L’on. Augusta Montaruli, commissaria provinciale di Fratelli d’Italia, assicura che la svolta (tutti i partiti di centrodestra, all’infuori di Forza Italia in favore di Ceccarelli) è maturata al tavolo locale.

Sembra infatti che le riunioni, nella notte e questa mattina si siano svolte al Coconuts, il locale di Lucio Paesani che potrebbe presto diventare, in senso politico,il Papeete di Rimini.

“Siamo pronti – dice Montaruli - a partire per la campagna elettorale che mi auguro faccia emergere una nuova classe dirigente di Fratelli d‘Italia”.

Il centrodestra “unito” sembra però che sia senza Forza Italia. Non è un problema? “Sono situazioni che dispiacciono, del resto anche a Ravenna Forza Italia presenta un candidato autonomo. Mi auguro che nei prossimi giorni possa convergere su Ceccarelli anche Forza Italia, così da ampliare i consensi del centrodestra e aspirare alla vittoria”.

La decisione per Ceccarelli anche di Fratelli d’Italia è maturata nelle ultime ore. Secondo alcune indiscrezioni la settimana scorsa la Lega aveva chiesto ai potenziali alleati di scegliere: a livello nazionale è stato deciso che il candidato di Rimini dovrà essere della Lega, noi ne abbiamo due, Ceccarelli e Ravaglioli, diteci quale preferite.

Alcuni hanno detto Ceccarelli, altri Ravaglioli, altri ancora si sono rifiutati di togliere le castagne dal fuoco alla Lega.

A quanto pare Fratelli d’Italia ad un certo punto ha invitato la Lega a indicare chiaramente il proprio candidato e su quello ha deciso di convergere. Ma alle ricostruzioni mancano ancora molti dettagli.

“E’ stato deciso Ceccarelli? Non ne so nulla. So solo che oggi alle 17 è convocato il tavolo nazionale degli enti locali e lì verrà presa una decisione. Quando qualcosa sarà deciso, farò sapere le mie valutazioni”.

Così si esprime il senatore Antonio Barboni, di Forza Italia, con chi gli chiede un commento sulla decisione del centrodestra, escluso Forza Italia, di candidare l’ex sindaco di Bellaria Enzo Ceccarelli.

In effetti, nel comunicato diffuso dalla Lega mancava in fondo la firma di Forza Italia. Cosa significa? Una rottura definitiva in coerenza con il pollice verso dei berlusconiani per Ceccarelli? O il comunicato diffuso alle 13,30 di oggi dalla Lega è l’esito di una accelerata per mettere tutti (cioè il tavolo romano riunito oggi alle17 a Roma) di fronte al fatto compiuto?

L’evolversi della situazione chiarirà questo mistero. Alessandro Ravaglioli, l’altro candidato della Lega da mesi in pista in pista, non vuole fare dichiarazioni ma non nasconde la sorpresa. Anche lui rimanda alle decisioni che saranno prese dal tavolo nazionale.

Quello che i partiti dovranno presto chiarire, se sarà confermato Ceccarelli, è che cosa è cambiato nelle ultime ore per raggiungere un accordo a livello locale che fino a quel momento è sempre stato impossibile.

Che qualcosa fosse nell’aria lo si era capito nelle prime ore del mattino con un posti di Lucio Paesani. “Ora, o si parte, o si perde; e nel farlo, si negherebbero sia le parole di Salvini, sia la volontà riminese, che non può essere più delegata ai tavoli romani, che rappresentano la foglia di fico sull' incapacità di decidere e sulle responsabilità politiche della SCONFITTA, di cui nessuno si vuole prendere mai paternità”.

Squilli di tromba: il senatore pentastellato Sergio Romagnoli viene in visita in Romagna “in attesa delle elezioni amministrative”. Del resto con quel cognome non poteva non sperare in una siffatta accoglienza. Già, perché il senatore Marco Croatti ha diffuso un comunicato sulla visita dell’illustre collega che ha lo stile di quelli vergati “quando c’era lui, caro lei”. Ogni particolare banale, è raccontato con un’enfasi sproporzionata.

Ma chi è il senatore Romagnoli, per cui la sua visita “è particolarmente importante”. Il senatore Croatti ci dice solo che è segretario della commissione lavoro e membro della commissione di inchiesta sul lavoro in Italia. Sicuramente Croatti ha dimenticato qualcosa. Se si va però sul sito web del senatore Romagnoli l’unica notizia in più che si apprende è che nel 2017, quando un grillino diventa sindaco di Fabriano, “lo vediamo tra i primi ad esultare insieme agli altri attivisti nella Piazza del Comune affianco alla storica fontana dello Sturinalto, simbolo di Fabriano”. Adesso è tutto più chiaro, benvenuto senatore.

