La presidente Stefania Agostini ha spiegato che sul fronte dell’innovazione Visit Rimini svilupperà una intensa attività di Tourism Data intelligence che consenta di sviluppare una conoscenza del mercato utile agli operatori per gestire stagionalità e domanda.

Sarà attivato un monitoraggio continuo, attraverso i social network, del sentiment relativo alla reputazione di Rimini, così da ottenere dati comparativi sulle tipologie di servizi commercializzati, sui prezzi e tutti quei fattori che concorrono a qualificare l’offerta

Alla conoscenza dei bisogni e delle preferenze sarà dedicata un’attività, in coordinamento con APT Servizi e Destinazione Romagna, di marketing e di promozione diversificata, orientata ai prodotti core business, a quelli di supporto, da sviluppare o sperimentali. Grande attenzione sarà posta ad un salto di qualità dell’accoglienza e dell’informazione turistica. In questo ambito la Carta dei Servizi dichiarerà agli ospiti l’impegno e la qualità con cui si darà loro risposta.

Inoltre, sarà riveduto e rilanciato il servizio storico delle informazioni turistiche, che prevederà anche lo Iat diffuso, veri e propri info point distribuiti presso gli esercizi pubblici in grado di dare un primo livello d’informazione.

Si aggiungeranno i Tourist Angels che, in momenti di particolare affluenza, usciranno sul territorio (nelle piazze, nelle vie nei luoghi strategici ed iconici del territorio) per andare incontro all’ospite e alle sue domande.

È stato presentato anche il logo di Visit Rimini, disegnato dall’Agenzia Kaleidon, alla quale è stata affidata la campagna di comunicazione.

Il logo - è stato spiegato - sottolinea il desiderio di mettere al centro le persone, renderle protagoniste e accolte nell’incontro con la città e il suo territorio vasto.

Il cerchio rosso rappresenta il sole e l’abbraccio che è simbolo di accoglienza. “In” è l’affisso di tante parole che definiscono le relazioni possibili con la città e il suo territorio: incontri, informazioni, incoming… E aggettivi che la qualificano come: innovativa, intramontabile, inattesa, indimenticabile…”.

La DMC Visit Rimini per il prossimo triennio ha una dotazione di 1,860 milioni di euro, fondi derivanti in parte da risorse regionali e in parte dal ricavato dell’imposta di soggiorno.  

È stato presentato il comitato elettorale che a livello provinciale sosterrà la lista per Bonaccini Presidente che vede come candidati Ilia (Lilli) Varo, Adriana Pellegrini, Gianluca Garulli e Kristian Gianfreda.

“Si tratta di oltre 50 persone – informa una nota - che hanno scelto di mettersi in gioco e prendere parte attiva in questa campagna elettorale a sostegno di Stefano Bonaccini Presidente. Donne e uomini provenienti in parte dalla società civile e in parte con esperienze politiche precedenti, che rappresentano diverse categorie professionali: impiegati, insegnanti, pensionati, educatori, albergatori, medici, liberi professionisti –avvocati, ingegneri, geometri, architetti-, dipendenti pubblici, imprenditori”.

All’assemblea di presentazione hanno preso parte Sergio Pizzolante, la Vicesindaca Gloria Lisi,  l’Assessora all’Ambiente del Comune di Rimini Anna Montini.

Questi i componenti del comitato elettorale:

Frisoni Davide - Artista, Consigliere Comunale Comune di Rimini (coordinatore del Comitato elettorale)

Lazzerini Monaco Elena, Imprenditrice (coordinatrice del Comitato elettorale)

Gloria Lisi, Vice Sindaca Comune di Rimini

Montini Anna, Assessora Ambiente Comune di Rimini 

Ancora Gina -Medico Primaria Terapia Intensiva Neonatale Ospedale di Rimini

Angelino Eugenio -Dirigente

Arlotti Andrea -Restauratore

Baldassari Ugo -Architetto, già Vicesindaco del Comune di Bellaria

Balducci Cristiana -Insegnante e Presidente Rimini Attiva

Bellucci Giorgia -Consigliere Comunale Comune di Rimini

Bergese Jimmi -Educatore Cooperativa Sociale Ca’Santino

Bianchi Antonio -Albergatore

Bonfini Ulrike -Già Consigliere Comunale Comune di Riccione

Budde Rob - Regista Esperto di Comunicazione

Canducci Silvio -Geometra

Carlini Alessandra -Cofondatrice Associazione “Basta Plastica in Mare”

