Lo svuotamento di Forza Italia ormai è al completo. Anche Carlo Rufo Spina ha lasciato la bandiera berlusconiana (non è la prima volta) ed è in cerca di una nuova casa politica. Il primo a lasciare la barca che sta affondando è stato Nicola Marcello, meglio conosciuto come “mister preferenze” per l’alto numero di consensi personali che riesce a raggranellare ad ogni consultazione. Alle regionali di gennaio ha portato Forza Italia al 4,4 per cento quando a livello regionale il partito si è fermato al 2,5.
Lei, il campione dei moderati del centrodestra, passa a Fratelli d’Italia. Non crede di aver deluso coloro che in questi anni l’hanno generosamente votata?
“Era da tempo che ci pensavo, volevo andarmene già due anni fa, sono stato invitato a cambiare anche prima delle regionali, ma sono rimasto perché poteva sembrare che lo facessi per opportunismo. Devo dire che non sono solo. Alle ultime regionali molti cattolici moderati sono passati alla Lega. Non credo ci siano enormi differenze fra Lega e Fratelli d’Italia. Nella nostra regione è in atto una diaspora molto diffusa. Forza Italia non ha fatto molto per cambiare e per mantenere il voto moderato. In Abruzzo come a Cesena o a Rimini siamo in tanti che siamo stati accolti nel partito della Meloni”.
Nessuno dei suoi elettori l’ha criticata per la scelta fatta?
“Nessuno. Penso che tutti capiscano le difficoltà di uno che nel 2016 ha costruito la lista per le comunali da solo, quando molti ambienti moderati confluivano nel Patto Civico a sostegno di Gnassi. Ho resistito più di loro fino all’ultimo, ma non si può pretendere che io faccia sempre l’agnello sacrificale. Forza Italia non esiste più, a Imola e Faenza nemmeno presenta la lista, e sarà così ovunque”.
Lei ha lamentato di non essere stato valorizzato. Non è proprio il massimo come criterio ideale per cambiare partito…
“Sono stato frainteso, ho lamentato che non c’è più l’organizzazione, non la valorizzazione del sottoscritto. L’ho detto e lo ripeto, alle comunali sono stato lasciato solo. Poi a Roma come candidati alle politiche mandano Spina e il bagnino di Riccione. Nel proporzionale alla Camera hanno candidato tutti estranei al territorio. Cosa c’entra il signor Luigi Amicone con Rimini?”.
Da Fratelli d’Italia ha ricevuto maggiori assicurazioni?
“No, nessuna assicurazione. Peraltro, sono stato contattato anche da persone importanti vicine al Pd per andare con loro in una eventuale lista civica. Ma ho preferito rimanere in quello che è da sempre il mio campo, il centrodestra”.
Magari le hanno promesso di fare il candidato sindaco, visto che sembra spetterà a Fratelli d’Italia…
“Non ho chiesto nulla e nessuno mi ha promesso nulla. Non è nel mio carattere. Non sono di quelli che dicono di fare le cose per spirito di servizio e poi si fanno mettere in una partecipata. Inoltre, parlare di sindaco adesso è fantascientifico, è assolutamente prematuro. Prima di tutto dobbiamo formare una squadra che sia vincente, altrimenti ripercorriamo gli errori del passato”.
Se la coalizione è formata solo da Lega e Fratelli d’Italia, più che centrodestra sarebbe meglio parlare di uno schieramento di destra. Per vincere, avete sempre detto, bisogna intercettare il voto moderato.
“Sono d’accordo. Se si vuole crescere non bisogna guardare all’estrema destra, come ha fatto la Lega. Io sono e resto un moderato anche in Fratelli d’Italia. Comunque, fatti i conti si vede che alle regionali i moderati non hanno votato per me, hanno votato Montevecchi e la Lega. Si può fare una politica moderata anche in questi partiti. Ma sono d’accordo che oltre a Fratelli d’Italia e Lega, devono esserci in coalizione liste che si rivolgono direttamente all’elettorato moderato”.