Ma cosa farà Romagnoli in Romagna? Venerdì “prima tappa Ravenna, dove Croatti e Romagnoli verranno accolti anche da Igor Gallonetto, il referente M5S della città”. “Anche” significa che ci sono altri, ma non è dato sapere chi siano. “Nel primo pomeriggio ci sarà l’incontro con Shelina Marsetti, candidata Sindaco per le prossime elezioni amministrative a Montescudo Montecolombo”. Almeno questa è una notizia. Sempre nel pomeriggio il senatore visiterà alcune realtà sociali del territorio.

I momenti clou del programma sono però per sabato. “Al mattino incontrerà a Rimini gli attivisti M5S, mentre nel pomeriggio il Senatore sarà accolto da Silvia Pozzoli, Presidente del Consiglio del Comune di Cattolica, da Massimo Gennari e dai politici locali”. Dall’ultima frase si capisce che va a Cattolica, che la persona importante che incontra è Silvia Pozzoli. Poi si vede anche con tale Massimo Gennari che probabilmente è il fratello o un parente del sindaco pentastellato Mariano. O forse è solo un clamoroso errore del senatore che pure è molto amico del sindaco.

E si arriva alla sera, quando, secondo il comunicato stampa di Croatti, “Marco Musmeci, Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Montegridolfo, ha organizzato un concerto dei maestri dell'Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini”. Quindi l’assessore ha organizzato un concerto solo per l’illustre ospite grillino? Fortunatamente no, l’evento era in programma da tempo, ma evidentemente le lezioni di comunicazione di Casalino non hanno attecchito in Romagna. .

“Sono molto soddisfatto – conclude l’enfatico Croatti - dell’entusiasmo con cui tutto il M5S della Romagna ha aderito alla visita del Senatore Romagnoli. Sarà un weekend impegnativo ma sono certo che anche il Senatore ne sarà soddisfatto (e ci mancherebbe, ndr). Nel frattempo, ci tengo a ringraziare tutte le realtà che prenderanno parte alla visita e a ringraziare il Senatore per la sua disponibilità”.

Come non unirsi a cotanta gratitudine!

Più che salvare un ipotetico “soldato Ryan”, qui c’è da salvare addirittura un intero esercito di elettori del centrodestra. Se si sta ai risultati delle regionali del 2020 sono addirittura la maggioranza, il 47,79 contro  il 44,81 del centrosinistra. Approfondendo quel risultato di un anno e mezzo fa, si ha subito un indizio di quello che è il problema del centrodestra riminese. La candidata a presidente della Regione scende, rispetto ai voti di lista, al 45,53, mentre Stefano Bonaccini nell’altro campo vola al 48,75.  Ciò significa che a destra c’è un problema di classe dirigente, che si riverbera su candidature che non riescono ad attrarre nemmeno tutto il voto di appartenenza e il voto di opinione. Evidente a livello regionale, evidentissimo a Rimini. 

Il popolo riminese orientato al centrodestra chiede, il 5 agosto, chi sarà il suo candidato nelle elezioni del 3 e 4 ottobre. Sgomento, si sente rispondere che ancora non c’è. Ecco perché ci sarebbe davvero bisogno di lanciare un appello pubblico per salvare gli elettori di centrodestra di Rimini dall’inadeguatezza e dall’insensatezza dei loro capi politici. Non li chiamiamo leader perché sarebbe sprecare una parola a cui dovrebbe corrispondere esperienza, competenza ed empatia con la base.  Più prosaicamente, sono coloro che occupano le caselle, che detengono questo o quel simbolo sulla piazza di Rimini. Anzi, in certi casi a detenere la bandierina è un deputato di Forlì.  Ma sarebbe ingiusto prendersela esclusivamente con loro, ormai da settimane la decisione su Rimini è stata delegata al cosiddetto “tavolo nazionale”. Ma evidentemente Salvini, Meloni, Tajani, Lupi hanno numerose gatte da pelare (in ballo c’è la guida nazionale del centrodestra e quindi del prossimo governo) e Rimini non è una priorità. A questo punto c’è da sperare che, siccome tutti i nomi citati sono attesi a Rimini per il dibattito al Meeting, almeno in quell’occasione si presentino con il candidato da offrire al popolo in sfibrante attesa. Del resto, a quel punto, per la presentazione delle liste ci sarebbero addirittura dieci giorni…

Mettendo in fila queste amare considerazioni, non ci vogliamo associare alle solite contumelie che tanto spazio hanno sui social secondo cui ancora una volta il centrodestra avrebbe deciso di perdere e quindi tutte le manfrine sul candidato sono state pianificate per raggiungere questo obiettivo. È insomma la solita teoria del complotto che emerge quando non si vuole fare la fatica di un’analisi compiuta e aderente alla realtà. Magari ci fosse qualcuno che ha pianificato la disfatta del centrodestra: tutti, elettori ed osservatori, ce ne faremmo una ragione. 

