Chi sarà alle prossime elezioni il successore di Enzo Ceccarelli alla guida del comune di Bellaria Igea Marina? Nella coalizione di centrodestra, di cui Ceccarelli è stato il leader in questi anni, si parla di un confronto acceso fra Filippo Giorgetti (Forza in Italia) e Michele Neri (centristi). “Sciocchezze, – replica Ceccarelli – nella nostra coalizione sono almeno tre le persone che possono aspirare all’incarico. Oltre ai due indicati, c’è anche Gianni Giovanardi. E c’è una società civile, vicino alla nostra amministrazione, che pure potrebbe esprimere un’ottima candidatura”. Sempre che il centrodestra riconquisti il Comune, a sinistra si parla di una candidatura di Marco Borroni. “Neanche Borroni – afferma sicuro il sindaco – può metterci in difficoltà se la nostra coalizione rimane unita”.
Bellaria Igea Marina è stato il primo comune, non solo in provincia ma in Romagna, a cambiare colore. Era il 2009, da un punto di vista politico quasi un’era geologica fa. “Abbiamo vinto perché si è diffuso il pensiero che si poteva cambiare senza che il mondo crollasse. Bellaria Igea Marina ha cambiato e si è visto che il mondo andava avanti. Ragione per cui ci sono state svolte anche in altri Comuni. Così noi siamo diventati un punto di riferimento per le nuove amministrazioni, mentre io al primo mandato non avevo nessuno”.
A dire il vero in questa seconda legislatura Ceccarelli è apparso meno attivo sulla scena provinciale, il ruolo di leader del centrodestra è stato assunto dal sindaco di Riccione Renata Tosi. “Nel secondo mandato – spiega Ceccarelli – ho avuto gravi problemi di salute, tanto da farmi sorgere il pensiero di interrompere. Fortunatamente adesso sono superati. Sono ancora consigliere di Destinazione Romagna, un incarico a cui tengo perché credo che la Romagna debba lavorare insieme per competere sul mercato turistico. Ho invece rallentato la presenza politica perché al primo posto ho messo l’impegno per Bellaria, rinunciando anche a proposta di candidature alle elezioni del 4 marzo scorso”.
Cosa è cambiato a Bellaria da quando Ceccarelli è sindaco?
“Il mio mandato ha coinciso con i dieci anni peggiori. Ho cominciato con il periodo della grande crisi. I tagli alle amministrazioni locali sono stati ciò che univa i vari governi che si sono succeduti. Questi governi hanno inoltre introdotto riforme che hanno cambiato modo di fare amministrazione, io non riconosco più lo stesso comune che avevo nel primo mandato. È cambiato il modo di fare i bilanci, i bandi, le gare, i lavori pubblici. Cambiamenti che hanno comportato un grosso lavoro di adeguamento da parte della macchina comunale. Le riforme hanno peggiorato la burocrazia”.
Hanno quindi ragione coloro che parlano di una città al palo, senza investimenti, con una crisi nelle presenze turistiche?
“E’ una lettura che non sta in piedi. Noi abbiamo permesso agli alberghi di poter effettuare ristrutturazioni radiali, di oltre un milione di euro. Pensioncine che erano aperte solo tre mesi in estate, adesso sono alberghi che possono essere aperti tutto l’anno e intercettare il turismo fieristico e congressuale. Questo processo ha rimesso in moto l’edilizia e tutti gli artigiani dell’indotto. Siamo riusciti in questo risultato perché abbiamo introdotto norme snellenti, come l’obbligo di dare una risposta entro sessanta giorni. Hanno cominciato i primi alberghi e, per spirito di imitazione, ne sono seguiti altri. Da 15/20 alberghi siamo passati ad averne un centinaio pronti ad aprire se a Rimini c’è il Sigep o c’è un evento nel nostro Palacongressi”.
Però lungo il 2018 Bellaria aveva sempre i dati sulle presenze turistiche in negativo…
“Il confronto bisogna farlo sul lungo periodo. Dal 2009 ad oggi le presenze sono aumentate. Nel 2018 ci sono stati due problemi. Il primo, gli errori della piattaforma per cui gli alberghi non riuscivano a trasmettere i dati. Secondo, nei primi mesi del 2017, avevamo avuti alcuni eventi eccezionali che avevano riempito gli alberghi. Il consuntivo finale è stato comunque positivo, tenuto conto che per noi il 2017 era stato un anno di crescita record”.
Chi vi accusa di essere fermi al palo, aggiunge che non ci sono investimenti, non avete un’idea dello sviluppo della città.
“In dieci anni in opere pubbliche abbiamo speso 70 milioni di euro che per un comune dalle dimensioni di Bellaria non sono pochi. Avevamo ereditato un conflitto con chi doveva realizzare la darsena, la ditta aveva in mano la concessione ma non le risorse per realizzarla. Abbiamo dovuto risolvere il contratto, andare in tribunale. Adesso siamo nelle condizioni di rilasciare una nuova concessione per il porto turistico. Noi crediamo che quell’area sia centrale per lo sviluppo della città e per mettere in relazione Igea con Bellaria. A partire da questa idea abbiamo pensato ad una serie di interventi, alcuni già realizzati, altri da portare a termine. Abbiamo acquisito al patrimonio comunale il Palazzo dei Congressi di Veleno Foschi, che altrimenti sarebbe finito nel degrado come altri beni di quell’imprenditore. Siamo intervenuti sulla zona delle colonie con norme nuove e demolendo molti ruderi. Oggi gli imprenditori hanno la possibilità di trasferire a monte le cubature e, se non in prima linea, possono anche realizzare residenze turistiche. Nell’area delle colonie si potranno fare non alberghi ma strutture per il turismo verde, campeggi, bungalow, villaggi turistici. Un tipo di vacanza molto richiesto dia turisti del nord Europa”.
La sua opposizione però continua a picchiare duro…
“Spesso è una opposizione basata sulle illazioni e sugli esposti, senza rispetto non tanto per me ma per la carica istituzionale”.
C’è qualcosa che non è riuscito a realizzare e che lascia come eredità al suo successore?
“Volevo realizzare un istituto scolastico a Bordonchio, vicino alla piscina, il progetto era pronto ma è saltato per la crisi dell’edilizia perché era legato ad un progetto edilizio. Nel prossimo mandato si potrà fare, vendendo molte vecchie strutture che abbiamo nel centro del paese. La prossima amministrazione dovrà decidere cosa fare della vecchia fornace, un bene che abbiamo acquisito con appena 350 mila euro. Dispone di una vasto parco che subito sistemeremo ma resta da decidere cosa fare del manufatto”.
Bellaria è ancora l’unico comune della Riviera senza imposta di soggiorno?
“Sì e la ritengo una scelta ancora valida. Con l’imposta potremmo riscuotere circa un milione e mezzo. Ho visto che le stesse risorse potevano entrare con l'aumento di un punto l’Ici-Imu. È un’entrata sempre sicura, immediatamente spendibile, mentre l’imposta di soggiorno prima deve essere incassata. Tassando i muri, tutti quelli che fanno turismo contribuiscono, senza bisogno che li vada controllare”.