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Credit agricole, 690milioni di utile contabile grazie a Rimini, Cesena e San Miniato

Giovedì, 15 Febbraio 2018

(Rimini) In data 8 febbraio 2018 il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Cariparma Crédit Agricole, presieduto dal Presidente Ariberto Fassati e su proposta di Giampiero Maioli, CEO del Gruppo e Senior Country Officer di Crédit Agricole in Italia, ha preso atto dei risultati economici e finanziari del 2017. Il perimetro del Gruppo risulta composto da Crédit Agricole consolidate integralmente.

All’8 febbraio 2018, il Gruppo Credit agricole Italia, composto ora da Cariparma S.p.A.(capogruppo), Crédit Agricole FriulAdria S.p.A., Crédit Agricole Carispezia S.p.A., Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Rimini, Cassa di Risparmio di San Miniato, Crédit Agricole Group Solutions S.C.p.A. e Crédit Agricole Leasing Italia S.r.l., ha registrato un utile netto di Gruppo gestionale pari a 250 milioni, utile comprensivo del badwill relativo all’acquisizione delle 3 Casse (Rimini, Cesena e San Miniato) e altri oneri di integrazione pari a 690 milioni, Proventi Operativi Netti a 1.728 milioni (+1% a/a), Oneri Operativi a 995* milioni (+3% a/a), Risultato Gestione Operativa a 733* milioni (-2% a/a), Costo del credito a 297 milioni (-3% a/a). Per quanto riguarda i dati patrimoniali, si registra Patrimonio Netto di Gruppo a 6,1 miliardi (+11% a/a); Crediti verso Clientela pari a 44 miliardi (+3% a/a**); Raccolta diretta pari a 50 miliardi (+9% a/a**); Raccolta gestita a 34 miliardi (+6% a/a**).

I proventi operativi netti si attestano a 1.728 milioni, in aumento del +1% rispetto al 2016. Gli interessi netti ammontano a 915 milioni, e registrano una sostanziale tenuta rispetto al precedente esercizio (-1,8%), evidenziando un trend in progressiva stabilizzazione del margine da clientela. Gli impieghi beneficiano della dinamica positiva dei volumi, trainati dalle nuove erogazioni di mutui, ma risentono ancora della pressione sui tassi attivi, con l’Euribor ai minimi storici e stabilmente in territorio negativo. Positivo il contributo della raccolta, grazie alla riduzione contestuale sia dei tassi che al progressivo spostamento da forme di raccolta più onerose (obbligazioni) verso forme a breve termine o risparmio gestito, compensato dall’emissione di Covered Bond.

Le commissioni nette, che rappresentano il 44% dei proventi operativi (in aumento rispetto al 41% del 2016), sono pari a 757 milioni e risultano in crescita (+7% a/a). L’aumento delle commissioni da gestione intermediazione e consulenza (+18% a/a) compensa ampiamente la flessione delle commissioni da attività bancaria commerciale. La dinamica positiva delle commissioni di intermediazione è stata sostenuta dalla crescita dei volumi di collocamento, sia dei prodotti di risparmio gestito sia di credito al consumo, ottenuta anche grazie allo sviluppo di sinergie con le società specializzate del Gruppo Crédit Agricole, tra cui Agos, Amundi (acquisizione Pioneer), CA Assicurazioni e CA Vita. Il risultato dell’attività finanziaria, pari a 37 milioni di euro, evidenzia un decremento rispetto al 2016 (-25 milioni), anno che aveva beneficiato di elementi straordinari, al netto dei quali il risultato sarebbe stato in linea all’anno precedente.

Gli oneri operativi, al netto dei contributi a supporto del sistema bancario e degli oneri di integrazione, ammontano a 995 milioni, in crescita del +3% rispetto all’anno precedente; l’intensificazione delle azioni di riduzione dei costi ordinari ha sostenuto le crescite strutturali degli investimenti previsti dal Piano industriale; le spese del personale sono influenzate dall’ingresso di risorse a rafforzamento degli assi chiave del Gruppo (es. rete dei Consulenti Finanziari). Al netto degli oneri non caratteristici della gestione, il cost/income ratio è pari al 57,6%. Le rettifiche di valore nette su crediti si attestano a 297 milioni, in progressivo calo rispetto al 2016, con un’incidenza sui crediti netti pari a 75 bps, in riduzione di 5 bps rispetto all’anno precedente, grazie a costanti azioni gestionali messe in atto, unitamente a nuovi processi e procedure. L’utile dell’esercizio è pari a 690 milioni, risultato che include la contabilizzazione del badwill relativo all’acquisizione di Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Rimini, Cassa di Risparmio di San Miniato. Al netto di questa componente ed altri oneri di integrazione il risultato si attesta a 250 milioni, in significativa crescita rispetto al 2016 (208 milioni).

Le masse totali intermediate sono circa 160 miliardi di euro, con una crescita del +6%* rispetto al 2016, al netto dei volumi derivanti dall’acquisizione delle 3 Casse di Risparmio che hanno contribuito per circa 18 miliardi di euro.

I crediti verso la clientela ammontano a 44 miliardi di euro, in crescita del +3% a/a, al netto delle masse relative alle Casse acquisite. Tale trend è sostenuto sia dalla crescita del comparto a medio lungo termine (in particolare mutui casa alle famiglie - oltre 23.500 le erogazioni dell’anno) sia dalle altre forme di finanziamento destinate al sostegno delle imprese (+3,5% a/a). Lo sviluppo dei volumi è stato conseguito prestando continua attenzione alla qualità del credito, che si è riflessa anche nella riduzione dei nuovi flussi di ingresso a deteriorato (-32% a/a). Lo stock dei crediti deteriorati netti ammonta a 2,8 mld, in calo del 12% a/a al netto dell’ingresso delle 3 Casse acquisite. Risultano in progressivo miglioramento tutti gli indicatori: in riduzione l’incidenza dei crediti deteriorati netti sia delle sofferenze nette sul totale dei crediti verso clientela, rispettivamente pari al 6,3% e al 2,7%, in aumento i livelli di copertura dei crediti deteriorati (da 42,2% a 44,9%) e delle sofferenze (da 57,9% a 59,5%). Nel 2017 i volumi di raccolta totale, pari a 114 miliardi sono in crescita del +7%* rispetto a fine 2016, al netto dei volumi derivanti dall’acquisizione delle 3 Casse di Risparmio. La crescita è ascrivibile alla dinamica positiva sia del risparmio gestito (+6% a/a) che della raccolta diretta (+9% a/a), che beneficia del collocamento di 2,3 Mld di Covered Bond e riflette la propensione della clientela verso forme di deposito più liquide. La solidità patrimoniale si conferma adeguata con un Common Equity Tier 1 all’11,6% in miglioramento rispetto al 2016 (pari a 11,4%) ed un Total Capital Ratio al 15,1%, cui si aggiunge una posizione di liquidità più che soddisfacente.


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