Per capire l’oggi, invece, bisogna un attimo volgere lo sguardo al passato. Basta arrivare al 2016, all’inizio del mandato amministrativo che si sta concludendo. Come esordì l’opposizione di centrodestra formata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e sovranisti vari? Inseguendo un gruppo di genitori che si opponeva alla decisione dell’amministrazione di affidare ai privati la gestione di alcuni asili comunali. Assecondando la protesta, schierandosi aprioristicamente contro la giunta, credendo in questo modo di acquisire nuovi consensi, non si sono neppure accorti che in questo modo contraddicevano quelle che dovrebbero essere le loro radici culturali (sussidiarietà, liberalismo, ecc.). 

Tutta l’opposizione di questi cinque anni è stata fedele a quell’esordio. Sono state inseguite le proteste spontanee, senza valutare nel merito le questioni, ritenendo che tale linea avrebbe pagato sul piano elettorale. Qualsiasi proposta dell’amministrazione è stata giudicata negativamente, a prescindere, come avrebbe detto Totò. Un’opposizione urlata e pasticciona (ad di là dell’eccezione di qualche raro consigliere) che non ha lasciato trasparire alcuna cultura di governo alternativa al centrosinistra. A dispetto della percezione diffusa in città, con cui sarebbe stato doveroso fare i conti, il sindaco Gnassi è rimasto un pericoloso comunista colluso con settant’anni di strapotere di Falce e Martello.  La definizione di Vittorio Sgarbi, sabato scorso all’inaugurazione della sede di Davide Frisoni (“Gnassi? Un sindaco con idee di destra”) è apparsa lontana mille miglia dalla pratica politica dei suoi sodali locali. 

Gli esiti fallimentari di tale linea politica sono sotto gli occhi di tutti: in cinque anni non è cresciuta una classe dirigente credibile, capace di proporsi come alternativa alla gestione del centrosinistra. Tale classe dirigente sarebbe stata il naturale punto di partenza per l’individuazione di un candidato, civico o politico che fosse. Invece, vista l’assenza di tale classe dirigente, ci si è affidati al commissario di Forlì che per sei mesi ha inseguito la chimera del candidato civico, senza mai aver chiarito quali caratteristiche dovesse avere: si è avuta l’impressione che ci si sia limitati a scorrere l’elenco dei presidenti delle associazioni di categoria e degli ordini professionali. Fallito quel tentativo, su suggerimento proveniente da Riccione, è stata estratta dal cilindro la candidatura dell’ex sindaco di Bellaria, presentato come civico. L’effetto è stato un incartamento ancora più ingarbugliato dal quale nessuno ha idea di come e quando si potrà uscire. 

Fra quelli che abbiano definito genericamente elettori di centrodestra, oltre chi vota per appartenenza e opinione, ci sono persone, gruppi, comunità, imprenditori che sono alla ricerca di un partner politico, di qualcuno cioè che si affianchi, nelle istituzioni, al loro tentativo quotidiano di costruire imprese, di educare i figli, di fare cultura, di dare il proprio contributo ad una società più libera e più umana. Il disgustoso teatrino sulle candidature andato in onda sulla scena riminese è innanzitutto un’offesa a chi guarda al centrodestra come a questo potenziale partner politico. 

Ma chi comanda fra i 5 Stelle a Rimini? Chi detta la linea e assume le decisioni? Non appena si prenderanno le decisioni sulle elezioni amministrative i ottobre lo sapremo. Nel frattempo si deve registrare una disparità di vedute fra gli attivisti locali, che viaggiano verso l’ex vice sindaco Gloria Lisi, e la consigliera regionale Silvia Piccinini. Che peraltro non è la prima volta che assume posizioni in contrasto con i riminesi.

"La scelta di una alleanza con la lista di Gloria Lisi a Rimini per una forza come il Movimento 5 Stelle che, come ha più volte ribadito anche Giuseppe Conte, ha una visione che vuole essere fermamente ancorata nel campo progressista, è incomprensibile". È quanto Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato riguardo all'annuncio da parte del M5S di Rimini di appoggiare la lista che fa capo all'ex vicesindaco.

"E' noto a tutti, infatti, che l'area che questa lista civica intende coprire è quella dei moderati e liberali – aggiunge Silvia Piccinini - Non si esclude nemmeno che possa essere addirittura appoggiata da Forza Italia e da quel centrodestra che in Regione non riconosce le battaglie ambientaliste legate alla transizione ecologica e all'innovazione portate avanti dal MoVimento 5 Stelle, o ancora, quelle per una sanità che sia pubblica e di qualità. Una destra che crede in un modello di sviluppo che aumenta la disparità e le disuguaglianze economiche e sociali.  Per questo credo che arrivare ad appoggiare la civica di Gloria Lisi sia sia una scelta miope, purtroppo - e lo dico con dispiacere - figlia di logiche estranee all'interesse della città, e che si pone in netta contraddizione con il nuovo Statuto appena approvato dall'Assemblea degli iscritti, che mette meritoriamente al centro dell'azione del Movimento 5 stelle l'etica pubblica, il rispetto della legalità, la tutela dei beni pubblici e la lotta agli stravolgimenti climatici, il diritto di fare impresa ma in modo responsabile e sostenibile. Tutte priorità programmatiche che possono trovare realizzazione all'interno di una coalizione larga e progressista. Per questo sarebbe utile invece fare asse comune con tutte quelle forze politiche che stanno ufficializzando anche in queste ore l'appoggio a Jamil Sadegholvaad in virtù di proposte programmatiche comuni, invece di compiere scelte sulla base ripicche, che sono frutto di tatticismi ormai falliti su altri territori. Guardiamo al bene dei cittadini e al futuro delle prossime generazioni, che è l'unica cosa che conta davvero." conclude Silvia Piccinini.  

