Ha fatto scalpore in questa campagna elettorale perché, da semplice candidato a consigliere comunale, ha deciso di presentarsi in piazza, nel luogo tradizionale della politica popolare. E gli è andata pure bene, visto che c’erano almeno trecento persone ad ascoltarlo. Luca de Sio, 41 anni, avvocato, ha deciso di presentarsi nella lista della Lega.
Perché ha deciso di affrontare l’avventura delle elezioni?
Quando ho deciso di candidarmi ho usato una similitudine tennistica: quella di uscire dalla comfort zone. Come il tennista che da fondo campo va a rete, rischiando. Può farlo per due motivi: o perché è l’avversario che lo chiama, cioè una realtà esterna, e nel mio caso sono stati molti amici che mi suggerivano di farlo; o, secondo motivo, perché è lui stesso che sente di poter dare di più, ed io umilmente penso di poter dare un contributo alla città, alla politica e in particolare al centrodestra. Per me questa decisione è lo sviluppo di una passione che ho sempre coltivato e che oggi voglio verificare nell’incontro/scontro con la realtà politica.
Perché sostiene il candidato Enzo Ceccarelli e perché ha deciso di candidarsi nella Lega?
Ho deciso di candidarmi ancor prima che il centrodestra indicasse in Enzo Ceccarelli il proprio candidato sindaco. Quindi la mia decisione prescindeva da questo, così come dalla possibilità di vincere o meno. Mi impegno e sono pronto ad ogni scenario, di governo o di opposizione. Ciò detto, Ceccarelli è una persona che reputo valida e credibile, mi sembra molto capace, è una scelta sicura, come recita la nostra pubblicità. Mi sembra anche che sia una persona propensa a lasciare spazio, a farsi aiutare anche dai giovani. Mi sono candidato nella Lega perché, pur essendo io di provenienza e di tradizione centrista, non lo reputo il partito estremista che si vuol far credere che sia e ne ho apprezzato le aperture che sta facendo. Condivido il tentativo di voler rappresentare il ceto produttivo, di promuovere i valori liberali. Mi è piaciuta la scelta matura e responsabile di voler appoggiare il governo Draghi, anche perché non è stata una scelta elettoralmente conveniente. Voglio scommettere su questo tipo di Lega, una Lega presente sul territorio, che vuol governare, che vuole assumersi la responsabilità di esercitare il potere per il bene di tutti.
Per quale Rimini si vuole impegnare, quale Rimini immagina per i prossimi anni?
Immagino una Rimini che continui sulla buona strada del cambiamento che secondo me in parte l’amministrazione uscente ha seguito. Nel senso che certamente non siamo più immobili come lo siamo stati fino a dieci anni fa. Ritengo che Gnassi abbia dei meriti ma che questi meriti siano stati da una parte frutto del lavoro del piano strategico, che è mia intenzione riprendere come metodo (poi tradito dall’amministrazione Gnassi), dall’altra siano comunque meriti parziali perché importanti settori della vita cittadina non hanno avuto l’attenzione che richiedevano. Mi riferisco, ad esempio, alle grandi infrastrutture che facilitano l’incoming turistico. Speriamo che i fondi del Pnrr possano essere intercettati dalla prossima amministrazione per l’alta velocità e altri progetti, sulla scia dell’idea di Città Romagna. Mi auguro soprattutto che ci sia un’attenzione maggiore per la persona, nel senso di buone pratiche rispetto alle politiche sociali, alle politiche del lavoro, allo sviluppo dell’impresa.
Lei appare fiducioso sulle capacità di Ceccarelli e del centrodestra nel suo complesso. Però se si guarda agli ultimi dieci anni emerge l’incapacità del centrodestra di costruire una classe dirigente credibile, capace di presentarsi come alternativa. Tanto è vero che la ricerca del candidato sindaco è stata faticosa anche per questo motivo.
Sulla ricerca del candidato sindaco non mi posso esprimere più di tanto perché è una questione che non ha interessato chi come me si presenta per la prima volta per fare il consigliere comunale. Certamente il centrodestra ha il dovere di essere e di apparire più credibile di quanto finora non sia stato (anche con una buona comunicazione esterna). Anche se non sta scritto da nessuna parte che gli uomini del centrodestra non siano in grado di governare. Così come nessuno ha mai detto che saranno distrutte le cose positive che ha fatto Gnassi. Da parte mia tenterò di dare il mio contributo, anche perché mi si riconosce una certa capacità di dialogo, una serietà nell’affrontare il merito delle questioni. Credo che il prossimo consiglio comunale possa fare affidamento su alcune persone di centrodestra assolutamente valide, con le quali ho iniziato già un rapporto di collaborazione. Mi auguro pertanto siano elette.
Prima di candidarsi, come valutava lo spettacolo che offre la politica locale e nazionale?
Non lo vedevo particolarmente bene, uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a rete, come prima dicevo, è stata proprio la delusione che la politica seguita da spettatore mi ha provocato. L’impressione è che si sia più preoccupati di commentare qualsiasi cosa, anche solo con un tweet, invece che entrare nei temi, facendosi magari aiutare anche da chi nella società civile li vive e li affronta tutti i giorni. Da idealista quale sono mi auguro che si possa davvero collaborare nel futuro consiglio comunale in maniera trasversale, non solo fra i vari partiti del centrodestra ma anche con il centrosinistra. A prescindere da quale sarà l’esito delle elezioni. La sinistra non mi suscita grande fiducia in questo senso perché storicamente non ha dimostrato di volere condividere il potere non solo con i buoni suggerimenti che potrebbero venire dal centrodestra ma addirittura dai suoi stessi civici, che spesso sono stati utilizzati in fase elettorale e poi scaricati in fase amministrativa. Però la mia speranza è sulla possibilità di dialogo e quindi mi impegnerò su questo.
Una scommessa davvero ardua, vista la rissosità della politica e, a livello locale, le contrapposizioni a prescindere, l’incapacità di condividere un passo con chi è diverso….
Mi auguro di avere risposte positive. Se così non dovesse essere, vorrà dire che assumeremo posizioni più intransigenti e ce ne faremo una ragione. Io comunque rimango uno che non ama gridare e contrapporsi a prescindere.
Cosa dice a quanti chiede il voto di preferenza?
Racconto semplicemente di me, del mio essere padre, professionista e impegnato nel sociale. Racconto della serietà del lavoro svolto finora e della squadra che mi ha accompagnato, elemento irrinunciabile per una politica attenta e non ideologica.