In attesa che venga sciolto il decisivo nodo del candidato sindaco, il panorama delle forze politiche di centrodestra a Rimini presenta diversi aspetti curiosi e interessanti. C’è la Lega, impegnata in una campagna acquisti, che mostra un volto aperto e inclusivo e ha lanciato l’idea del candidato civico. C’è Fratelli d’Italia, con una forte capacità attrattiva, che ha già richiamato Nicola Marcello, Carlo Rufo Spina e Filippo Zilli (anche se quest’ultimi due sono ancora ‘sospesi’ perché il capogruppo e uomo storico del partito, Gioenzo Renzi, è asserragliato nel suo fortino personale e non dà il via libera). In mezzo c’è Forza Italia, un tempo partito guida e pensante del centrodestra riminese, ormai ridotta a una scatola vuota in attesa di essere riempita.
“Rifiuto decisamente questa immagine della scatola vuota, - afferma il senatore Enrico Aimi, dal novembre scorso commissario regionale di Forza Italia, dopo che Galeazzo Bignani è passato armi e bagagli a Fratelli d’Italia – è un’immagine ingenerosa per le idee di cui noi siamo portatori e che sono diffuse nell’elettorato più di quanto si pensi. In questi mesi abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità. Siamo i difensori della proprietà privata, dei valori cristiani, del migliore europeismo, della cultura garantista, delle riforme di cui l’Italia ha bisogno”.
Va bene senatore, scatola vuota era solo un’immagine per dire che in consiglio comunale a Rimini non c’è rimasto nessuno e non si vedono attività sul territorio…
“Come primo atto ho provveduto a nominare il senatore Antonio Barboni commissario provinciale di Rimini. Barboni è una figura di alto valore morale e molto preparata. Inoltre gli ultimi sondaggi nazionali ci danno in costante crescita, il momento peggiore è passato, noi continuiamo ad avere come orientamento gli interessi dell’Italia. Per noi sono fondamentali le misure di rilancio dell’economia, la possibilità di riaprire tutti i locali pubblici – bar, ristoranti, piscine, palestre, ecc. – in piena sicurezza. Vogliamo essere il punto di riferimento per tutte le categorie abbandonate dalle politiche populiste e che ora sono a rischio di chiusura”.
Torniamo al partito a Rimini. Si sta muovendo qualcosa?
“Barboni mi ha già inviato una relazione sulla situazione di Rimini. Certamente con le varie restrizioni è difficile organizzare incontri e manifestazioni sul territorio. E poi al momento attuale non è vero che non ci sono uomini di Forza Italia: abbiamo consiglieri comunali, assessori, responsabili di dipartimento. Non appena ci si potrà riunire e organizzare iniziative pubbliche emergerà che c’è una struttura pronta a tornare sul territorio e a fare politica”.
Intanto bisogna pensare al candidato sindaco del centrodestra per Rimini. Ci sono idee, nomi?
“Ci sono, si stanno esaminando vari profili. Credo sia nostro compito scegliere quello non tanto più corrispondente al centrodestra ma ai bisogni e alle esigenze della città di Rimini”.
Quindi anche lei è per un candidato civico?
“Non credo ci si debba impiccare a una soluzione o l’altra. Bisogna scegliere il migliore. Se una figura civica è in grado di catalizzare il voto degli indecisi e di quella parte dell’elettorato che ancora non ha grande empatia con la politica, allora ben venga il civico. Altrimenti si vedrà un’altra soluzione. Non è questione di etichetta”.
Ma il candidato si decide a Rimini o al tavolo regionale?
“Abbiamo sempre lasciato autonomia al livello provinciale. Se ci provano e trovano frizioni insuperabili, allora si dovrà fare riferimento al livello regionale. Ma non credo sarà il caso di Rimini”.
Circola da tempo la voce che nello scacchiere emiliano-romagnola la casella Rimini spetti a Fratelli d’Italia. È vero?
“Non mi risulta”.