La campagna elettorale è ufficialmente partita ed il segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti interviene per attaccare i propri avversari: il centrodestra, peraltro ancora senza candidato, e l'ex vice sindaco Gloria Lisi, identificata con il partito della ripicca.
Ecco la nota integrale di Sacchetti:
 
Ora è ufficiale: si vota il 3 e 4 ottobre per il rinnovo dei governi delle città italiane. A Rimini la tornata autunnale riguarda 5 Comuni: Rimini, Cattolica, Novafeltria, pennabilli, Montescudo-Montecolombo. Il Partito democratico, e le coalizioni a cui partecipa attivamente e con entusiasmo, presenta per ognuna di queste realtà proposte programmatiche e candidati fortemente radicati sui territori, concreti, inclusivi, con una solida base etica e agganciati ai valori di libertà, democrazia, giustizia sociale del centrosinistra. Abbiamo tutte le carte in regole per ottenere la fiducia della maggioranza dei cittadini in ognuno dei 5 Comuni.
Ma il risultato non è l’unico elemento di un percorso di comunità. Pur nelle difficoltà di una politica a tutti i livelli ormai disarticolata e spesso indifesa di fronte ai cambiamenti vorticosi della società, il Partito Democratico e il centrosinistra hanno ancora il merito- sì, proprio il merito- di rispettare i cittadini, non trattandoli né come pecore né come allocchi. Il centrodestra a Rimini, giusto per fare un esempio, ancora non ha un suo candidato, a 60 giorni dalle elezioni. Programmi, proposte, idee da offrire al dibattito nessuna. Siamo davvero alla paralisi del potere per il potere, in cui le ambizioni personali e i veti incrociati tra partiti relegano sullo sfondo i primi e unici destinatari di una elezione, vale a dire i cittadini e le città. C’è una assoluta mancanza di rispetto, un assoluto menefreghismo rispetto ai destini della comunità.
L’altro elemento che emerge, in questo quadro scompaginato, è la ripicca. Resto piuttosto perplesso che a Rimini, in una città medaglia d'oro alla resistenza e città di profondi valori democratici e riformisti, stia prendendo forma un movimento che non guarda più alle stelle in alto, ma operazioni degne del retrobottega della peggiore prima repubblica attorno solo al senso di rivalsa che accomuna i soggetti in campo. C’è da far pagare al PD il mancato accordo su Cattolica? Ecco allora ‘favorire il dialogo’ con l’ex vice sindaca (per 10 anni…) dell’amministrazione di centrosinistra a Rimini, città dove i 5 Stelle sono all’opposizione da sempre, ora sostenuta da imprenditori già candidati in pectore della destra. Adesso si aggiunge l’ipotesi che la lista Lisi possa essere attrattiva per Forza Italia e Fratelli d’Italia…Grillo, Meloni, Berlusconi a braccetto con la due volte vice sindaca di uno dei Comuni simbolo del centrosinistra in regione.
E’ una storia che non si racconta se non appunto con il rancore personale. Il punto di contatto è chiaro. Lisi voleva un altro giro di giostra sulla poltrona di vice sindaco, dovendo forse toccare il record olimpico dei 15 anni. Il movimento cinque stelle è infuriato perché il pd non ha appoggiato la ricandidatura (e rielezione) del sindaco di Cattolica, unico loro sindaco rimasto in Emilia Romagna. Appoggio che il pd avrebbe dovuto garantire, pur sostenendo una visione di città molto diversa e senza aver avuto punti di contatto sui temi strategici per il futuro. In barba alla storia e allo spirito originario del Movimento 5 Stelle, non ci si è neanche presi la briga di leggere o di discutere l’impianto programmatico della coalizione a Rimini, incardinato su quei temi della transizione energetica, dei diritti civili, della partecipazione che devono (dovrebbero) essere patrimonio di valori che ci unisce e ci sta unendo come comunità a Rimini e in Emilia Romagna.  
In pratica il partito della ripicca si fonda su un unico punto statutario: o il pd mi permette di raggiungere il mio obiettivo personale, oppure io faccio di tutto per farlo perdere. Poco conta la coerenza. Quello che conta è far perdere il pd. Bene! Il movimento della ripicca però dimentica un elemento di fondo. Ci sono i riminesi, i cittadini, le persone con i loro problemi. Che non cercano vendetta ma risposte ai nuovi problemi che da settembre avranno l'aggiornamento dell esito della stagione estiva, della campagna vaccinale e dell aumento dei casi. Noi non siamo appiattiti sulla tattica elettorale di bottega, cerchiamo di mettere in campo proposte e persone credibili, nella volontà di superare le ragioni personali e di trovare senso comune per proseguire nel lavoro di cambiamento di questi anni che ha come unico scopo migliorare la qualità di vita dei riminesi. 
Mancano 60 giorni alle elezioni. Pochi, tanti, a seconda della prospettiva di chi guarda. A Rimini il centrosinistra si presenta forte del lavoro straordinario fatto in questi anni, innervato e innovato dalle proposte programmatiche concrete e allo stesso tempo visionarie del tavolo della coalizione. A Cattolica invece abbiamo candidata e proposta per tornare al governo della città. Abbiamo fatto tutto con estrema chiarezza e con massimo rispetto delle persone. Anche questo. Oggi, conta. 

