Alberto Mami, classe 1988, è il nuovo direttore regionale della Compagnia delle Opere. Lo abbiamo incontrato durante il suo primo tour per conoscere dirigenti ed imprenditori associati.
Quale sarà l’elemento caratterizzante la sua direzione di Cdo Emilia-Romagna?
Il mio background è segnato dall’esperienza in grandi multinazionali tra cui Ducati e il gruppo Teddy. Entrambe le esperienze mi hanno formato ad avere una sensibilità spiccata nei confronti del cliente, elemento fondamentale da considerare nelle decisioni strategiche delle nostre aziende. Rispondere alle esigenze del cliente, nel mio caso gli associati, come elemento cardine dell’impostazione del lavoro futuro sarà inevitabile. Inoltre, mi sento di dire che il mio osservatorio privilegiato mi porterà a dedicare molto tempo al collegamenti tra soci e alla creazione di sinergie vincenti, perché questo è il centro di ogni associazione.
Su quali temi cercherà di portare l’attenzione?
A mio modo di vedere il vero tema è quello suggerito dal nostro presidente Guido Bardelli nell’ultima lettera che ci ha scritto: “Rilanciare il tema delle domande giuste come metodo per non rimanere imbrigliati nella paura, nelle iper semplificazioni della realtà e nel perenne rischio di delegare indirettamente ad altri le proprie responsabilità.” In queste prime settimane, incontrando alcuni imprenditori, mi sono accorto della rilevanza di questo metodo suggerito da Bardelli come punto di partenza concreto per affrontare le sfide che ci aspettano nei mesi a venire. Ho conosciuto imprenditori che hanno riorganizzato le proprie aziende in tempi record partendo da provocazioni nate durante momenti di vita associativa. Questo è ciò che mi affascina, la nostra impresa privata ha dato prova di saper rispondere con forza alle avversità della storia, chiaro che serve consapevolezza e molta lucidità.
Perché è importante sentirsi parte di associazioni come CDO o come tante altre realtà simili alla Compagnia delle Opere?
Credo che di fronte a tutta questa incertezza una compagnia tra imprenditori e professionisti, legata da una comune volontà di accompagnarsi testimoniandosi a vicenda la strada migliore da intraprendere sia una delle chiavi per affrontare gli anni a venire. Non riesco ad immaginarmi una possibilità diversa. Inoltre, credo molto nella forza dei corpi intermedi come possibilità di soluzioni pertinenti attraverso un dialogo con le istituzioni.