Per celebrare il matrimonio politico fra Gloria Lisi, candidata sindaca, e il Movimento 5 Stelle sono scesi a Rimini due officianti speciali. Il primo è il sindaco di Cattolica Mariano Gennari, che ormai fa coppia fissa con il senatore Marco Croatti e viene esibito in ogni manifestazione riminese dei grillini. Del resto lui rappresenta uno dei casi di rottura fra Pd e 5 Stelle, quasi un’icona del corso politico che si è deciso di avviare a Rimini, dove si è consumata l’altra rottura, quella fra Lisi e Pd. Insomma, due rotture hanno prodotto un’alleanza. Gennari ha voluto rimarcare che in questi cinque anni lui ha collaborato con i colleghi sindaci Pd, mentre l’azione della sua giunta ha ricevuto solo critiche strumentali. Sempre dal Pd, par di capire.
L’altro officiante è invece arrivato da Sassuolo, ed è il senatore Gabriele Lanzi, presentato come uno dei “facilitatori” regionali, figura in verità scomparsa nel nuovo statuto dell’era Conte, ma coi grillini è sempre fatica capire come stanno le cose. A lui comunque spettava il compito di affermare che le decisioni di Rimini sono approvate dal nazionale e che il gruppo riminese avrà la disponibilità del nuovo simbolo del Movimento. Il senatore ha con forza precisato che “una volta che il percorso è stato validato da Roma, le critiche non hanno senso”. Ogni riferimento alla consigliera regionale Silvia Piccinini di Bologna è stato assolutamente non casuale. Se poi al senatore si fa notare come la scelta di appoggiare una candidata in rottura con il Pd, mentre a livello nazionale grillini e democratici cercano di costruire un’alleanza, non sia una scelta di gran garbo, lui risponde che a Roma il Pd va contro Virginia Raggi. Morale: “Nei territori ognuno fa come crede”. E così a Rimini i grillini, che nel 2016 non ebbero l’autorizzazione a presentare liste, hanno deciso di andare con Lisi.
Lei ha aperto la conferenza stampa senza spiegare su quale programma si è concluso l’accordo, ma producendo una serie di frasi ad effetto: “E’ finita l’era dell’io, comincia quella del noi”; “ridiamo valore alla democrazia, facciamo decidere i cittadini sulla loro città”; “mettiamo al centro le persone e le periferie”; ribaltiamo il concetto di politica che è una forma alta di carità e di servizio alle persone”; “non c’è welfare senza lavoro”; “la sicurezza va affrontata con la prevenzione”. Tutto qui? In verità Lisi promette che presto verrà prodotto “un amalgama fra i vari programmi”. Sottolinea che lei e i grillini nascono dalla stessa radice che è il civismo, cioè fare politica senza inseguire interessi personali o particolari.
Il senatore Croatti ricorda le partecipazioni di Lisi alle iniziative grilline, per sottolineare che la convergenza attuale ha una storia lunga. Aggiunge che il Movimento ha fatto ben tre comunicati stampa per chiedere che il candidato fosse un civico, senza mai avere risposta. “Non appena si è manifestata l’esistenza di una candidatura civica ci siamo incontrati e abbiamo riscontrato molti punti di accordo. Tutto il gruppo riminese ha approvato la scelta”.
Come nei grandi matrimoni di un tempo, il senatore Croatti ha chiesto a Lisi una sorta di prova d’amore: anche le sue liste, come quella grillina, devono autorizzare la commissione antimafia a verificare lo status dei candidati rispetto a mafia e dintorni. A Croatti sono luccicati gli occhi (ha proprio usato questa espressione) quando Lisi ha detto subito sì.
A questo punto la candidatura di Lisi sarà sostenuta da cinque liste sue (alle prime quattro se ne è aggiunta un’altra di stampo ecologista) e dal Movimento 5 Stelle. Il matrimonio ha generato anche fuori Rimini: a Cattolica Gennari sarà sostenuto da una lista cattolici-mondo dello sport propiziata da Lisi.
Il tema dei cattolici, appunto. Nella conferenza stampa sulla barca Lisi si era presentata come l’alfiere del mondo cattolico, come l’espressione della solidarietà e del volontariato sociale. Come si concilia questa identità con l’accordo con i grillini, che sempre hanno espresso una cultura e valori diversi, se non ostili, a quelli del mondo cattolico (giustizialismo, statalismo, laicismo)? Lisi appare sorpresa dalla domanda, fa capire che lei con i grillini si trova tanto bene. E spiega: “Quando si è profilata la possibilità di un accordo con i 5 stelle, nessuno dal mondo cattolico mi ha sollevato obiezioni. Semmai è emersa una perplessità sul fatto che loro ormai sono percepiti come un partito e quindi ci si chiedeva cosa c’entrano con un realtà civica”. Mentre il cronista pone la domanda, il senatore Croatti fa un balzo: “Ma io vado a messa tutte le domeniche!”. E l’altro senatore: “Chiedere che la Chiesa paghi l’Imu sugli immobili a uso commerciale, non significa essere contro il mondo cattolico”. E Lisi ancora: “Cattolico vuole dire universale, essere cattolici vuol dire essere inclusivi. Il Vangelo dice che saremo giudicati non se andiamo a messa, ma se non abbiamo risposto a chi aveva fame, sete, ecc”.