Alleanza fra Gloria Lisi e il Movimento 5 Stelle? Le premesse ci sono tutte, anche se per il sì definitivo occorre attendere l’insediamento di Giuseppe Conte alla guida dei grillini. Ecco il colpo di scena che cambia il quadro politico locale in vista delle elezioni amministrative di ottobre. Nella conferenza stampa di venerdì scorso il candidato a sindaco del centrosinistra Jamil Sadegholvaad aveva detto che “il dialogo con i 5 Stelle di fatto non è mai partito”. Quindi, non è che non si è trovato un accordo, non ci si è mai seduti attorno ad un tavolo. E dire che uno dei punti fondamentali dell’area Petitti-Melucci era quello dell’alleanza con i pentastellati.  Non è l’unico paradosso di questo colpo di scena maturato sotto il caldo afoso di questi giorni: l’ex vice sindaco, assecondando le posizioni delle liste civiche di centrosinistra nella battaglia della candidatura, aveva fatto capire di essere contrario ad un accordo con i 5 Stelle. 

In verità per la Lisi si tratta di un ritorno alle origini. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, quando nel 2011 il neo eletto sindaco Andrea Gnassi la chiamò per proporle di entrare in giunta, lei candidamente gli rivelò che non l’aveva votato, perché aveva scelto i 5 Stelle.  Quindi un terreno comune esisteva da tempo, la rottura con il Pd l’ha solo riportato in vita. 

Se l’accordo andrà in porto, avrà molte probabilità di diventare un caso nazionale. Di fronte a un Pd che fa di tutto per tenere in vita l’alleanza con i grillini, questi, in una città importante come Rimini, si alleano con una candidata a sindaco che è scesa in campo in contrapposizione alle scelte del Pd. Se i democratici esistono ancora, non possono stare zitti. 

“Sabato pomeriggio – si legge in un post sulla pagina Facebook dei grillini - il MoVimento 5 Stelle di Rimini ha incontrato Gloria Lisi nell'ufficio riminese dei parlamentari Sarti e Croatti. 

L'ex Vicesindaca, oggi alla guida di una lista civica, si è presentata in veste di candidata nel ruolo di prima cittadina per le amministrative di ottobre e ha spiegato agli attivisti i motivi alla base della scelta di tale candidatura. L'incontro, fattivo e cordiale, è servito a conoscere la sua visione rispetto ad alcune esigenze della città”. 

Poi è arrivata anche una nota di conferma da parte di Gloria Lisi. Come tutti coloro che si avviano verso il “matrimonio”, i protagonisti ricordano i tempi dei primi innamoramenti. 

“Gloria Lisi, - scrivono i grillini - quando era Vicesindaco e assessore dell'amministrazione Gnassi, aveva già partecipato attivamente a diversi incontri pubblici organizzati dal MoVimento 5 stelle, ad esempio sui temi sociali, legati in particolar modo al contrasto della violenza di genere e alle problematiche legate al tema della non autosufficienza con particolare attenzione all'Alzheimer”.

“Personalmente – dichiara oggi Lisi - ho sempre ammirato il determinato impegno del Movimento 5stelle ed ho seguito con attenzione l’attuale fase di evoluzione in cui l’obiettivo di costruire un futuro migliore e realizzare una società più equa e solidale rispecchia i miei valori”.  L’ex vice sindaco, che diceva di voler rappresentare il mondo cattolico e il volontariato, e di voler dar vita ad un soggetto politico neo-centrista, adesso dice che si ritrova nei valori dei pentastellati. Le sorprese non finiscono mai. 

