Se per spiegare come funziona il bonus vacanze c’è bisogno di una guida di venti pagine, significa che il meccanismo messo a punto, per quanto tutto digitale, non è il massimo della semplicità. Pare che nei giorni scorsi i primi turisti che si sono fatti vivi con gli alberghi abbiano chiesto se l’hotel accettava o meno i buoni vacanza. Erano quindi intenzionati ad utilizzarli, ma forse ancora non avevano letto la guida pubblicata dall’Agenzia delle Entrate due giorni fa. Senza esagerare, si può dire che il meccanismo richiede una capacità informatico-digitale medio alta, che, stando a indagini statistiche spesso pubblicate dai quotidiani, ancora non è universalmente presente nel nostro paese. Secondo un’indagine Ocse, per esempio, l’Italia è al 72° posto, su 79, per competenze digitali dei propri insegnanti.
Gli albergatori si sono lamentati perché la procedura è complicata e rende problematico un check out veloce (come auspicato dalle norme sul distanziamento) nei giorni di partenza dei turisti. Ma anche per i loro clienti l’ottenimento del bonus è una corsa ad ostacoli che li vedrà vincitori solo se ben allenati con il mondo digitale.
Bene, in questo contesto, dal 1 luglio sarà possibile richiedere il sospirato bonus vacanze. Ne ha diritto chi ha un indicatore Isee inferiore a 40 mila euro. Nessun problema per chi, avendo un basso reddito, ha già richiesto l’Isee per poter godere di altre agevolazioni. Chi invece si trova a fare i conti per la prima volta con questo indicatore, deve collegarsi al sito dell’Inps per presentare la DSU, Dichiarazione Sostitutiva Unica. Tutto ok per chi ha già le credenziali, altrimenti le deve richiedere, e poi potrà accedere. Molto probabile che la maggior parte degli utenti si rivolga a un Caf, centro di assistenza fiscale, che garantisce questo servizio gratuitamente.
Superato il primo ostacolo, ecco in arrivo gli altri. Per chiedere il bonus bisogna scaricare una App che si chiama IO. Curioso il fatto che l’app Immuni, che dovrebbe proteggere la nostra salute sia facoltativa, e questa invece obbligatoria per godere del bonus. Andiamo avanti. Una volta scaricata IO, per potervi accedere bisogna essere dotati di SPID, l’identità digitale che consente di accedere ai servizi della pubblica amministrazione. Se un utente ancora non ce l’ha, deve richiederla attraverso uno SPID provider, alcuni dei quali in questo momento la offrono gratis, mentre altri vogliono essere pagati. L’elenco si trova sul sito SPID del governo. In alternativa si può accedere con la CIE, la carta di identità elettronica, ancora non molto diffusa.
Una volta entrati nell’app IO si seguono le istruzioni e si fa richiesta del bonus vacanze. L’app si collega con il sito dell’Inps (e qui si comincia a tremare, visti i precedenti) e, se tutto è ok, arriva la concessione del bonus, con il dettaglio dei componenti del nucleo famigliare che ne hanno diritto e il relativo importo. Per i singoli, 150 euro, per famiglie di due persone 300 euro, per nuclei da tre persone in poi, 500 euro. Il sistema potrebbe anche rispondere che la richiesta è valida ma il DSU presenta “omissioni o difformità”. Quindi conviene annullare la richiesta, correggere il DSU e rinnovare la richiesta. Potrebbe anche arrivare il messaggio che l’Isee supera i 40 mila euro (in questo caso niente da fare) o che la DSU non è stata presentata, e allora occorre correre ai ripari.
Per chi ha superato l’ostacolo al primo tentativo, arriverà il codice univoco e il QR-CODE associato da presentare all’albergatore, unitamente al proprio codice fiscale, quando si va a pagare il conto.
A questo punto cominciano le incombenze dell’albergatore che per poter applicare lo sconto (l’80 per cento del bonus, perché il 20 per cento lo utilizzerà il cliente come credito di imposta nella prossima dichiarazione dei redditi) deve collegarsi all’Agenzia delle entrate ed inserire i dati (codice univoco, codice fiscale, l’importo della fattura o ricevuta fiscale). La procedura, spiega la guida, serve per verificare se il bonus è valido. Ma la validità del bonus non era già stata accertata dall’app IO? In realtà l’inserimento serve probabilmente per far sapere all’Agenzia delle entrate l’ammontare del credito di imposta accumulato dall’albergatore. Il quale potrà riscuoterlo mettendolo in detrazione a tutte le tasse (ritenute alla fonte, Iva, contributi Inps, premi Inail, imposte sui redditi e Irap, Imu, tassa rifiuti e altri tributi locali) che dovrà successivamente pagare. E infatti gli albergatori si lamentano del fatto di dover fare da banca, in una stagione in cui gli incassi saranno più miseri. Teoricamente potrebbero cedere questi crediti di imposta a una banca, sempre che sia disponibile ad accettarli.
L’impressione è che l’apparato burocratico abbia dato esecuzione al bonus applicando la mentalità e le procedure farraginose che purtroppo spesso lo caratterizzano. C’è solo da sperare che nella pratica tutto sia più semplice rispetto alla teoria. Speriamo…