Nel 2019, Kristian Gianfreda, 48 anni, di professione regista, ha vissuto il suo momento magico con il successo del suo primo film Solo cose belle, dedicato all’esperienza delle case famiglia dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, a cui appartiene. All’inizio del 2020 lo ritroviamo candidato al consiglio regionale nella lista civica per Bonaccini Presidente. Ma chi o cosa gliel’ha fatto fare? “Il mio film – risponde - è un inno alla speranza, documenta come qualunque sia il punto di partenza, la situazione in cui ti trovi, ce la puoi fare se ti metti insieme ad altri con un certo spirito, con l’idea di aver fiducia nel prossimo. Solo cose belle è la sfida di vedere nell’altro gli aspetti positivi”. E cosa c’entra questo con la candidatura? “In un momento in cui la società è pervasa da sentimenti spigolosi e pericolosi, da muri e da sfiducia, dal nichilismo, in un momento del genere, ho avvertito che occorreva promuovere e difendere quel germe, quella scintilla che invece nella nostra società c’è ed è forte. C’è tutto un mondo positivo che ancora oggi costruisce, si rimbocca le maniche e lavora, che si fida di qualcuno e investe sull’altro; questo mondo va aiutato e sostenuto, anche perché basta poco, una legge sbagliata, per schiacciarlo”.
Una posizione che deve fare i conti con una politica dove prevale la demonizzazione dell’altro o la contrapposizione ideologica. “E’ la mia identità, è la mia storia, parto da ciò che sono. Ed è anche un tessuto sociale presente nel nostro territorio. Ci sono persone o gruppi di persone, che nel piccolo e a volte facendo cose grandi, sono riuscite a portare avanti esperienze positive. Non mi appartiene invece un modo di fare politica ridotto all’occupazione di spazi, tipo prendiamoci l’Emilia Romagna, come si stesse giocando a Risiko. È la politica del vantaggio personale o di gruppo. Penso invece che politica per essere onesta deve difendere le categorie più deboli. È il punto di partenza per costruire una società in cui tutti stiano bene. Altrimenti si fa il bene solo di una parte”.
Cosa significa in concreto? “Prendiamo ad esempio la famiglia, che è il nucleo fondamentale della società. La famiglia comincia quando c’è una mamma incinta, e bisogna intervenire per sostenerla in maniera forte e concreta. Nella famiglia vivono altre categorie deboli, che possono essere i bambini, i giovani, gli anziani. Sono categorie che vanno assunte come priorità nella legislazione regionale. C’è un’idea che faccio mia ed è quella di istituire un monitoraggio affinché per ogni legge emanata si verifichino le conseguenze per la famiglia”.
Uno dei tempi della campagna elettorale, specialmente a destra, è il caso Bibbiano. “L’affido è uno strumento importante a tutela dei minori, ma non è uno strumento perfetto, può essere gestito male. Ma esistono esperienze molto positive. A Forlì, per esempio, c’è il Villaggio della Gioia, in cui è la famiglia che viene affidata ad un gruppo di famiglie, in modo che il minore resti nel proprio nucleo famigliare. È una soluzione che non può essere generalizzata, ma lo dico per sottolineare che non si possono prendere esperienze negative per mettere in discussione uno strumento di tutela dei minori. Quando i politici si occupano di certi temi dovrebbero mettersi in ascolto delle esperienze che la società civile realizza”.
Gianfreda propone inoltre di tenere insieme le politiche per il lavoro e le politiche sociali. “Il lavoro va incentivato, protetto, defiscalizzato, perché attraverso il lavoro si fa l’intervento sociale più importante. È il lavoro che ridona dignità a tutte le persone. Vuoi integrare una persona? Gli devi dare un lavoro. Ci sono esempi significativi anche nel nostro territorio, come i ragazzi autistici che fanno i bagnini. O l’esperienza dei carcerati che, attraverso il lavoro, compiono un percorso di pieno reinserimento nella società, evitando la recidiva”.
Fra i propri punti di impegno Gianfreda ha messo anche il tema della cultura. “La costruzione di una società inclusiva e sostenibile ha bisogno di cittadini consapevoli, formati, pronti a comprendere la complessità e la diversità. Per questo va promossa la cultura e sostenuta la creatività di giovani e meno giovani attraverso spazi adeguati”.
Ma cosa risponde Gianfreda a chi gli dice che voterebbe anche per lui ma che non ne può più di una regione gestita da cinquant’anni dalla sinistra? “C’è bisogno di una visione e di una sensibilità nuova. Non sono un uomo di partito, mi impegnerò sui temi e sui progetti affini al mio percorso”. Ma ha qualche probabilità di essere eletto? “Sì, gli ultimi sondaggi davano un ottimo piazzamento alla mia lista”.