Quindi? “L'abitudine al confronto tra le parti ha contribuito ad evidenziare visioni comuni su diversi temi affrontati.  È emersa la volontà di conoscere le componenti civiche che potrebbero appoggiare Gloria Lisi ed esplorare i temi del programma elettorale alla base di una possibile coalizione.  Rimini ha bisogno di un'Amministrazione che sappia ascoltare il territorio, i cittadini e gli imprenditori tutti allo stesso modo, volgendo l'attenzione non solo al centro storico ma mettendo in primo piano anche i quartieri e le frazioni della città, da Miramare a Torre Pedrera come dal centro città fino a Corpolò e Gaiofana.  La sicurezza, la legalità e la trasparenza dell'amministrazione, la transizione ecologica, lo sviluppo ed il sostegno al tessuto imprenditoriale, sociale e sportivo, sono centrali nella visione della Rimini del futuro”.

A sua volta Lisi scrive che “E’ stato per me un incontro di valore e produttivo. Sul tavolo sono stati diversi i temi affrontati su cui abbiamo trovato convergenza di idee e una visione condivisa. Le premesse sono buone, ma siamo coscienti che per costruire un percorso insieme e valorizzare il futuro della nostra città, la strada da fare è ancora molta. Senza dubbio è necessario avviare un percorso più ampio e partecipato per approfondire le necessità della comunità e la visione per il domani. La pluralità di esperienze e percezione sono sempre un arricchimento, la capacità di confronto una crescita ed un valore, non nascondo che sono convinta che insieme potremmo dare a tutta Rimini nuove opportunità di crescita, sicurezza e di benessere”. 

Come dicevamo se questo avvicinamento si tradurrà in un’alleanza lo sapremo dopo che il Movimento 5 Stelle avrà completato le votazioni per insediare i nuovi organi dirigenti. La votazione su Giuseppe Conte ci sarà il 5 e 6 agosto, o forse il 9 e il 10. Nel regolamento sulle elezioni amministrative all’articolo 6 si legge che “In conformità al voto degli iscritti del 25-26 luglio 2019 e del 13-14 agosto 2020, eventuali proposte di  alleanza con liste dovranno essere sottoposte, per il tramite dei facilitatori regionali alle relazioni  interne competenti, all’autorizzazione dell’organo di direzione politica, sentito il Comitato di Garanzia”. Organo di direzione politica, cioè Conte, e Comitato di Garanzia, devono essere ancora eletti. Quindi le certezze si avranno si è no intorno a ferragosto. Anche perché il regolamento stabilisce anche che “E’ facoltà dell’organo di direzione politica sottoporre la proposta al voto degli iscritti”.

Chiara Bellini, la vice sindaco designata negli accordi di un mese fa all’interno del Pd, non si sottoporrà al voto popolare, non sarà candidata in alcuna lista. “Sono stata designata dal Pd – spiega – chi vota per Jamil prende il pacchetto completo e quindi anche me”.  Come al supermercato: prendi due e paghi uno. 

Ecco una delle notizie più interessanti della conferenza stampa che il tandem Jamil Sadegholvaad-Chiara Bellini ha indetto per dare ufficialmente il via alla campagna elettorale per le amministrative che si terranno il 3 e 4 ottobre.  Nessuna verifica del consenso popolare, quindi, per la designata dall’area Melucci-Petitti.

Il duo Jamil-Chiara è tornato in piazza ad un mese esatto dal giorno in cui era stato annunciato il cosiddetto “doppio passo in avanti”, ovvero la rinuncia di Emma Petitti e l’accordo, con molti paletti sul programma, con l’ala sinistra del partito.

Un mese che – ha spiegato Jamil – è stato utilizzato per definire l’architettura della coalizione di centrosinistra ed il programma che è definito “grande ed ambizioso”. A sostenere Sadegholvaad ci saranno cinque liste: il Pd, Coraggiosa, i Verdi, e due liste civiche, Rimini Futura e una lista che raccoglie gli ex di Patto Civico e altre componenti che si aggiungeranno.  

Il programma sarà presentato dalla coalizione la settimana prossima. Oggi Sadegholvaad e Bellini hanno offerto alcuni titoli e suggestioni. 

Il candidato sindaco ha parlato di un Comune al fianco dei cittadini, delle imprese e del mondo del lavoro. “Non più rapporti di diffidenza ma di grande collaborazione”, ha precisato Sadegholvaad. La vicinanza si esprimerà in un decentramento della macchina comunale nelle zone periferiche, “in modo che chi deve ritirare un certificato non debba attraversare mezza città”. In collaborazione con l’Ausl si penserà anche ad una diffusione sul territorio di presidi socio sanitari. 

“Il nostro programma – ha aggiunto Bellini – parte dalla realtà nuova del Covid. Ci sono risposte nuove da dare sulla sanità e sul sociale non solo ai cittadini ma anche ai nostri ospiti”. Bellini sottolinea soprattutto le novità di metodo che sono “partecipazione, ambiente e pari opportunità”. Significa “dare nuova linfa al piano strategico attraverso il coinvolgimento dei portatori di interessi. Avremmo massima attenzione alla transizione ecologica, per la quale stiamo pensando ad un assessorato specifico”.

