Ci vorrà tutta la prossima settimana per decidere il candidato sindaco del centrodestra per le elezioni amministrative di Rimini di ottobre. I tempi si allungano perché a Roma c’è stata rottura al tavolo enti locali. Non è passato l’ex sindaco di Bellaria Enzo Ceccarelli, stop pure per il presidente di Confcommercio Gianni Indino. A Roma è stata pure perorata la causa, per ora senza successo, della sindacalista Uil Giuseppina Morolli, per conto di Noi per l’Italia, il partitino dell’ex ministro Maurizio Lupi.
Ciò significa che la decisione si sposta sul tavolo politico principale, quello dove siedono Salvini, Meloni e Tajani. E su questo tavolo i destini di Rimini sono strettamente legati a quelli di Bologna. Matteo Salvini ha gelato tutti, specialmente quelli che speravano in una rapida soluzione del problema, annunciando che il candidato sindaco di Bologna lo rivelerà il 19 luglio quando sarà nel capoluogo emiliano per lanciare la raccolta delle firme sui referendum sulla giustizia. A Bologna Forza Italia punta sul senatore Andrea Cangini, già direttore del Carlino, mentre la Lega al momento è ancora attestata sulla linea della candidatura civica.
Se a Bologna il candidato sarà Cangini, cioè un esponente di Forza Italia, la casella di Rimini – se prevarrà l’opzione politica – sarà occupata o dalla Lega o da Fratelli d’Italia. Per la Lega sono in ballo lo stesso Ceccarelli (visto che gli alleati lo considerano politico e non civico) e Alessandro Ravaglioli, che da mesi ha dichiarato la sua disponibilità e, a quanto risulta, ha mosso anche numerose pedine per centrare l’obiettivo. Dovesse invece scendere in campo un uomo di Fratelli d’Italia, negli ultimi giorni sono cresciute le quotazioni del leader storico Gioenzo Renzi, che vanta numerosi rapporti con i big nazionali del partito, influenti al tavolo delle decisioni. Renzi si era proposto anche nel 2011, sconfitto al ballottaggio da Andrea Gnassi. Non dovesse passare Renzi, c’è sempre la carta dell’ex azzurro Nicola Marcello, probabilmente più gradito da una parte della coalizione.
Non è escluso, qualora le divisioni siano insanabili, che al primo turno Lega e Fratelli d’Italia presentino candidati diversi. Al ballottaggio chi ha preso meno voti convergerà poi su chi all’interno del centrodestra è stato più votato. Non sarebbe una novità (era già successo nel 2001 fra Forza Italia e Alleanza Nazionale ) ma è uno scenario che rievoca una stagione perdente. È quello che ad esempio succede a Ravenna dove i berlusconiani vanno per conto loro.
Dovesse invece tornare in auge la candidatura civica, l’unica rimasta in campo è quella di Morolli.
Sono giorni di tregua (certamente armata) per l’imprenditore Lucio Paesani, che aspetta di conoscere quale sarà il candidato del centrodestra per decidere se schierarsi con lui o continuare il proprio percorso solitario. Parlavamo di tregua perché non si registrano attacchi a possibili candidati della destra, come invece accadeva qualche tempo fa. Pare comunque che non aderirebbe ad una coalizione guidata da Ceccarelli. Ieri sul proprio profilo Facebook ha pubblicato le foto del proprio incontro a Roma con l’onorevole Lupi, insieme al quale erano anche altri riminesi: Marco Lombardi, Giuseppe Cappiello, Alessandro Lualdi, Davide Zamagni.