Se le linee progettuali del Parco del Mare le deve stendere, adesso, lo studio Miralles Tagliabue di Barcellona, fino ad oggi di cosa abbiamo parlato? E, soprattutto, che fine ha fatto il progetto preliminare di infrasstrura verde urbana approvato dalla giunta nell’aprile 2016 e presentato in Regione per concorrere ad avere i 2,85 milioni di finanziamenti europei (poi ottenuti)? Sono alcune delle nuove, numerose, domande formulate dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Gioenzo Renzi, che in mattinata ha tenuto una conferenza e stasera in consiglio comunale presenterà una interrogazione.
Lo scenario disegnato da Renzi trasforma il Parco del Mare in una sorta di Vietnam per il sindaco Andrea Gnassi, il quale farà probabilmente molta fatica a uscire indenne dalla giungla che lui stesso ha contribuito a creare. Renzi alla fine se lo auspica (cioè che Gnassi fallisca), perché a lui il Parco del Mare, dall’idea iniziale ad oggi, non è mai piaciuto nemmeno un po’.
Nel pentolone dove si confeziona la posizione magica che decreterà l’addio al Parco del Mare Renzi infila una moltitudine di ingredienti, alcuni fondamentali, altri di contorno, e non è sempre facile agganciare il bandolo della matassa.
Ci proviamo. Rispetto a una decina di giorni fa, quando Renzi, visto anche il fuggi fuggi dei bagnini, aveva già intonato il de profundis, la novità è che il consigliere è andato a guardare con la lente di ingrandimento il bando con cui il Comune ha affidato il 25 ottobre scorso allo studio di Barcellona l’incarico di tracciare le linee architettoniche e paesaggistiche del Parco del Mare. Significa che fino ad ora abbiamo parlato del nulla? Che il famoso (e pere Renzi famigerato) rendering di piazza Cavour con dune di cemento armato coperte dal verde va definitivamente in archivio? Sembra proprio di sì, sostiene Renzi. Niente di male, se non fosse che in questo modo va in archivio anche il progetto preliminare che è servito per ottenere i finanziamenti europei, i famosi 2,85 milioni che devono essere spesi entro il 2019 (altrimenti vanno in fumo). Con il rischio, aggiunge Renzi, che se il progetto va in archivio e viene sostituito da quello Miralles Tagliabue, che per forza di cose sarà diverso, si perdano anche i suddetti finanziamenti. Esiste già un caso, la pista ciclabile sul lungomare: progetto presentato e finanziato, ma poi il Comune ha perso i finanziamenti quando il progetto è stato cambiato.
E se fosse questa la vera intenzione dell’amministrazione? La spia del “gomblotto”, per Renzi, sta nel fatto che nel bando di gara attraverso cui si è arrivati alla Tagliabue era esplicitamente dichiarato che il progetto non intende avvalersi di finanziamenti europei. Tombola, esclama Renzi.
Il sindaco Gnassi ha bisogno di tempo per il suo Parco del Mare. L’incertezza sulla Bolkestein frena o manda i bagnini in riturata, le negoziazioni con i privati si rivelano più complesse, c’è comunque il rischio che entro il 2019 non si riesca a concludere. Allora tanto vale perdere i finanziamenti europei, se però c’è la possibilità di attendere quelli, più sostanziosi, dei privati che, se aderiscono, pagano fior di milioni per oneri di costruzione e diritto di superficie. A questo punto si arriva a quello che, secondo Renzi, è comunque il peccato di origine del Parco del Mare, il coinvolgimento dei privati. Lui lo chiama “vendita del lungomare ai privati”, e già nella formulazione c’è il giudizio negativo. Lui, anziché questa farraginosa procedura dalla quale si fatica a venire fuori, avrebbe preferito un tradizionale progetto totalmente pubblico, finanziato magari con la vendita delle azioni di Hera.
La verità, secondo Renzi, è che si sta andando verso la paralisi totale. Ecco le domande finale della sua interrogazione: Se con la modifica del Progetto Parco del Mare presentato in Regione e finanziato dal POR-FESR, non si perdano i finanziamenti europei; Se le manifestazioni di interesse degli operatori privati, senza un quadro progettuale certo di riferimento, nella attuale fase della negoziazione, non diventino ancora più problematiche; Se le valutazioni e approvazioni finali delle negoziazioni delle manifestazioni di interesse degli operatori privati non siano a rischio di ricorsi per il rispetto del Codice degli Appalti Pubblici; Se in attesa della approvazione delle negoziazioni, della consegna del nuovo progetto preliminare, della redazione del nuovo progetto definitivo ed esecutivo, dei 6 mesi d’appalto fisiologici per l’esecuzione dei lavori , non diventi difficile la realizzazione dei due tratti di lungomare previsti ( rotonda Grand Hotel-Piazzale Kennedy e Lungomare Spadazzi) entro il 2019, scadenza prevista per non perdere i finanziamenti europei di 2.850.000 euro; Se la procedura di realizzazione del nuovo lungomare quasi totalmente con i soldi incassati dai privati derivanti dalla vendita dei diritti di superficie sul lungomare e l’esecuzione delle opere da parte dei privati sui 2/3 del Lungomare, non paralizzeranno i lavori del nuovo lungomare.
Abbiamo chiesto a Renzi perché in questa battaglia sul Parco del Mare è ancora una volta solitario, perché la conferenza stampa non l’hanno tenuta tutti i gruppi del centrodestra. Se l’è cavata con una battuta: Noi siamo abituati a studiare e ad approfondire i temi”.