Sempre sul fronte del verde si ipotizzano tre nuovi polmoni per la città: l’area della Novarese, l’ex campeggio Carloni a Viserbella che però ora è in mano alla curatela fallimentare, e il potenziamento del parco Cervi. 

Quanto alle pari opportunità, vanno valorizzate e promosse in ogni ambito.

Si è parlato della viabilità alternativa all’attraversamento del Ponte di Tiberio. Secondo il candidato a sindaco, “ci sono quattro o cinque soluzioni alternative per indirizzare la circolazione da Rimini Nord verso Rimini Sud. Abbiamo visto che chi attraversava il ponte di Tiberio poi si dirigeva verso la via Flaminia. Quindi stiamo pensando ad un ponte, in zona Obi e stadio baseball per snellire la viabilità da nord a sud. La soluzione non coinvolgerà assolutamente l’Ina casa, che deve essere preservata dal traffico”. 

Non è mancato qualche battuta sul turismo, ponendo in primo piano la questione della riduzione delle strutture ricettive e della riqualificazione. 

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Sadegholvaad si è soffermato anche sul destino dell’ex questura di via Ugo Bassi, acquistato per una somma sproporzionata. “Quell’area – ha detto – dal punto di vista urbanistico è bianca, non ci sono previsioni. Nessuno si faccia illusioni, guarderemo all’interesse generale della città e non a quello dei nuovi proprietari”.

La loro amministrazione, se saranno eletti, porrà in primo piano anche il tema dei parcheggi, che non sono stati prontamente realizzati mentre procedevano le opere del decennio gnassiano. “Saranno realizzati quelli previsti a Marina Centro, in piazza Marvelli, nell’area Scarpetti, insieme a 300 nuovi posti auto nell’area Fox”. 

E il centrodestra che ancora non ha un candidato? “Sono dilaniati al loro interno. Del resto mentre noi cambiavamo la città in questi dieci anni loro non hanno toccato palla. Ma non mi interessa parlare di loro, noi facciamo la nostra campagna elettorale che sarà breve ma molto intensa”

Se salta la candidatura di Enzo Ceccarelli, noi riproponiamo il nostro candidato Davide Frisoni. Lo afferma in una nota Cosimo Iaia, coordinatore della lista civica Con Rimini. Una reazione alla ventilata discesa in campo di Barboni, di Forza Italia.

Ecco la nota:

Siamo totalmente d'accordo sull'urgenza  di trovare nel centro destra un candidato civico condiviso e con questa necessità  per primi abbiamo iniziato un percorso incontrando le forze politiche con l'obiettivo di costruire una coalizione in grado di esprimere un candidato con una forte caratteristica civica. 
Ben consapevoli che trattandosi di elezioni amministrative, abbiamo pensato di costruire un programma che avesse come centro "non negoziabile", le risposte ai bisogni dei  cittadini riminesi e la visione futura della nostra città. Ci vantiamo di essere stati con la lista "Con Rimini" i primi e forse gli unici a presentare il nostro programma in occasione dei vari incontri che abbiamo effettuato. 
Non siamo stati ne saremo mai interessati a tatticismi e strategie, che scimmiottano i partiti nazionali, perché ripeto, la nostra priorità si può riassumere in due proposte lontane dalle "sirene ideologiche:" 
- Primo un programma fondato sull'ascolto degli attori della nostra economia e della nostra società in grado di creare opportunità e sviluppo per la città 
- Secondo il cambiamento dopo 70 di governi della sinistra,
Dopo le molte consultazioni ed incontri  abbiamo riconosciuto come possibilità concreta l'appoggio al candidato proposto dalla Lega Enzo Ceccarelli per costruire attorno alle sue capacità, un progetto condiviso con  i partiti del centro destra. 
Se questa proposta non verrà accolta, il nostro candidato sindaco sarà Davide Frisoni. 

Sì, stando ai dati, la ripresa c’è, anche se Cinzia Cimatti, responsabile dell’Osservatorio economico della Camera di Commercio, lascia sospesa la domanda se si tratti di vera ripresa o di semplice rimbalzo tecnico. Inoltre, una lettura approfondita dei dati oggi presentati rileva immediatamente alcune zone d’ombra, specialmente nel confronto con la vicina provincia di Forlì-Cesena. Secondo l’Osservatorio (dati Prometeia), nel 2021 la ricchezza prodotta nella provincia di Rimini crescerà del 5,3 per cento. Nel 2020 era calata del 9,8 per cento. Ebbene, il territorio forlivese aveva invece visto un calo del valore aggiunto dell’8,6 e nel 2021 crescerà del 5,9. Se si tratta di un rimbalzo, certamente è più convinto. L’Emilia-Romagna, prima in Italia, crescerà addirittura del 6,2. 