Casadei Cinzia -Educatrice e Consigliere Comunale del Comune di Poggio Torriana

Cicchetti Rodolfo -Avvocato

Corso Vittorio -Medico Chirurgo Clinica Villa Maria

Costantini Carlo -Pensionato Ferrovie Dello Stato

De Leonardis Daniela -Artigiana e Consigliera Comunale Comune di Rimini

Domenichelli Vincenzo -Direttore FF Chirurgia Pediatrica Rimini

Fabbrani Gianluca -Architetto, già Assessore Comune di Novafeltria

Fabbri Carlo -Educatore Associazione Papa Giovanni XXIII

Fabei Francesca -Insegnante, Istituto Comprensivo di Ospedaletto

Franchini Giorgio -Architetto

Frisoni Michael -Ristoratore e Vicepresidente Rimini Attiva

Gabrielli Roberto -Imprenditore e Consulente Finanziario

Ghinelli Riccardo -Insegnante

Gianfreda Marilena -Interprete

Giuliani Giorgio -Ingegnere e Vicepresidente ANCE

Mantuano Ariano -Ingegnere, già Assessore Comune di Rimini

Marano Daniele -Presidente Croce Rossa

Marchese Alessandro -Imprenditore Grande Distribuzione

Maresi Moreno -Avvocato e Vicepresidente RBR Basket Rimini

Mazza Massimiliano -Biotecnologo, Ricercatore all’Irst di Meldola

Montagnoli Daniela -Imprenditrice

Muratori Mirco -Artigiano e Vicepresidente della Provincia di Rimini

Ormerod Andrew –Imprenditore, Organizzatore di Eventi, Titolare Ristorante Foyer

Pasini Luca -Commerciante, Consigliere Comunale Comune e di Rimini

Pasquali Maria Paola – Assistente Capo Polizia Locale di Rimini

Perazzini Giuliano -Ingegnere

Rapone Alessandro -Presidente AMIR spa

Ravaioli Alberto -Medico, già Sindaco di Rimini

Romiti Daniele -Avvocato

Russo Mario -Ingegnere

Sonnoli Leonardo -Graphic Designer

Ubaldi Fabio -Imprenditore e Consigliere Comunale Comune di Riccione

Ugolini Francesca -Già Sindaco Comune di Talamello

Vasini Enrica -Avvocato del Foro di Rimini

Villa Mauro -Dirigente d’Azienda

Vinci Barbara -Consigliere Comunale Comune di Rimini

Vitali Stefano -Dirigente, già Presidente della Provincia di Rimini

Zamagni Enzo -Dirigente Pubblico e Consigliere Comunale Comune di Rimini

Viene dalla Fiera di Milano il nuovo amministratore delegato di IEG, chiamato a sostituire Ugo Ravanelli, dimessosi nei mesi scorsi dopo la raggiunta quotazione in Borsa. Si tratta di Corrado Peraboni che ha ricoperto tale incarico in Fiera Milano nel biennio 2015-2017. In precedenza, dal 2000 al 2015, era stato direttore della Fondazione Fiera di Milano, e ha ricoperto anche la carica di presidente dell’UFI (Associazione globale dell'industria fieristica). Una persona che vanta pertanto esperienza e competenza in campo fieristico, sia a livello nazionale che internazionale. Peraboni, votato all’unanimità dal consiglio di amministrazione, sarà operativo nel nuovo incarico già dai primi giorni del 2020. Nel darne notizia oggi in conferenza stampa, il presidente di IEG, Lorenzo Cagnoni, ha sottolineato che la società ripone la massima fiducia nel nuovo amministratore.

Cagnoni ha anche fatto il punto sulla società alla fine dell’anno e parlato delle prospettive del 2020.

