L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, si è recato all’Istituto Tumori della Romagna (Irst Irccs) di Meldola (Fc), proseguendo così le visite alle strutture ospedaliere del territorio che nelle settimane scorse hanno già interessato l’Ospedale di Piacenza, il Policlinico di Modena e l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
L’incontro è avvenuto proprio nel giorno della firma, a Barcellona, di un accordo internazionale che inserisce l’Istituto romagnolo nel consorzio di ospedali e centri di ricerca europei che lavoreranno nel campo delle terapie geniche e cellulari anche per sviluppare strategie, a base di linfociti ingegnerizzati, contro il nuovo Coronavirus.
“Visitare proprio oggi questo Istituto - ha affermato Donini - che da sempre rappresenta un fiore all’occhiello del sistema sanitario e di ricerca dell’Emilia-Romagna, acquisisce ancora più significato nel giorno in cui di fatto entra a far parte, unica struttura in Italia con il San Raffaele di Milano, di un consorzio d’eccellenza a livello europeo impegnato nel contrasto al Covid-19. Un motivo di orgoglio innanzitutto per il personale, straordinario, grazie alle cui competenze è arrivato questo riconoscimento, ma anche per la Regione, che nella ricerca ha investito e continuerà ad investire con risorse, apparecchiature d’avanguardia e - prima di ogni altra cosa - nuove assunzioni. Il mio grazie, e quello di tutta comunità regionale, va anche al personale sanitario, i medici, gli infermieri e i tecnici, per il grande impegno profuso in questi mesi di emergenza, che ha fatto dell’Irst Irccs di Meldola una struttura ‘Covid free’”.
La visita è iniziata con un incontro con il presidente, Renato Balduzzi, e le direzioni Irst, ed è proseguita in aula magna con gli organi di governo dell’Irst, a partire dai soci di parte pubblica e privata, e i sindaci del territorio: Roberto Cavallucci (Meldola), Enzo Lattuca (Cesena), Gianluca Zattini (Forlì), Michele De Pascale (Ravenna) e Andrea Gnassi (Rimini).
E proprio dagli amministratori locali è stata espressa la volontà di intitolare l'Istituto al professor Dino Amadori, recentemente scomparso, che ne è stato il fondatore.