L’assessore regionale ai trasporti Andrea Corsini ne trae subito la conseguenza (anche se il passaggio logico non è immediato) che «i quattro aeroporti dell’Emilia-Romagna possono non solo convivere ma sviluppare in modo decisivo le nostre infrastrutture ed essere sempre più determinanti per i collegamenti da e per l’Europa». In ogni caso è certamente positiva la notizia del via libera della Commissione Ue agli aiuti di Stato per l’aeroporto Fellini di Rimini pari a 12 milioni di euro. Sindaco uscente, Gnassi, e aspiranti successori, Petitti e Sadegholvaad, sono tutti intervenuti per celebrare la novità. La richiesta alla Direzione generale della concorrenza era stata inoltrata dalla Regione il 26 giugno 2019 e il responso (la decisione di non sollevare obiezioni sugli aiuti) è arrivata il 29 gennaio scorso, dopo un anno e mezzo di iter. L’85 per cento delel richieste viene subito evaso con una semplice valutazione, solo nei casi più controversi viene aperta una indagine formale ed il caso viene iscritto nel registro degi aiuti di Stato. E’ il caso appunto della Regione Emilia Romagna per l’aeroporto di Rimini.
Il panorama dell’aviazione, causa pandemia Covid, è molto cambiato dal momento della richiesta. Il 2020 si è chiuso per lo scalo di Rimini con appena 50 mila passeggeri, un calo dell’87.3 per cento rispetto al 2019. Le cose sono andate male per tutti, la media nazionale del crollo è del 72,6 per cento, ma Rimini si aggiudica la maglia nera fra gli aeroporti italiani anche perché, con le frontiere generalmente chiuse, non dispone di voli di linea interni.
Il via libera dell’Unione europea è stato quindi salutato come un buon presagio di ripresa dopo il superamento dell’emergenza, di cui ancora, in verità, non si vede l’arrivo. «Il rilancio dell’infrastruttura romagnola – assicura l’assessore Corsini - avrà infatti un impatto positivo con ricadute economiche significative sull’intero territorio regionale». Perché questo avvenga occorre che i fondi siano resi disponibili e la società di gestione apra i cantieri. «Ora è necessario accelerare tutti i passaggi, a partire dal primo in Assemblea legislativa per l’approvazione della legge utile ad autorizzare i fondi di aiuto, per far sì che siano messi a terra gli investimenti previsti nel piano aziendale Airiminum». Secondo le dichiarazioni di Corsini, i 12 milioni messi dalla Regione vanno ad aggiungersi agli altri 12 che stanzierà la società di gestione nei prossimi quattro anni. Il piano complessivo di Airiminun dal 2021 al 2033 prevede un investimento complessivo di 47 milioni.
La nota della Regione precisa anche quali saranno gli ambiti di intervento. Innanzitutto l’allineamento dell’infrastruttura ai requisiti previsti dalla certificazione Easa (l’agenzia europea per la sicurezza negli aeroporti), implementando entro il 2022 un piano d'azione idoneo alle operazioni di volo. Il secondo ambito è il completamento degli interventi richiesti dal cambio di status dell'aeroporto di Rimini - da militare a civile - mediante la creazione di nuovi servizi per l'area civile dell'opera. Terzo obiettivo riguarda il rinnovo dell’aeroporto attraverso la realizzazione di diversi interventi che erano stati accantonati da Aeradria prima del suo fallimento, quali, ad esempio, la ristrutturazione area cargo e area terminal, la sostituzione dei banchi check-in, l’impianto BHS e le cinture portabagagli, gli impianti di riscaldamento e condizionamento, l’impianto antincendio. È sempre stato detto che la Regione sarebbe intervenuta a sostegno delle opere strutturali, in realtà il quarto ambito di intervento riguarda «la gestione efficace dell’aumento del traffico aereo passeggeri registrato negli ultimi anni e dovuto, in larga parte, al nuovo modello di business di Airiminum incentrato sui voli di linea». Si capisce che parte dei soldi saranno spesi per portare nuovi voli.
«E' una notizia attesa, ma oggettivamente una grande notizia per tutto il territorio di Rimini», esulta il sindaco Andrea Gnassi. Secondo il sindaco «per troppi anni si era sviluppata una dinamica distorta per cui Paesi come Spagna, Grecia, Turchia, Inghilterra, Est Europa potevano contare in qualche modo su 'sostegni/aiuti/escamotages' per i loro scali, in una logica di promozione dei flussi turistici e di crescita di quelle aree. Tutto ciò in un quadro perennemente confuso e interpretabile a livello continentale e dunque, a cascata, dei singoli Stati. E in Italia si è precipitati in un vero e proprio corto circuito».
Il sindaco esprime l’auspicio che «con la stessa determinazione che la Regione Emilia Romagna e i territori hanno sviluppato a favore dell'aeroporto, l'Italia faccia lo stesso per il comparto fieristico. Per Rimini, e non solo, altrettanto strategico».
Anche l’amministratore delegato di Airiminum, Leonardo Corbucci, è intervenuto per esprimere grande soddisfazione per «il via libera agli investimenti della Regione Emilia Romagna per l'aeroporto». Corbucci ringrazia per nome tutti i protagonisti del risultato: il presidente Bonaccini, gli assessori Donini e Corsini, i dirigenti Ferrecchi e Brognara ed il sindaco Gnassi. «Con il progetto autorizzato dall’Europa, che indica, con chiarezza e precisione gli scenari futuri, conclude Corbucci, Airiminum si riconosce dunque come parte di progetti di crescita della regione e conferma la propria volontà, come gestore di una infrastruttura pubblica, a corrispondere a tutte le opportunità del territorio».
Quando sarà superata l’emergenza Covid e riprenderanno i voli, il Fellini si troverà con l’agguerrita concorrenza dell’aeroporto di Forlì che in questi mesi di pandemia ha lavorato per inserire collegamenti con destinazioni italiane del sud e all’estero. Inoltre, come solennemente promesso nei mesi scorsi, anche a Forlì la Regione darà il proprio contributo milionario. A quel punto si vedrà se e come la scommessa di Corsini (i quattro aeroporti possono coesistere e svilupparsi) potrà essere attuata.