Continuiamo a chiamarlo Parco del Mare, ma ormai dell’idea originaria è rimasto ben poco. A certificarlo non sono tanto gli esponenti dell’opposizione impegnati a fare da bastian contrari quanto due consiglieri di maggioranza. Davide Frisoni, di Patto Civico, ha dato voce alle proprie perplessità in consiglio comunale; Giovanni Casadei, del Pd, ha affidato le proprie riflessioni ad un giornale online di area. Se non fosse che tutti sono impegnati a far fronte a questo imprevisto di nome Coronavirus, il disagio evidente di una parte della maggioranza ed il fallimento (ormai non è esagerato usare questo termine) del progetto tanto voluto dal sindaco Andrea Gnassi avrebbero suscitato un diluvio di dibattiti e polemiche. Frisoni e Casadei hanno in sostanza detto (poi vedremo i particolari) che il progetto che si sta realizzando non vede il coinvolgimento dei privati e non risolve la questione prioritaria dei parcheggi e della viabilità.
Il Parco del Mare è figlio legittimo delle suggestioni lanciate dal Piano strategico e dell’archiviazione da parte di Gnassi dei grattacieli delle archistar promossi dalle giunte Ravaioli-Melucci. Nel 2015, lanciando la proposta, il sindaco aveva chiarito (e successivamente ribadito con forza) che il Parco del Mare non sarebbe stato una semplice pedonalizzazione del lungomare, abbellito con uno scintillante arredo urbano. Rimini non avrebbe fatto come Riccione. Il rifacimento del waterfront era presentato come l’occasione per rinnovare il prodotto turistico di Rimini secondo una visione che privilegia il benessere e la vita attiva. Spiaggia e linea degli alberghi, con l’apertura anche a imprenditori esterni, sarebbero stati coinvolti nel progettare quella che doveva diventare l’area wellness più importante d’Europa, una gigantesca Spa o palestra all’aria aperta. Il progetto si sarebbe in larga parte finanziato con i diritti di superficie che gli imprenditori avrebbero pagato per realizzare le loro attività nel Parco del Mare. La seconda amministrazione Gnassi è quindi partita con il bando sulle manifestazioni di interesse: sono arrivate 155 proposte da parte di 367 proponenti, di cui 134 operatori di spiaggia, 111 albergatori e ristoratori, 14 privati cittadini e 97 operatori economici e di spiaggia accorpati e 11 altri soggetti.
Il passaggio seguente è stato la scelta dello studio di Miralles Tagliabue per la definizione delle linee guida architettoniche a cui devono attenersi Comune e operatori privati. L’amministrazione ha deciso di far partire subito due stralci, il n.1, Piazzale Fellini- Lungomare Tintori e il n.8, Lungomare Spadazzi-Miramare. Nei mesi scorsi i cantieri sono stati aperti, anche se solo il 30 aprile è stata approvata dal consiglio la delibera di recepimento degli ultimi finanziamenti necessari (otto milioni dalla Regione e due milioni di mutuo a carico del Comune).
Abbiamo così riassunto per sommi capi i passaggi fondamentali dal 2016 ad oggi. In questi anni è però accaduto che le famose manifestazioni di interesse si siano progressivamente perse per strada o finite nel proverbiale porto delle nebbie. Alle richieste di notizie, l’amministrazione ha sempre replicato che erano in corso trattative con i privati e quindi bisognava aspettare per non comprometterne l’esito. Si sapeva che i bagnini erano titubanti a compiere investimenti senza sapere che fine avrebbero fatto le loro concessioni con l’applicazione della direttiva Bolkestein (e la questione è ancora sospesa). Trapelava altresì che molti operatori ritenevano esosi e non convenienti i canoni dei diritti di superficie richiesti dall’amministrazione. All’ultimo consiglio comunale, venendo al dunque, l’assessore Roberta Frisoni ha spiegato che per i primi due stralci sono coinvolti dieci operatori: con otto sarebbero stati raggiunti pre-accordi, con altri due le trattative sarebbero in corso. Nessun chiarimento sulla natura economica e funzionale degli interventi che questi privati dovranno un giorno realizzare. Intanto però i cantieri vanno avanti, quindi verosimilmente sarà prima completata la parte pubblica, poi (quando?) interverranno i privati. Tutto questo al netto dell’emergenza attuale: chi aveva deciso di investire, è ancora disposto a farlo ora?
E così arriviamo al dibattito attuale. Le minoranze e parte della maggioranza hanno evidenziato che il progetto in corso di realizzazione è molto diverso, non solo dal punto di vista estetico, da quello mostrato per mesi in piazza Cavour. Non ci sono, per esempio, i parcheggi interrati, ma per il momento le auto sosteranno nell’attuale rotonda di fronte al Grand Hotel, nel futuro si vedrà. Giovanni Casadei, del Pd, ha riassunto la situazione in questo modo: “Dall’inizio ad oggi, abbiamo rinunciato ai parcheggi interrati , ai servizi e negozi interrati, alla partecipazione dei balneari al progetto di riqualificazione, ai filari di pini, al contributo economico di chi avrebbe dovuto occupare i lungomare e pagare i diritti di superficie per sostenere l’opera pubblica, di fatto ad oggi parliamo di un complesso, ricco, ben strutturato e penso efficace, progetto di arredo urbano, di riqualificazione degli spazi, non nel senso dispregiativo che usa la minoranza, ma nella sua migliore accezione”.
Davide Frisoni, di Patto Civico, ha osservato che sul Parco del Mare sono stati compiuti molti errori a causa del mancato dialogo all’interno della maggioranza. Il progetto che si va a realizzare non ha nulla di tipico riminese, può essere replicato in qualsiasi altra località. Ma la carenza più grave è quella dei parcheggi, tenuto conto che con l’emergenza Covid aumenteranno ancora di più i turisti che arriveranno con la propria automobile. “Questo è ora un semplice progetto di arredo urbano, non quello che ammiravamo nelle tabelle esposte in piazza Cavour. Quanti privati investiranno? Sono in maggioranza e nemmeno io lo so”.
È probabile che certe posizioni, come quella di Casadei, nascano anche dal dibattito interno al Pd in vista delle candidature per il 2021, come maliziosamente ha insinuato il capogruppo della Lega, Marzio Pecci. Gli interventi dei due esponenti di maggioranza in ogni caso certificano che il visionario progetto del Parco del Mare è stato derubricato nei fatti ad un arredo urbano. Che qualcuno lo disprezzi, che qualcun altro comunque lo valorizzi, è un aspetto secondario. Soprattutto emerge che si va verso la chiusura al traffico di due pezzi del lungomare senza un organico progetto alternativo di viabilità e di parcheggi. “Si faranno in futuro”, assicura l’assessore Frisoni. Ma è anche vero che si sta andando verso un periodo in cui le risorse finanziarie scarseggeranno più di prima.