L’on. Jacopo Morrone, plenipotenziario di Matteo Salvini in tutte le Romagne, e dunque anche a Rimini, non appena si sarà concluso il tortuoso percorso della ricerca di un candidato sindaco per il centrodestra, o anche subito, se vuole, dovrebbe rispondere ad alcune domande. Gli elettori della Lega, gli elettori del centrodestra, i simpatizzanti di questa area politica, e potremmo aggiungervi tutti i cittadini, hanno il diritto di sapere come si sono svolte le cose e perché un percorso, partito con tanta benzina nel motore, è arrivato al traguardo visibilmente spompato, tanto che alcuni settori di elettori già cominciano a sostenere, basta leggere i social, che ancora una volta Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno deciso di perdere a Rimini. È un ritornello che si ripete ad ogni tornata elettorale, ma l’on. Morrone si era presentato sulla piazza di Rimini con l’obiettivo di smentire una volta per tutte tale leggenda nera del centrodestra riminese.
Passiamo alle domande.
- In tempi non sospetti, quando il candidato civico non era diventato il mantra di Salvini & Soci a livello nazionale, l’on. Morrone aveva stupito tutti proponendo per Rimini un candidato della società civile. Non un candidato qualsiasi senza tessera di partito, ma un personaggio autorevole, stimato, conosciuto, capace di pescare voti nel campo avversario. Però si è avuta l’impressione – e l’on. Morrone, se può, la smentisca – che con il passare dei mesi il candidato civico, che all’inizio doveva avere le caratteristiche indicate, si sia trasformato sempre più nella ricerca di un nome che impedisca ai partiti alleati-concorrenti di aggiudicarsi una casella importante in vista delle elezioni politiche del 2023, nel contesto cioè della battaglia Salvini-Meloni per la leadership. È un’impressione sbagliata?
- Chi non frequenta i salotti o i tavoli del centrodestra è venuto a conoscenza, uno dopo l’altro, solo dei no incassati da questo o quell’altro possibile candidato. Da questo elenco sembra quasi che la verifica si sia svolta seguendo l’elenco degli ordini professionali e delle associazioni di categoria. Immaginiamo che non sia stato solo così; e dunque, come si è mosso l’on. Morrone nella ricerca dei nomi da candidare? Che riscontri ha avuto dalla società civile? E se è stata una ricerca approfondita, questo significa che la nostra società civile è disimpegnata e poco interessata al bene comune?
- Raccontano le cronache che la Lega, dopo aver accolto con un gelido silenzio la candidatura di Gianni Indino, presidente della Confcommercio e del Caar, adesso sarebbe pronta a pronunciare il proprio decisivo sì. Se lo farà, l’on. Morrone dovrebbe spiegare cosa è cambiato rispetto a due settimane fa, quando Indino era giudicato impresentabile. Il candidato per Rimini doveva essere assolutamente una “creatura” della Lega, a dispetto del fatto che tutti i tentativi di parto si erano trasformati in aborto? Nell’iniziativa di Forza Italia che ha proposto Indino è sbagliato vedere l’insofferenza dei suoi alleati verso i suoi ripetuti proclami a cui non seguivano facce con un nome e cognome?
- L’altro candidato civico rimasto in lizza è l’imprenditore Lucio Paesani, che peraltro da settimane è in campagna elettorale con tanto di manifesti 6x3 in cui si propone come candidato sindaco. Non crede l’on. Morrone che sia per lo meno stravagante un modo di fare politica in cui si continua a trattare con una persona che comunque ha già deciso di candidarsi a sindaco? Non è questo un segno di debolezza, o comunque di confusione? Non crede che con Paesani, se come candidato sindaco la Lega lo giudicava inadeguato, occorreva essere chiari fin dal principio, e non cercare di metterlo alle strette, adesso, con ultimatum dell’ultimo minuto del tipo: o aderisci subito all’alleanza o al ballottaggio non ti vogliamo?
- Se alla fine il candidato sarà Indino e Paesani sarà irremovibile dalla scelta di non sostenerlo, non le pare che il risultato finale sia un pastrocchio che ipotecherà seriamente le possibilità di vittoria del centrodestra?
- Pare che entro lunedì i vertici regionali prenderanno una decisione. In caso contrario la scelta del candidato sarà demandata ai vertici nazionali che, in assenza di accordo su un civico, dovranno scegliere un politico. In qusto caso con quali nomi lei andrà a Roma? Con Alessandro Ravaglioli, una persona che si è autocandidata mentre lei parlava di civico e che, nonostante le conferenze stampa convocate per smentirlo, ha continuato a fare campagna elettorale? Oppure con la riccionese Elena Raffaelli, in quanto responsabile provinciale della Lega? O promuoverà qualcuno della vecchia guardia come Matteo Zoccarato?
- Alla luce di queste considerazioni, come giudica il livello di autorevolezza della sua leadership nella Lega e nel centrodestra di Rimini?