A suo giudizio IEG gode di ottima salute. Le previsioni per il 2019 (174 milioni di fatturato; 35,9 milioni di Ebitda; un utile netto di 8,7 milioni da distribuire agli azionisti) sono state abbondantemente superate. Un risultato ragguardevole che, secondo Cagnoni, mette in evidenza alcune caratteristiche di IEG. È la società fieristica che più di altre è titolare dei propri prodotti; è la prima in Italia per redditività; è l’unico attore che si muove sul mercato alla ricerca di acquisizioni e/o integrazioni con altre fiere. È di poche settimane fa l’accordo raggiunto con Forlì che porterà a Rimini la Fiera Avicola in affiancamento al Macfrut ed è della scorsa settimana il perfezionamento dell’accordo con Arezzo Fiere e Congressi dalla quale sono state acquisite le manifestazioni OroArezzo e Gold Italy. “Con Bologna – ha chiosato – i problemi sono soprattutto politici, se ci mettessimo insieme avremo un fatturato di oltre 400 milioni. Il nuovo AD è certamente una figura che spingerà verso l’espansione”. Ma è più probabile che si raggiungano accordi al’estero, magari nel Far East, che con Bologna, per il momento.

Altra caratteristica non trascurabile di IEG, ha sottolineato il presidente, è che distribuisce utili ai soci, mentre altre società chiedono soldi ai soci per aumenti di capitale.

Anche il 2020 è nel segno della crescita e dello sviluppo. Entro l’anno IEG conta di concludere tutto l’iter amministrativo (compresi gli espropri) che porti ad aprire i cantieri (nei primi mesi del 2021) del nuovo grande padiglione circolare atteso da manifestazioni come Sigep ed Ecomondo; utilizzabile anche per grandi eventi di spettacolo. L’obiettivo è di inaugurarlo per il Sigep 2023. Investimenti anche sul quartiere fieristico di Vicenza, dove IEG chiederà che in parte i costi siano sostenuti dai soci pubblici, sull’esempio di quanto fatto a Rimini per il Palacongressi.

Sollecitato dalle domande, Cagnoni è intervenuto sulla spinosa, e ormai ineludibile, questione dell’accessibilità al quartiere fieristico. Nei giorni delle manifestazioni più frequentate il traffico cittadino va letteralmente in tilt. Secondo Cagnoni le enormi dimensioni raggiunte dalla Fiera chiedono un pensiero e una programmazione di alto livello che coinvolga, oltre a IEG, anche Comune, Regione, Anas, Ferrovie. Le ipotesi sul campo sono: un terzo casello dell’Autostrada, un collegamento del Metromare fino alla Fiera, un potenziamento delle corse ferroviarie e delle fermate alla stazione della Fiera. C’è poi la questione dell’aeroporto. “Adesso – spiega Cagnoni - trasporta turisti, e a noi non interessa. Perché si possa sviluppare un traffico funzionale all’attività fieristica e congressuale, occorrono collegamenti con le principali metropoli europee. È chiaro che non basta la ‘preghiera’ alla società di gestione. Si tratta anche qui di aprire un tavolo di discussione ad alto livello coinvolgendo i principali attori del territorio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Un’ultima battuta sull’andamento della quotazione in Borsa. “Non siamo contenti, perché il livello di richiesta delle azioni è molto basso”.

