Nella querelle fra gruppi di minoranza e di maggioranza a Riccione sullo stato di salute del Palacongressi forse non è emerso come sarebbe stato necessario il peccato originale di quella struttura. Il peccato originale è quello di essere nato. Le passate amministrazioni di Riccione a guida Pd e il sistema politico locale, una decina di anni fa certamente più improntato sul Pd rispetto ad oggi, hanno la grave responsabilità di aver acconsentito che a dieci chilometri di distanza sorgessero due palazzi dei congressi, ciascuno dei quali accompagnato da business plan che ne certificavano l'assoluto successo in termini di fatturato e di presenze. La crisi cominciata nel 2008 si è incaricata non solo di smentire quanto quelle previsioni fossero azzardate, ma ha posto seri problemi ai bilanci delle due strutture. Il PalaRiccione è stato inaugurato nel 2008, il PalaRimini nel 2011, ma quando sono stati avviati i lavori per Riccione si sapeva che prima o poi sarebbe atterrata anche l'astronave di Cagnoni. La logica del campanile ha prevalso su ogni altra considerazione.
Quindi hanno avuto gioco facile i gruppi di maggioranza a ironizzare sull'improvvisa sensibilità del Pd locale rispetto ai costi di gestione del Palacongressi. Come noto, Sabrina Vescovi, già avversaria di |Renata Tosi alle ultime elezioni, nella sua veste di presidente della commissione di controllo e garanzia ha convocato riunioni sul tema (senza troppi risultati, in verità) e insieme agli altri gruppi di minoranza ha convocato un consiglio comunale a tema che si terrà il prossimo 13 giugno.
“La storia del Palas – hanno dichiarato i capigruppo di maggioranza - merita brevemente di essere raccontata: prima il PD, al momento della sua costruzione, ha presentato un piano economico-finanziario completamente infondato; poi, una volta aperto il Palas, quando si è accorto che tutti i calcoli economici e le previsioni di sostenibilità dell’opera erano completamente sballati, ha deciso di far pagare gli ulteriori 30 milioni di debito per la costruzione direttamente ai cittadini, scaricandone la proprietà al Comune.
I piddini di oggi, sono gli stessi piddini che venti anni fa dicevano che la società di gestione del Palas avrebbe macinato utili anche pagando annualmente una rata di ammortamento del mutuo di circa 1 milione di euro. Nemmeno è il caso di evidenziare come mai nessuna previsione si è rivelata più errata...”. I capigruppo infine rilevano che il Palas è un’opera sbagliata frutto di una operazione altrettanto sbagliata, per tempi e per modi; ma ora che il Palazzo c’è, i conti, non considerando la rata del mutuo, sono migliorati e le presenze raddoppiate. Si cerca, in definitiva e con assoluta responsabilità, di farlo lavorare al meglio, nell’interesse di tutti cittadini”.
Al di là delle schermaglia politiche fra maggioranza e opposizione, come sta funzionando il Palacongressi di Riccione? I dati sono nella relazione al bilancio della New Palariccione, la srl che vede il Comune di Riccione come azionista di riferimento e soci privati come Riccione Congressi, Ascom Servizi, Confindustria e l'ex Carim.
Nel 2018 si sono tenuti 83 eventi che hanno occupato la struttura per 205 giornate. Rispetto al 2018 c'è stato un incremento del fatturato pari al 28 per cento e 35 eventi in più. Il bilancio è stato chiuso con un utile di 268 mila euro, anche questo in crescita rispetto quello del 2017 (198 mila). Gli utili non sono sufficienti a pagare la rata del mutuo, ma la gestione ordinaria non è in perdita.
Certamente esistono problemi, che la stessa relazione della presidente Eleonora Bergamaschi non nasconde. Innanzitutto problemi di concorrenza: la nascita di grandi centri alberghieri e di altre strutture congressuali ha prodotto un declino del prodotto “palazzo”. In particolare la relazione lamenta la concorrenza di strutture per eventi non convenzionali (sedi aziendali, parchi divertimenti, centri sportivi, arene e teatri, musei, centri universitari). Rispetto a queste strutture il PalaRiccione non è competitivo sia per la raggiungibilità che per il prezzo. Ha sofferto anche nel settore tipico congressuale per la presenza di strutture nell'area centro nord.
Qual è dunque il mercato che intercetta il Palazzo dei Congressi di Riccione? Il 75 per cento degli eventi ospitati è di tipo aziendale, ottenuti sia con trattative diretta che tramite agenzie. “E' un mercato che continueremo a ribattere, - scrive Bergamaschi - nonostante sia il più instabile e rischioso, ma è quello che risulta con la più alta percentuale di successo/profitto”. Il restante 25 per cento è composto da congressi medico scientifici e di associazioni di categoria, con l'aggiunta di fiere, feste e anche matrimoni. Il Palazzo dei Congressi di Riccione, solo per un quarto della propria attività, ospita congressi veri e propri.
Dalla relazione al bilancio si capisce che a tema non sono tanto i conti, più o meno trasparenti, se c'è un'emergenza è l'individuazione di una strategia per il futuro. Come trovare spazio in un contesto di concorrenza agguerrita e di declino del prodotto “palazzo? Quali segmenti di mercato andare a conquistare?
Tempo fa, sembrava che l'amministrazione comunale fosse per una dismissione della sua partecipazione dalla società, poi è subentrata una pausa di riflessione. Il consiglio comunale del 13 giugno dovrà fornire delle risposte.