Naturalmente, non c’è bisogno di dirlo, si tratta di un incrocio figurato e tutto politico, che si è creato sulla direttrice Rimini Riccione.
Il primo a muoversi per andare in trasferta è stato Arcuri. Interpellato dalla cosiddetta “lista dei curiali”, avrebbe dovuto replicare a Rimini il successo ottenuto in quel di Riccione. Le differenze però erano tante già in partenza - ad esempio non esisteva un aggregatore della protesta cittadina come il Trc - e soprattutto (anche per mancanza di quell'aggregatore) non esisteva un soggetto reale con una vita autonoma propria, radicato nella società civile, che avesse una base popolare sufficientemente ampia tale da rappresentare un qualche sentimento condiviso sul futuro della città. La lista, poi, che era nata per le elezioni del 2011 e subito dopo era praticamente scomparsa, si era rifatta viva solo in vista delle nuove consultazioni e aveva puntato tutto sull’individuazione di un candidato vincente, sul quale nome far convergere poi le altre forze di centrodestra. Ma il candidato non si è trovato e, come era lecito aspettarsi, tutto il progetto si è presto squagliato al sole di inizio estate.
Adesso è toccato a Pizzolante, nella direzione opposta, raggiungere Riccione e provare a esportare la propria formula vincente. Come abbiamo fatto notare, già è strano che una lista che si definisce “civica” si presenti con soli ex della politica (più o meno illustri e più o meno navigati) all’atto del proprio lancio pubblico e programmatico, ma, in parallelo con quanto detto su Arcuri e i “curiali”, il quadro delle differenze tra l’esperienza originale e la copia è più ampio. Grazie all’intuito dell’On. Pizzolante, la politica, a Rimini, aveva inventato uno strumento di rappresentanza su misura per quella vasta aggregazione di persone e di aderenti a varie categorie economiche che stimava il lavoro del sindaco Gnassi ma non avrebbe mai votato il Pd. Ed è esattamente ciò che nella sua versione nobile qualifica la politica come uno strumento al servizio dei cittadini. A Riccione invece il nuovo progetto di Pizzolante si è trovato costretto fin dall’inizio a surrogare qualcosa che non c’era, intanto autodichiarandosi ‘una novità’ solo in forza della presunta superiorità delle proprio idee rispetto agli altri candidati. Ma, come a Rimini per Arcuri, la dinamica si è di nuovo rovesciata e non c’è nessuno da rappresentare; almeno non qualcosa di vagamente significativo e che possa assomigliare a un soggetto civico reale.
Non possiamo sapere come andranno le prossime elezioni a Riccione. Forse la lista Patto civico Oltre potrà comunque registrare una buona raccolta di volti e potrà sedersi al tavolo di una trattativa pre o post ballottaggio. Ma se pure si può vincere, con le formule non si riesce a ricreare la vita di una città. Anche se le chiamano alchimie.
(rg)