“Non c’è motivo che Rimini debba preoccuparsi. All’aeroporto di Forlì non interessa far concorrenza a Rimini. Nel mondo esistono tante destinazioni, si può scegliere, dove va uno scalo, non ci va l’altro, e viceversa. Un turista può scendere a Forlì e avere l’albergo prenotato a Rimini. Che problema c’è? Un aeroporto non è al servizio esclusivo di una città ma di un territorio più ampio. Se i due aeroporti funzionano, portano traffico di passeggeri e di merci, ci saranno maggiori vantaggi per tutti”.
È il pensiero di Corrado Augusto Patrignani, presidente di InRomagna, Dmc formata da Confcommercio e Confesercenti delle province di Forlì-Cesena e di Ravenna. È una società nata in stretta sintonia con FA, i gestori dell’aeroporto di Forlì, anzi sono stati proprio loro a sollecitarne la costituzione. InRomagna è operativa da dicembre ed ha i propri uffici proprio all’interno dello scalo. “Il nostro scopo – spiega –è quello di promuovere, in Italia e all’estero la bellezza di un territorio che è molto ricco, mare, città d’arte, colline, prodotti enogastronomici, e dove tutto è a portata di mano. E questa promozione la faremo in stretta collaborazione con l’aeroporto”. All’estero InRomagna sarà presente in quei paesi dove il Ridolfi ha già attivato dei voli, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Grecia. La Dmc svolgerà attività commerciale, stringerà partnership con gli alberghi, si occuperà di navette per l’aeroporto, produrrà merchandising, accompagnerà il turista alla scoperta del territorio. Insomma, farà fino in fondo il mestiere di una Dmc. E i turisti li porterà anche a Rimini? “Nessun problema, se un turista acquistando un nostro pacchetto globale, dirà di voler alloggiare a Rimini. Noi lo porteremo dove desidera”.
Patrignani, forse è propria questa vostra capacità di “romagnoli del nord” di fare sistema che spaventa Rimini. Temono la vostra concorrenza. Hanno proprio torto? “Posso affermare con certezza che non è intenzione dell’aeroporto di Forlì fare concorrenza ad altri, ognuno cerca e sviluppa il proprio mercato senza fare guerre commerciali ad altri. Se poi capita la sovrapposizione di qualche rotta, non mi sembra un problema drammatico”.
A Rimini dicono che su 31 destinazioni, 11 sono identiche. “Ma non è vero, mi pare ce ne sia una. Però bisogna essere chiari. In questo caso la competizione non è fra gli aeroporti ma fra le compagnie aeree. Se un turista di Monaco – per fare un esempio al momento inesistente - vede che per arrivare in Romagna ci sono voli che atterrano sia a Rimini che a Forlì, guarderà le due proposte per scegliere dove spende meno. Se decide di arrivare a Forlì dovrà tenere conto che poi avrà ulteriori spese di trasporto per arrivare in Riviera. Sono le compagnie aeree che moduleranno prezzi e servizi per essere preferite, non c’entrano gli aeroporti. Comunque credo sia interesse delle stesse compagnie aeree cercare di implementare voli da località dove le compagnie che operano nello scalo vicino non sono presenti. Ogni compagna ha interesse a sviluppare la propria esclusiva fetta di mercato. E le compagnie che operano a Forlì e a Rimini non sono le stesse, e ognuna ha compiuto scelte diverse”.
A Rimini vedono con terrore il rischio che vada in onda un film già visto, la guerra dei cieli atto secondo. “Oggi - argomenta Patrignani - sia Forlì che Rimini sono aeroporti sostenuti da progetti imprenditoriali di soggetti privati. Gli imprenditori investono perché hanno bisogno di guadagnare, non sono interessati a sprecare denaro per una concorrenza perdente. Non è più il tempo in cui gli aeroporti erano a gestione pubblica, e le società come Aeradria compravano i biglietti dalle compagnie aeree per poter avere i voli da questa o quella destinazione. La famosa pratica degli acquisti pieni per vuoto. È questa concorrenza che ha svuotato le casse pubbliche e ha portato gli aeroporti al fallimento. Quel tempo è finito per sempre. Anche noi come Dmc non compriamo i biglietti dalle compagnie e li vendiamo ai turisti. Ma ci limitiamo a comprare quelli che abbiamo già venduto ai turisti”.
Il presidente di In Romagna propone infine un argomento già usato anche dall’assessore regionale Andrea Corsini. “Bisogna tener conto che i due aeroporti hanno logistica e vocazioni diverse. A Forlì, data anche la peculiarità produttiva del territorio, c’è una indubbia vocazione al traffico delle merci. Inoltre l’aeroporto ospita una scuola di voli e un centro per la manutenzione degli aerei. Mentre Rimini indubbiamente è un polo turistico maggiore rispetto a Forlì. Quindi nessuna concorrenza ma sviluppo dell’economia di tutto il territorio della Romagna. Faccio un esempio. Chi viene a fare manutenzione dell’aereo a Forlì, non è detto che voglia alloggiare in un albergo della città. Potrebbe voler scendere a Rimini o a Riccione. Vogliamo sviluppare l’economia della Romagna, di cui Rimini fa parte. Lo dicono sempre anche i dirigenti della società di gestione dell’aeroporto. Nessuna concorrenza ma sinergie fra i due aeroporti. Si tratta di mettere in moto un meccanismo che porti benessere per tutti”.