“Stiamo diventando una città d’arte, una prospettiva che fino a qualche anno fa era inimmaginabile. È un vero cambiamento d’epoca quello che stiamo vivendo. Sta cambiando la nostra identità di città. Chi arriva da fuori lo percepisce e ne rimane stupito, noi riminesi forse ancora non ce ne siamo accorti fino in fondo”. È la conclusione di una conversazione con l’assessore alla cultura Giampiero Piscaglia a proposito del futuro del Teatro Galli, della sua gestione e della sua sostenibilità economica. Ma il teatro è appunto un tassello del più ampio mosaico di cambiamento che ha investito il centro storico di Rimini. “Chi oggi arriva a Rimini con in testa la vecchia cartolina o una guida datata, trova una realtà diversa. Presto avremo un quadrante del centro storico con tanti e tali musei che se uno volesse visitarli tutti dovrebbe impiegare giorni. Presto partirà la risistemazione del Museo della Città, che vedrà percorsi rinnovati e la valorizzazione del Trecento riminese. Nei due palazzi medievali di piazza Cavour avremmo l’arte contemporanea. Al Castello aprirà il Museo Fellini. Abbiamo una Biblioteca con 400 anni di storia. È in atto la valorizzazione del porto antico e di Porta Galliana. Per non parlare dei monumenti storici di sempre, a partire dal Tempio Malatestiano. La cultura non è più un’appendice, la gente arriva a Rimini per cercare questa offerta. La guida di Lonely Planet dedicata all’Emilia Romagna ha in copertina Rimini. Bisogna che tutto questo diventi sistema e venga venduto adeguatamente all’esterno”.

Il discorso, si diceva, era partito dal Teatro Galli. E l’assessore Piscaglia l’aveva preso un po’ da lontano per arrivare a dire che in fatto di programmazione e gestione teatrale Rimini non parte da zero.

“Per le compagnie teatrali il Novelli è sempre stato una meta importante. Non tutte le città sono in grado di offrire tre repliche di uno spettacolo. Noi abbiamo sempre avuto tre turni per la grande prosa, un turno D per spettacoli più innovativi e un cartellone per il teatro di ricerca. I teatri stabili hanno l’obbligo di un dieci per cento per la ricerca, noi siamo andati oltre”. E quindi? L’assessore Piscaglia non ha ancora finito con la sua premessa. “Abbiamo la Sagra musicale malatestiana che quest’anno ha compiuto 70 anni. Per una città come Rimini, che secondo alcuni è affetta da una sindrome di Ugolino, è un traguardo eccezionale. La Sagra nasce con l’Azienda di Soggiorno che mentre cerca di lanciare il turismo popolare di massa propone un festival di musica classica. In quegli anni alcune manifestazioni, fra cui la Sagra, fanno uscire la musica classica dalle sale di concerto e la portano o nelle chiese o nelle piazze. E avevamo la diretta in Eurovisione di alcuni concerti. Altre città in Emilia Romagna non hanno un festival come la nostra Sagra”.

Le premesse dell’assessore Piscaglia arrivano ad uno snodo cruciale. “Non abbiamo mai fatto la lirica. Con la riapertura del Galli, cosa è successo? Grazie alla Regione, noi che non siamo un teatro di tradizione, siamo stati ammessi al tavolo dei teatri di tradizione dell’Emilia Romagna, partecipando così alle linee di finanziamento per chi partecipa a coproduzioni nella lirica. Nel primo anno abbiamo collaborato con Piacenza per La Traviata e con Ravenna per la Norma. Noi abbiamo l’obiettivo di diventare il settimo teatro di tradizione della regione, insieme a Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna”.

E come si fa ad entrare in questo ‘salotto’ buono? “Non c’è una regola definita. Bisogna dimostrare di saperlo fare con una programmazione colta che comprende opera, concerti, balletti. Il ministro, a suo insindacabile giudizio, sentito il parere non vincolante di una commissione, emette il relativo decreto. Possiamo immaginare che servano almeno due tre anni, ma si potrebbe fare anche un’eccezione per un teatro che è stato inaugurato da Verdi. Vedremo. Questo comunque è il nostro obiettivo”.

Anche se siede nel salotto buono dei teatri di tradizione, il Galli adesso è nella categoria della lirica ordinaria, che comporta l’obbligo di due produzioni all’anno. Quando passerà nella categoria superiore, teatri di tradizione, gli spettacoli dovranno essere quattro. Ma si avrà il diritto a maggiori finanziamenti. Già adesso però Rimini, oltre ai 50 mila euro dalla Regione, partecipa ai finanziamenti ministeriali del Fus (Fondo unico dello spettacolo). E come? “Ci facciamo accompagnare per gli aspetti organizzativi e amministrativi dalla Fondazione di Ravenna, che riceve fondi per gli spettacoli che noi produciamo e poi ce li riversa. La collaborazione con Ravenna ci aiuta anche a formare una squadra di operatori che potrà in futuro gestirsi autonomamente”.

