Un tempo ci autocelebravamo come capitale europea del turismo, adesso aspiriamo a diventare la capitale italiana della felicità. Difficile stabilire quale fra i due sia il titolo più pretenzioso. È comunque la pensata del Piano Strategico nel periodo del lockdown, realizzata coinvolgendo le associazioni di categoria e alcuni esperti di turismo, fra cui Antonio Preiti e Paolo Verri. Il sociologo Preiti è stato chiamato a fornire la suggestione culturale: Rimini come la grande cospirazione per rendere le persone felici. Insomma, dopo Rimini come l’Ostenda d’Italia, Rimini come Las Vegas dell’Adriatico, dopo tante immagini prese a prestito da altri contesti, eccone una tutta nostra: siamo la città dove si può essere felici.
Vaste programme, verrebbe da dire. I promotori l’hanno chiamato con un nome tratto dal linguaggio specialistico: Action Plan per l’innovazione, il rilancio e la competitività di Rimini nel mercato turistico internazionale. Praticamente ciò che dovrebbe fare Visit Rimini, la Dmc che sta muovendo i primi passi e che finora ha solo prodotto dei video sui social. Ma intanto c’è il Piano Strategico di Maurizio Ermeti che sforna idee e lancia progetti.
L’Action Plan è stato presentato al Palacongressi nel corso di una conferenza stampa evento che ha visto la partecipazione dei protagonisti del sistema turistico. Il punto di partenza è che l’emergenza da Covid 19 possa essere uno shock salutare per mettere mano alle criticità storiche e strutturali del turismo locale. Ne è venuto fuori un programma con sette ambiti strategici e 23 proposte operative che si propone, come ha detto Ermeti, di superare il gap tra la desiderabilità della destinazione Rimini e la sua effettiva competitività sul mercato turistico. Se finora il Piano Strategico si era occupato soprattutto della riqualificazione urbana della città, con questo progetto l’attenzione è rivolta agli operatori e alle imprese. L’Action Plan lancia una sfida a quella che è sempre stata considerata una caratteristica dei riminesi: certamente creativi e intraprendenti ma anche individualisti, anarchici e poco disposti al gioco di squadra. La parola d’ordine è cooperazione per costruire filiere che provochino innovazione e crescita imprenditoriale. Il primo campo di applicazione, ma non sono stati forniti dettagli, dovrebbero essere quelli che al momento sono stati battezzati come i Borghi del Parco del Mare. Quello che si è capito è che dovrebbero essere esempi di cooperazione trasversale fra imprenditori che agiscono su uno stesso territorio. Per favorire questa cooperazione, ecco il secondo ambito, centrale sarà la formazione professionale per imprenditori e decisori che avrà l’obiettivo di creare una nuova leadership della destinazione. Chi debba farla questa formazione non è stato specificato, probabilmente sarà chiarito in seguito.
Sono necessari, terzo ambito, nuovi strumenti urbanistici che favoriscano l’aggregazione fra imprenditori e l’innovazione. Anche questa non è una idea del tutto nuova ma finora ha avuto scarsa realizzazione pratica. L’Acion Plan individua nella distribuzione commerciale uno degli anelli deboli della catena, ragione per cui si chiede un master plan del commercio che abbia i suoi punti di eccellenza nel centro storico e nei viali del mare dove al momento abbondano i bazar e i negozietti dequalificati.
Altro ambito di lavoro è il rafforzamento del valore del brand Rimini, che in concreto significa fare basta con la politica dei prezzi al ribasso. Inoltre, Rimini come destinazione tutta digitale e, ultimo punto, già a ottobre il lancio sul mercato di nuovi prodotti (cultura, entroterra) per far vivere la destinazione Rimini tutto l’anno. Un’azione che poi dovrà essere ripetuta e rafforzata nel biennio 2021/2022. In pratica è stato fornito solo l’abstract di questo ambizioso Action Plan, le 23 proposte operative sono rimaste quasi tutte nel cassetto.
È toccato a Paolo Verri, che alle spalle ha eventi importanti come le olimpiadi invernali di Torino e Matera capitale della cultura, lanciare la proposta di un evento che favorisca il posizionamento internazionale di Rimini. L’idea, non troppo originale, è quella di fare della città il luogo di un appuntamento annuale sul turismo per confrontarsi su novità, dati e tendenze. Un numero zero già nel 2020 per verificare l’impatto della pandemia, e poi partire con la serie negli anni successivi.