All’incontro di mercoledì sera fra le forze politiche e civiche dell’area del centrosinistra ha partecipato anche il segretario provinciale del Pd, Filippo Sacchetti. “Sono andato anche se il nostro contributo programmatico alla coalizione sarà pronto solo fra una settimana. Ma a quel tavolo c’erano i rappresentanti di altre forze politiche ed era doveroso che anch’io fossi presente”. Secondo la nota diffusa da Kristian Gianfreda, coordinatore delle liste civiche, “Il tavolo è nato con l'obiettivo fondamentale di confrontare e comporre il programma, evitare le primarie e ricondurre le varie anime della coalizione all'interno di un confronto democratico e trasparente”. E la volontà emersa è stata: “continuare un percorso unitario che eviti le primarie attraverso un tavolo programmatico aperto e rispettoso dei tempi e delle modalità delle diverse anime della coalizione”.
Sacchetti conferma la volontà di proseguire in questo percorso unitario, partendo innanzitutto dal programma che, dopo il confronto, dovrà essere condiviso da tutta la coalizione.
Probabilmente non è molto difficile che i diversi attori riescano a mettersi d’accordo sulle cose da fare; più complesso appare al momento il tentativo di giungere ad un candidato unitario fra Emma Petitti e Jamil Sadegholvaad. Quest’ultimo candidato nel nome della continuità con l’amministrazione Gnassi, la prima, espressione di quella parte del Pd che ha mal sopportato Gnassi per dieci anni.
“Certamente insisto per un percorso unitario anche per la candidatura a sindaco”, afferma Sacchetti. E come ci si arriva? “Si ascoltano e si mettono a confronto le persone che si sono candidate, si cerca di capire quale prospettiva hanno in mente per la città, e poi si cerca di fare una sintesi”.
Detta così sembra semplice, ma in pratica che succede? Evidentemente uno dei due si deve ritirare, non si vedono terze proposte all’orizzonte. “Ci fosse una persona terza – conviene Sacchetti – sarebbe già emersa, non saremmo nell’impasse attuale. Dico anche che se non fossimo nella situazione attuale, con la pandemia che limita la libertà di movimento e di incontro, sarebbe stato anche positivo e interessante mettere a confronto due proposte con primarie in presenza. Ma la pandemia non ce lo consente”.
Le primarie si possono fare anche online, il Pd ha annunciato per la fine del mese una piattaforma dove poter scegliere i candidati. Ma Sacchetti non ne vuole sentir parlare. “Ancora non esiste, una eventuale votazione sul candidato di Rimini sarebbe un test al buio. Ancora non si sa come funzionerà, chi la governa, come saranno profilati gli utenti. Non si possono organizzare primarie su una cosa così improvvisata”.
Bisogna allora arrivare al candidato unitario. Ma i due protagonisti, Petitti e Sadegholvadd, sono disponibili al percorso? “Da quel che ho letto nelle loro dichiarazioni – risponde Sacchetti – sembrerebbe di sì. Se poi queste intenti si concretizzeranno o meno, lo vedremo. Io spingo che si lavori in questa direzione”.
Il segretario del Pd riconosce qual è il punto. “Il problema non è Jamil in conflitto con la Petitti, o viceversa. In altre città della regione, i candidati del centrosinistra sono uomini delle giunte uscenti, direi che è quasi normale che succeda. Con questo non faccio una scelta di parte, mi mantengo assolutamente neutrale. Voglio solo dire che il vero nodo da sciogliere viene da lontano, direi che affonda nella notte dei tempi”.
Nella notte dei tempi probabilmente no, ma negli ultimi vent’anni di politica riminese certamente. Se le cose stanno così, la ricerca di una soluzione unitaria appare una mission impossibile.