E siamo arrivati al punto della gestione. “Siamo, in questa fase, obbligati alla gestione diretta, perché il Teatro è stato costruito in regime di recupero dell’Iva, e quindi dobbiamo restituire il risparmio di Iva così ottenuto”. Di questo primo anno di gestione, costi e ricavi, l’assessore non è in grado di fornire dati perché sono ancora in fase di elaborazione. La prospettiva del futuro? “Molti teatri all’inizio degli anni Duemila sono passati al sistema delle Fondazioni perché, si pensava, in questo modo il Comune spende meno. Ma non è andata così, tanto che alcuni Comuni vorrebbero tornare indietro perché una legge del 2014 ha imposto alle Fondazioni gli stessi vincoli dell’ente pubblico. Inoltre, la presenza di una Fondazione comporta il raddoppio di certe figure. Se in un Comune l’impiegato, per non correre rischi, ha per così dire, una rete di protezione dei dirigenti capaci di indicare come muoversi, qualche figura analoga bisogna prevederla anche nella Fondazione. Inoltre, un dipendente comunale non si occupa solo della gestione del teatro, ma mentre segue quello garantisce molte altre mansioni. A Rimini la gestione diretta ha creato nel tempo un gruppo di lavoro che, pur avendo un contratto di pubblico impiego, ha acquisito una modalità di agire che prevede anche orari notturni e festivi. Quel gruppo ha acquisito una professionalità che equivale a quella di una Fondazione”.

L’assessore Piscaglia mette in guardia da facili semplificazioni. “Il teatro non è un business, è strutturalmente in perdita. Certo, devi avere una gestione aziendale corretta, ma anche quando riempi le sale, ottieni le giuste sponsorizzazioni, produci merchandising, apri il bookshop, utilizzi l’art bonus, rimani sotto e non di poco. La capacità di un teatro di autofinanziarsi è in media pari al 30 per cento delle spese, nella lirica si arriva anche al 20 per cento.” Quindi quale sarà la strada di Rimini? “Finito l’obbligo della gestione diretta, si farà una valutazione. Tenendo presente che in una eventuale Fondazione, a parte Comune, Provincia, Camera di Commercio, non vedo un gran numero di aziende e imprenditori che possano far parte della compagine. Ma, ripeto, faremo una valutazione, facendo tesoro dell’esperienza di questi anni”.

La Rimini del fare, la Rimini attiva, la Rimini della solidarietà sociale. La Rimini che si ribella ad una narrazione della città e della regione che è falsa. La Rimini che non si rassegna al linguaggio della rabbia e dell’odio. Secondo Sergio Pizzolante i quattro candidati riminesi della Lista Bonaccini Presidente, presentati oggi in una conferenza stampa, rappresentano questa Rimini.

I quattro candidati, ha insistito, sono l’espressione di una società civile che entra in politica non con il linguaggio dell’antipolitica ma portando esperienza e competenza. È una società civile che ha deciso di alzarsi dal divano e di partecipare anche grazie allo stimolo delle piazze riempite dalle sardine. Si tratta di un nuovo capitolo della storia iniziata nel 2016 con le liste civiche (Patto Civico, Rimini Attiva, Rimini Futura) che hanno sostenuto la candidatura di Andrea Gnassi.

