Gennaro “Ringhio” Gattuso, la sua grinta per i ragazzi del campus di Rimini
Gennaro Gattuso, campione del Milan e della nazionale italiana vittoriosa a Berlino nei mondiali del 2006, si è incontrato ieri presso l’aula magna “Federico Fellini” del Palazzo UniRimini con gli studenti del corso di laurea magistrale in Management delle attività motorie dell’Alma Mater di Bologna (campus di Rimini). Una lezione dal campione del mondo per confrontarsi sul presente e sul futuro delle professioni sportive e sulle caratteristiche che deve avere un laureato oggi, per avere successo in un campo in grande sviluppo e che ha bisogno di specialisti ben formati su molteplici discipline. Un’occasione per parlare anche di calcio a 360°, partendo dal Milan per arrivare alla formazione azzurra passando dalle difficoltà del pallone tricolore. Il codice di Gattuso è semplice, è la teoria del farsi un mazzo tanto, caposaldo del suo carattere e della sua carriera e per capire da dove arrivi quella grinta che gli è riconosciuta in tutto il mondo del pallone, con quel soprannome “Ringhio” che dice tutto, basta ascoltare le prime parole davanti alla platea dell’aula magna. “Ero già arrabbiato al provino, da Corigliano Calabro avevo percorso 700 chilometri per arrivare a Bologna e dopo cinque minuti mi sentii dire “a posto basta così”, non avevo capito che il provino era andato bene e cominciai a riempire d’insulti tutti”. Quella volontà, quella determinazione, quell’orgoglio ha poi trasformato Gattuso nella rivincita di quei giocatori che prima erano considerati di seconda fascia, i Colombo, i Furino gli Oriali erano roba di nicchia, da calciofili esperti, riflussi di notorietà della squadra che con Ringhio hanno trovato dignità: Gattuso è la vittoria dell’orgoglio umile, la certificazione che con il lavoro e il sudore si può arrivare lontano. Forse è questo il messaggio per i ragazzi che dovranno poi confrontarsi con il mondo al di fuori delle aule e Gattuso lo sottolinea: “Studiare è importante perché avere le nozioni giuste, aiuta sicuramente a confrontarsi con i problemi e con le difficoltà della vita lavorativa, però questo è un passaggio, i ragazzi devono sapere che poi fuori c’è una giungla e sarà solo l’esperienza sul campo a fare la differenza. Dopo tanti anni calcio – prosegue Gattuso - ho cominciato una nuova carriera da allenatore nel mondo del pallone ma tutto adesso è diverso perché spiegare ai giocatori cosa si vuole fare, richiede un approccio completamente nuovo rispetto a quando ero in campo, è necessario trovare la chiave giusta anche perché il mondo oggi viaggia a velocità doppia e bisogna sapersi sintonizzare nel modo giusto. Devo ricominciare tutto da capo con la passione, la volontà e l’umiltà di rimettermi in gioco ed è questo che dovranno fare i ragazzi al termine del percorso di studio”. Gattuso passa poi dal Milan (“dopo tanti anni di successi ci sta un periodo di appannamento ma sono convinto che i rossoneri torneranno al ruolo che compete loro”), raccontando anche un gustoso aneddoto: “Mia moglie qualche giorno fa mi ha rimproverato perché parlando del Milan, ho detto che Galliani non può essere messo in discussione da Barbara Berlusconi, l’ha messa come se avessi detto che lei in quanto donna non capisce niente di calcio: non è così, ho solo sostenuto che Galliani per venticinque anni ha tenuto il Milan ai vertici”. Questa estate si giocheranno i mondiali e Ringhio si sposta sulla nazionale: “Cesare Prandelli ha avuto il merito di cambiare la mentalità della squadra, mettendo in campo una formazione sempre propositiva. In Brasile non siamo i favoriti ma è meglio così perché noi veniamo sempre fuori quando le cose non vanno bene”. Mai mollare anche quando le cose sono difficili, il messaggio di Gattuso è sempre quello, poi volontà, umiltà e determinazione e lui partito da bambino da Corigliano Calabro per mettersi in gioco, sembra lì per dimostrare che volendo si può tutto.
Francesco Pancari