Il destino del turismo, i problemi delle piccole industrie meccaniche, l’emergenza delle scuole paritarie, sono i temi riecheggiati con forza nella video chat promossa dalla Compagnia delle Opere dell’Emilia Romagna alla quale hanno partecipato ben 300 imprenditori. Ad ascoltare il settimanale raduno di #fareinsieme anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
“Il turismo è stato il primo settore ad essere colpito da questa crisi e sarà quello che farà più fatica a ripartire. Proprio questa circostanza evidenzia ancora una volta come l’industria del turismo sia vitale per l’intera economia italiana”, ha osservato Laura Amedei, che insieme al marito gestisce due alberghi uno a Riccione, l’altro a Salsomaggiore Terme. Amedei ha avuto la plastica evidenza dello tsunami in arrivo il 23 febbraio quando l’hotel di Salsomaggiore, pieno, si è velocemente svuotato.
Al presidente Bonaccini ha presentato le questioni sul tappeto. Innanzitutto la liquidità delle aziende: non solo per pagare gli stipendi o i fornitori ma anche per poter continuare ad investire. Gli alberghi vanno riorganizzati e questo ha dei costi: la sanificazione e un modo nuovo di eseguire le pulizie che tenga conto della prevenzione del contagio; da rivedere anche il buffet delle colazioni, le camere, da ripensare gli spazi comuni. È sbagliato pensare che sia sufficiente la fine dell’emergenza sanitaria per poter ripartire. Poiché è in corso la trattativa sui fondi europei, la Regione si attivi perché il turismo sia inserito negli asset principali di finanziamento. Al presidente della Regione è stato chiesto anche di rivedere la comunicazione e la promozione turistica. C’è da mettere in campo un piano da subito, rimandare questo lavoro alla fine della crisi vuol dire far perdere anche quel poco che la stagione estiva ci potrà dare. Il gruppo di lavoro sul turismo all’interno della Cdo regionale sta preparando anche alcuni emendamenti al decreto Cura Italia. Si chiede una maggiore tutela dei lavoratori attualmente in forza e tutele per quelli che ancora non sono stati assunti perché stagionali; possibilità di ricontrattare gli affitti accompagnati da sgravi sull’IMU per i proprietari; istituire un bonus a sostegno delle vacanze in Italia.
David Bracciale, titolare di una piccola azienda metalmeccanica, ha documentato i preoccupanti scenari del settore. Con un gruppo di colleghi si è confrontato con Giovanni Gemmani, presidente di Scm, per verificare come vede lo scenario un’azienda leader. Previsioni poi confermate anche dal confronto con alcuni manager americani. E la valutazione è che non se ne esce a breve, la crisi durerà almeno cinque sei mesi, superata l’emergenza ci saranno i contagi di ritorno con la conseguente chiusura delle frontiere, bisognerà garantire la sicurezza sul lavoro per i dipendenti che tornano in azienda in una situazione che rimane di rischio.
Ciò che Bracciale soprattutto teme è una prossima cascata di insoluti. “Nella mia azienda – racconta – non ho potuto consegnare il 30% del fatturato di marzo, alcuni clienti stanno posticipando a maggio o annullando parte degli ordini per marzo e aprile, già un cliente non è riuscito a pagare”. Insomma, se i clienti smetteranno di pagare le piccole e medie aziende, la crisi di liquidità diventerà drammatica. “Adesso siamo chiusi da lunedì e saremo fermi tutta la prossima settimana. Anche potendo lavorare sono bloccato dai miei fornitori che hanno chiuso e quando si ripartirà, spero il 5 aprile, sarà sicuramente un delirio. Ma la certezza non c’è, e questo va ad aumentare il caos, i problemi aziendali e la preoccupazione dei miei collaboratori”.
Davide Poggi, direttore della Cooperativa La Carovana, che gestisce una scuola paritaria a Modena, ha sollevato il preoccupante scenario che riguarda appunto le paritarie. Sono scuole che essenzialmente si reggono sulle rette delle famiglie, e queste non riescono più a pagarle per le ragioni legate alla crisi. “Come faranno le scuole a resistere a questo periodo dove mancano le rette e il sostegno delle famiglie? Come farà questo mondo a sopravvivere a mesi di stop?”, si è chiesto preoccupato.
"Finché non arresteremo il contagio qualsiasi altra misura è inutile, l'emergenza più grande è quella sanitaria. - ha sostenuto il presidente Bonaccini - Stiamo varando delle misure per aiutare il mondo della meccanica, con liquidità e ammortizzatori sociali. Faremo di tutto per difendere le nostre maestranze, poi sarà la volta di puntare tutto su ricerca ed innovazione”. Sul turismo ha detto: “Non lasceremo gli albergatori della Riviera da soli, lo Stato c'è ed è pronto a fare tutto quello che va fatto". Conclusione: "Da modenese conosco bene La Carovana e riconosco la funzione essenziale di chi opera in questo senso. Da parte nostra abbiamo attivato un tavolo di lavoro col compito di trovare delle risposte a queste domande nel più breve tempo possibile. Chiaro che non lasceremo indietro nessuno, dal turismo alla meccanica passando per il mondo della scuola. Superiamo l'emergenza sanitaria e rimettiamo in moto la locomotiva Emilia Romagna, insieme".