I nomi dei quattro candidati erano già circolati ieri e questa mattina hanno ricevuto l’investitura ufficiale. Ilia Lilli Varo, 60 anni, di Riccione, dal 1994 si dedica all’azienda agrituristica di famiglia. Dal 2009 al 2014 è stata assessore al bilancio a Riccione ed ora è presidente del Gal della Valmarecchia e Valconca. “Il segnale delle sardine mi ha spinto ad alzarmi e a mettermi in gioco”. Gianluca Carulli, 57 anni, è il primario di chirurgia degli ospedali di Rimini, Santarcangelo e Novafeltria; in precedenza aveva ricoperto lo stesso incarico a Riccione. Non era presente perché impegnato in un congresso scientifico. Al telefono ha spiegato che ha deciso di candidarsi perché crede sia importate difendere la qualità del servizio sanitario dell’Emilia Romagna. Kristian Gianfreda, regista (il suo primo film Solo cose belle ha ricevuto unanimi apprezzamenti), è stato fra gli iniziatori della Capanna di Betlemme della Comunità Papa Giovanni XXIII. Dal 2016 è consigliere comunale Rimini. “Sono qui per difendere la persona da slogan tipo ‘prima gli italiani’ e da ogni forma di egoismo sociale. È un impegno in continuità con ciò che ho fatto fino ad oggi”. Ed infine Adriana Pellegrini, 60 anni, è la presidente della Cna di Santarcangelo e insieme al figlio Yuri gestisce la Trattoria al Passatore. Secondo lei “Bonaccini in questi anni ha amministrato bene e deve continuarlo a farlo”.

I quattro moschettieri riminesi di Bonaccini hanno ricevuto la “benedizione” e del sindaco Andrea Gnassi e della sua vice Gloria Lisi. “Il 26 gennaio - dice Gnassi – non si vota per l’Europa, per il Mes o per il governo nazionale. Si vota per i nostri ospedali, per il Museo Fellini ed il progetto di Rimini città d’arte, si vota per la nostra economia turistica che deve rinnovarsi”. Ed ha aggiunto, riferendosi alla campagna elettorale di Salvini che copre e oscura la candidata della Lega: “Non si conquista una regione. La si amministra se si ha un progetto valido”.

Gnassi e Pizzolante hanno poi annunciato che presto sarà reso noto il comitato elettorale “che conterrà nomi clamorosi e sorprendenti”.

La conferenza stampa è avvenuta nello stesso giorno in cui sul Corriere della Sera è stato pubblicato un sondaggio di Nando Pagnoncelli che vede Stefano Bonaccini avanti di due punti (44,2 contro 42,1) rispetto a Lucia Bergonzoni. Inoltre risulta che l’insieme delle liste per Bonaccini supera il 20 per cento. “Teniamo presente –chiosa Pizzolante - che alle europee le liste dell’area di centro sinistra avevano appena il 6 per cento”. Interessante per Pizzolante anche il fatto che la Lega, rispetto alle europee, perda otto punti. “Gli ultimi eventi hanno cambiato il clima. Due mesi fa avrei detto perdiamo. Oggi dico che vinciamo”, è stata la conclusione.

Ma voi sue amiche avevate capito che in lei stavano maturando i frutti della santità? “No”. La risposta di Geppy Santamato è sorprendente e nello stesso tempo, unendola alle parole che poi sono seguite, getta nuova luce sulla santità vissuta nella normalità del quotidiano, di cui Sandra Sabattini è una testimone di primo piano. 

Giovedì pomeriggio nella Sala San Gaudenzo (ottagonale) si è svolta la presentazione del libro (Scelgo Te e basta. Vivere a braccia spalancate) che il vescovo Francesco Lambiasi ha voluto dedicare a Sandra Sabattini, che il prossimo 14 giugno sarà proclamata beata. È stata l’occasione di una riflessione a più voci, una di queste appunto Geppy Santamato. “L’esperienza che noi vivevamo – ha spiegato – era che con lei si stava molto bene. Era una persona che ascoltava molto e non parlava mai di sé. Tanto che solo dopo la morte abbiano scoperto che suonava il piano, che aveva un ricco medagliere conquistato alle gare di atletica. Noi vedevamo solo che era veloce a correre…”. Non potevano comunque non notare certi atteggiamenti: la capacità di cogliere la bellezza in ogni cosa, la proposta di fermarsi a pregare compieta dopo una giornata faticosa quando tutte le altre sarebbero corse a letto. 

