Ci sarà una stagione turistica estiva? E avrà una durata apprezzabile, non ridotta a due settimane o poco più? Le domande non sono retoriche, anche se risposte precise nessuno è ancora in grado di fornirle.
Perché ci sia turismo, almeno casalingo, occorre che le persone possano liberamente trasferirsi da una regione all’altra. È vero, uno dei bacini della Riviera è l’Emilia, ma è evidente che con l’esclusivo turismo casalingo non si va molto lontano. Stando ad indiscrezioni pubblicate da quotidiani nazionali, sembra che la circolazione libera in tutta la penisola sarà consentita quando l’ormai famoso parametro R0 sarà pari a 0,2. Cioè quando una persona dovrà incontrarne altre cinque prima di contagiarne una. Adesso il parametro R0 è in media pari a 0,8 con oscillazioni diverse a seconda della Regione; quando la pandemia era al massimo, il valore ha superato 3.
Il punto è quando sarà raggiunto il valore di 0,2, se in breve tempo o a più lunga scadenza. Nel frattempo un intero settore economico, pari almeno al 13,2 per cento del Pil, rimane sospeso. Anche tutte le notizie che rimbalzano sulle regole a cui dovranno attenersi le strutture ricettive o le finora vaghe promesse di intervento a sostegno del turismo appaiono pertanto quasi come un esercizio di scuola. La regione Emilia Romagna ha per esempio stanziato tre milioni di euro a fondo perduto per le attività e attrezzature necessarie alla sanificazione dei locali delle imprese. Si tratta però di un sostegno che avrà un senso e potrà costituire un sollievo solo se si arriverà in tempi brevi e certi all’apertura della stagione.
Fin da subito è stato detto che il settore turistico è stato il primo a chiudere e sarà l’ultimo a riaprire. Facile previsione che si sta puntualmente realizzando. Nessuno si azzarda a dipingere lo scenario che avremo a livello locale se salterà completamente la stagione o sarà ridotta ai minimi termini. La filiera generata dal turismo è vasta e comprende migliaia di famiglie che potrebbero trovarsi senza reddito o con un reddito ampiamente decurtato. Gli stessi Comuni vedranno ridotte le loro entrate non solo per l’imposta di soggiorno.
La perdurante incertezza sull’apertura della stagione turistica ha indotto i sindaci del gruppo G20, a cui partecipa anche Riccione, a sollecitare risposte al sottosegretario al turismo Lorenza Bonaccorsi. L’appello è rilanciato oggi dal sindaco di Riccione, Renata Tosi, insieme ai rappresentanti delle categorie economiche della città.
"Al governo che ha annunciato per il fine settimana un pacchetto di aiuti a favore delle piccole imprese, anche del settore turistico, - ha dichiarato il sindaco - diciamo che se ci dà una mano per lavorare ne avrà un beneficio l’economia dell'Italia intera. Gli stanziamenti a fondo perduto sono necessari, ma tutto ha più senso se si permette alle aziende turistiche di ripartire e lavorare".
"Ad oggi, non avere ancora alcuna certezza su date e modalità di apertura degli stabilimenti balneari, - gli fa eco il presidente della Cooperativa bagnini di Riccione, Diego Casadei - mette tutto il comparto in difficoltà. Difficoltà che potranno essere insuperabili. Esistono da tempo delle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e, sulla base di queste, abbiamo proposto ai tavoli di lavoro insieme con le Istituzioni competenti un protocollo che vuole declinare queste direttive nella realtà della spiaggia. Non è possibile non avere avuto ancora una risposta".
"Sarebbe incoraggiante nel panorama di incertezze cominciare ad avere alcune certezze almeno dal punto di vista di possibili date di riferimento – aggiunge il presidente di Federalberghi Bruno Bianchini - Siamo dispostissimi all'apertura e, nonostante il poco tempo a disposizione per i necessari preparativi, siamo altrettanto disposti a spenderci per questa data e per dare a noi e a tutto l'indotto che con noi lavora questa opportunità. Il protocollo che dovrebbe regolamentare l'attività della filiera alberghiera è stato redatto ma non è ancora operativo in mancanza di tutti i nulla osta necessari. In assenza di ciò qualunque tutela legale ed assicurativa sarebbe inefficace".
"L'incertezza di non avere una data genera disdette e non produce nuove prenotazioni. - dice Andrea Ciavatta (Family Hotels) - Bisogna avere la data dell'apertura della stagione balneare proprio per questo motivo".
"Aspettiamo una risposta dalla Regione e dal Governo in un senso o nell'altro - aggiunge Franco Vannucci (Riccione Turismo). - Non solo dobbiamo essere certi sulla data, ma anche sulle soluzioni che come categoria abbiamo proposto, avvalendoci della consulenza del prof. Pierluigi Viale del Policlinico S.Orsola di Bologna. Inoltre abbiamo bisogno di non avere brutte sorprese per il futuro anche sulla responsabilità delle strutture ricettive, nei confronti di ospiti e dipendenti. Servono rassicurazioni scritte".
"Senza protocolli approvati che ci permettano di capire la fattibilità del nostro lavoro, - afferma Paolo Semprini (Riccione Sport) - e senza incentivi dal Governo alle famiglie per andare in vacanze, si fa fatica a ipotizzare di fare turismo quest'anno".
Ai sindaci del G20 il sottosegretario Bonaccorsi ha assicurato che si farà portavoce delle istanze dei Comuni delle più importanti spiagge italiane e le porterà nel prossimo Consiglio dei Ministri, che dovrà entro questa settimana deliberare il prossimo Decreto.
Vedremo se arriveranno risposte.