“Abbiamo vinto”, scrivono alle 10,48 alle redazioni dei giornali Maurizio Melucci e Jessica Valentini. Alle 11,33, via Whatsapp, arriva pronta la replica del segretario provinciale del Pd Filippo Sacchetti il cui senso è: la vostra è solo una vittoria di Pirro. Tema del botta e risposta è la disputa sull’allargamento da 52 a 74 dei membri dell’assemblea/direzione comunale del Pd. Una battaglia apparentemente giuridica e formale che ha invece un risvolto politico sostanziale. La posta è la scelta del candidato sindaco: con l’allargamento Jamil Sadegholvaad parte sensibilmente favorito. Non a caso il ricorso era stato presentato dall’ex vice sindaco Melucci, sponsor di Emma Petitti, a cui si era aggiunta Valentini, fan della consigliera regionale, per richiedere il rito delle primarie.
“La legalità nel Partito Democratico di Rimini è stata ristabilita. – si legge nella nota inviata ai giornali - La Commissione Nazionale di Garanzia ha accolto, all’unanimità, il ricorso presentato contro l’allargamento dell’assemblea congressuale e direzione comunale del Pd di Rimini a componenti di diritto che avrebbero modificato la composizione numerica e politica dell’organismo in procinto di prendere decisioni di centrale importanza per il futuro del centrosinistra a Rimini, ossia la designazione del candidato a Sindaco alle prossime elezioni amministrative. La direzione comunale del Pd di Rimini, corretta, è dunque di 52 componenti come eletta dai congressi con il solo sindaco unico componente di diritto”.
“Siamo convinti – concludono Melucci e Valentini - che i problemi politici non si risolvono con i ricorsi ma neanche si aggravano con soluzioni “furbesche”. Crediamo anche che di questo tentativo erano a conoscenza e “complici politici” anche esponenti di primo piano del Pd regionale e locale. Ora tutto ritorna alla politica, che dovrà decidere in modo corretto come arrivare ad una proposta di candidatura a sindaco condivisa ed il più possibile unitaria”.
Lo spartito del segretario provinciale Sacchetti propone un’altra musica. “Al netto delle considerazioni poco eleganti ed educate verso il loro partito espresse dai ricorrenti Melucci e Valentini, e al fine di non avvelenare un clima già abbastanza pesante per la portata delle decisioni che si dovranno assumere nei prossimi giorni, terrei a specificare che la lettura corretta e condivisa anche in sede nazionale della delibera pervenuta è sensibilmente diversa”. E qual è? “La Commissione nazionale di Garanzia del PD ha espresso il suo parere, dicendo che è legittimo che l’assemblea comunale del PD Rimini possa essere composta sia da membri elettivi che da membri di diritto. Questo perché lo Statuto regionale del PD Emilia Romagna riconosce alle articolazioni locali del PD autonomia organizzativa. L’allargamento proposto per l’assemblea comunale del PD Rimini è dunque legittimo e ha comunque bisogno di essere ratificato dall’assemblea comunale”. In sostanza la Commissione nazionale di garanzia ha bocciato l’allargamento per incompetenza dell’organo che lo aveva deciso (la commissione regionale). Ma se l’assemblea comunale decide di cooptare i 23 membri è libera di farlo.
L’assemblea comunale è convocata per il pomeriggio di sabato 19 giugno. Il primo punto all’ordine del giorno sarà appunto il voto sull’allargamento. Se l’assemblea comunale lo approverà, potranno far parte dell’organismo decisionale persone finora escluse come il segretario Alberto Vanni Lazzari, le consigliere regionali Emma Petitti e Nadia Rossi, alcuni consiglieri comunali.
Completato questo passaggio, sarà aperto il dibattuto sulle candidature. Dal tavolo della coalizione sono emersi tre nomi: il più indicato è stato Jamil Sadegholvaad, mentre la lista “Coraggiosa” ha proposto Nazzareno Gabrielli e Europa Verde l’ex eurodeputato Marco Affronte.
I lavori, questo è l’obiettivo, dovrebbero concludersi con un voto. Cioè nella serata di sabato, salvo sorprese sempre possibili visto il clima poco sereno, dovremmo conoscere il nome del candidato del Pd. Anche perché la coalizione aveva chiesto di allineare i tempi di Rimini con quelli delle altre città, e domenica, per esempio, ci sono le primarie a Bologna.