Geppy racconta che lei e le altre amiche si trovarono in difficoltà quando dovevano andare a raccontare davanti al Tribunale della causa di beatificazione come Sandra aveva vissuto in modo eroico le virtù cristiane. Loro avevano avuto esperienza di una normalità che dava pace. Che c’entra con l’eroicità delle virtù cristiane? “Quando fu aperta la causa, le prime a non capire siamo state noi. Ma come, ci sono persone che da decenni stanno giorno e notte in una casa famiglia. Non si stanno conquistando la santità più di Sandra che, purtroppo, non ha avuto tempo di fare grandi cose? Non è che don Oreste si è preso un abbaglio?”.  E dire che qualche segnale lo avevano avuto. Geppy ha ricordato la sera in cui si erano viste insieme a guardare il Gesù di Nazaret di Zeffirelli. Ad un certo punto Sandra le aveva preso il braccio e le aveva detto: “Ma ci pensi, Gesù è risorto!”. Faccia sorpresa di Geppy. Dopo un po’ Sandra torna all’attacco: “Gesù è veramente risorto!”. Commento attuale di Geppy: “Non capivo, non c’era bisogno di spoilerare, sapevo come andava a finire la storia. Adesso capisco che in quel momento ci voleva comunicare la sua certezza. Noi cristiani siamo testimoni della Resurrezione”. Insomma, anche per loro, anche per le sette amiche, la scoperta della santità di Sandra è avvenuta dentro un percorso. Adesso sono un team scatenato, pronto a muoversi, due alla volta, per andare a raccontare a tutti come e perché Sandra Sabattini è davvero la santa della porta accanto. 

Laila Lucci, autrice di una poderosa biografia di Sandra, aveva titolato così il suo lavoro, prima ancora che papa Francesco usasse l’espressione nella Gaudete et exultate. È toccato a lei scavare nel libro del vescovo per estrarre alcune perle. Non è un libro biografico, sono piuttosto riflessioni e indicazioni che traggono spunto dagli eventi della vita e dalle parole di Sandra, a partire da quel categorico: “E io scelgo te Signore, e basta”. Lucci ha sottolineato che l’ultimo capitolo del libro è dedicato al messaggio profetico di Sandra: si può essere cristiani  e felici. 

Anche il  vescovo Lambiasi ha sottolineato con forza la frase citata. “La scelta di Dio è esclusiva, ma non escludente, anzi molto inclusiva. Se si sceglie Dio, si sceglie tutta la realtà, la Chiesa, la comunità, i poveri”. Ha poi raccontato che l’idea del libro gli è venuta dovendo sostituire don Fausto Lanfranchi, malato, nelle sua attività di postulatore della causa. Lo stesso Lanfranchi lo ha invitato con insistenza a proporre che su Sandra si facesse una mostra al Meeting. “E stata una cosa meravigliosa, 7.500 visitatori. E ad attirare non era la mostra in sé, ma la gigantografia con il sorriso di Sandra”. 

Le amiche di Sandra si chiedono come potesse essere santa, non avendo avuto il tempo per fare grandi cose. Eppure, proprio il suo rapporto con il tempo (che è un dono, che non va sprecato) è il segno (oltre al miracolo della guarigione, ottenuto per sua intercessione) che Sandra ha impresso su Stefano Vitali. “Da lei e da quel che mi è successo sto imparando a vivere il tempo come dono”. 

Valerio Lessi

In una conferenza stampa domani mattina saranno presentati i candidati della Lista Bonaccini Presidente, a sostegno appunto della ricandidatura del presidente uscente Stefano Bonaccini.

Sono quattro nomi espressone della società civile, nessuno legato attualmente a esperienze di partito. Sono Luca Garulli, primario di chirurgia a Rimini; Kristian Gianfreda, regista, consigliere comunale a Rimini, appartenente alla Comunità Papa Giovanni XXIII; Adriana Pellegrini, presidente della Cna di Santarcangelo e gestore della Trattoria dal Passatore; Lilly Varo, presidente del Gal Valmarecchia e Valconca, già assessore a Riccione nella giunta Pironi.

Gran regista dell'operazione di formazione della lista a livello provinciale è l'ex deputtao Sergio Pizzolante.

Nel pomeriggio, alle 16,30 nella sede del comitato elettorale, (piazza Malatesta 15) ci sarà un incontro fra i quattro candidati e Stefano Bonaccini.

 

 

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