Ma non è l’unica differenza che balza agli occhi. Il tasso di occupazione a Rimini è del 63,4, a Forlì-Cesena del 70,1. Nessuna sorpresa quindi se il tasso di disoccupazione a Rimini viaggia intorno al 10 per cento e a Forlì-Cesena si ferma al 5,2. Ancor più preoccupante da questo punto di vista è il numero assoluto dei rapporti di lavoro dipendente: a Forlì-Cesena è cresciuto di 1.711 unità, a Rimini è calato di 1994. 

Un indicatore di un’economia fragile è il numero delle persone che percepiscono il reddito di cittadinanza. Anche in questo caso Forlì-Cesena ha la meglio (cioè meno casi) rispetto a Rimini: 7.165 contro 8.330.  Completano il quadro i dati sul valore aggiunto per occupato: nel complesso la Romagna (62,6) è indietro rispetto alla Regione (70,4), con la fondamentale differenza che Forlì Cesena è a quota 64,3 e Rimini 60,4. 

I dati congiunturali sulle esportazione vendono Forlì Cesena crescere del 10,2 e Rimini fermarsi al 4,1. Poca differenza sui depositi bancari, con il primato che comunque spetta ai nostri vicini: + 12,5 contro 10,9.

La domanda a questo punto è da cosa dipendano differenze così significative in territori contigui. La risposta ipotizzata da Cimatti e che l’economia riminese, basata più sui servizi alla persona e alle imprese (con parte preponderante di commercio, turismo e ristorazione) abbia risentito di più della crisi da Covid, con le forti limitazioni alla circolazione delle persone e ai viaggi. Resta comunque la domanda se non ci sia una debolezza strutturale che andrebbe indagata e approfondita.

Altre due zone d’ombra sono state evidenziate da due imprenditori intervenuti in video. L’albergatore riminese Andrea Biotti che ha lamentato la difficoltà delle imprese alberghiere e della ristorazione di reperire sul mercato del lavoro personale professionalmente preparato. “A chiedere di lavorare sono disoccupati con nessuna preparazione specifica e non consapevole degli orari di lavoro del turismo”. Un altro imprenditore, Rocco De Lucia, del settore manifatturiero, ha messo in evidenza un problema molto diffuso ma non sufficientemente rappresentato dai mezzi di comunicazione: la difficoltà di reperire materie prime. “Per alcuni componenti elettrici prima bastavano due settimane, adesso ne occorrono undici, con gravi ripercussioni sulla capacità di rispettare i tempi di consegna delle nostre macchine”. De Lucia non ne ha parlato, ma molti imprenditori lamentano anche aumenti incontrollati dei prezzi delle materie prime. 

Altri dati. Il tessuto imprenditoriale provinciale, fotografato al 31 maggio scorso, è costituito da 34.370 imprese attive (sedi), in aumento rispetto al 31/05/2020 (+1,0%); l'imprenditorialità è molto diffusa: 102 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Più della metà (il 51,9%) del totale delle imprese attive in provincia sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 21,9% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d'impresa, il 93,3% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

In lieve crescita il numero delle imprese artigiane (9.484 unità al 31 marzo; +0,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), mentre diminuisce il numero delle imprese cooperative (272 unità al 31maggio; -1,8% annuo).

I dati relativi all'indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna sul settore manifatturiero, al primo trimestre 2021, mostrano risultati di stabilità per la produzione (-0,1% rispetto al medesimo trimestre del 2020) e di crescita per fatturato (+2,3%) e ordinativi (+1,2%). Nel settore delle costruzioni (4.939 unità a fine maggio 2021) si riscontra un incremento annuo del numero di imprese attive (+2,2%), correlato ad una espansione del volume d'affari nel primo trimestre, sostenuto dagli incentivi statali e dal driver turismo: +2,0%, rispetto all'analogo periodo del 2020. 

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel primo trimestre 2021, rispetto al medesimo periodo del 2020, risultano in diminuzione (-1,3%); le flessioni sono comuni sia al comparto alimentare (-2,6%) sia al non alimentare (-2,2%); riguardo alla dimensione, si riscontrano criticità nella piccola e nella media distribuzione (rispettivamente -1,5% e -4,4%), mentre la grande distribuzione riporta performance positive delle vendite (+0,6%). 

Nel periodo gennaio-maggio 2021 le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni risultano in diminuzione del 28,7%. La flessione riguarda unicamente la componente ordinaria (-52,7%) che pesa per il 43,7% del totale, mentre la CIG in deroga (pari al 50,4% delle ore autorizzate) aumenta del 7,6% e la componente straordinaria del +412,6%. Commercio, alloggi e ristorazioni sono i settori dove si registra la crescita della cassa integrazione. 

Pagina 8 di 64