Cagnoni per noblesse nasconde, Gnassi per farsi bello spiffera
Eravamo ancora a chiederci quale fosse la soluzione misteriosa e miracolosa che il presidente di Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni, avesse in mente per risolvere i problemi dell’indebitamento per il Palacongressi ed evitare così la privatizzazione, vista come una sorta di svendita di fine stagione. Eravamo ancora ad interrogarci, ed ecco che il sindaco Andrea Gnassi, di ritorno dalla via Emilia dopo aver reso visita al collega di Bologna, distribuisce urbi et orbi la sua razione quotidiana di dichiarazioni. E cosa dice? Dice che la Regione deve scucire qualche decina di milioni per ricapitalizzare le fiere di Bologna e di Rimini. Urca! Altrimenti? Altrimenti, dice il sindaco, dovremo per forza trovare questo benedetto partner privato. Gnassi ovviamente non dice che questa del denaro fresco proveniente dalla Regione sia la soluzione misteriosa ventilata e non rivelata da Cagnoni. Ma la sua dichiarazione pare proprio una “voce dal sen fuggita” con l’intento di farla fuggire. Il sindaco, che in precedenti uscite sulla Fiera ha usato i tradizionali argomenti di Cagnoni, è stato l’unico finora a mettere sul piatto della bilancia questo tema della ricapitalizzazione. Gli altri si sono sempre limitati a parlare di “alleanze” con Bologna. Cagnoni nella conferenza stampa di mercoledì scorso, en passant, ha voluto sottolineare che non è vero che tutti i soci pubblici sono per la privatizzazione. La Regione non si è mai espressa in tal senso.
Insomma, molti indizi suggeriscono che fra Cagnoni e Gnassi si ragioni in questo modo. Se così fosse, sul tappeto restano tante domande. Questa ricapitalizzazione della quota regionale sarebbe un modo per rendere più solidi i conti e quindi vendere meglio ad un partner privato o, come lasciano intendere le dichiarazioni di Gnassi, è invece un’alternativa alla privatizzazione che Cagnoni non vuole? Chi può oggi rispondere a questa richiesta di ricapitalizzazione? Non certo la giunta regionale attuale. Bisognerà quindi aspettare che ci siano le elezioni e ci sia un presidente con pieni poteri e che questo presidente sia d’accordo a scucire qualche decina di milioni. Mettiamo pure che lui personalmente sia disposto a tanta generosità, ma sono in linea con tale scelta le compatibilità di bilancio, il quadro finanziario e quello politico? Siamo certi che questi sono i tempi in cui la Regione, che dovrebbe fare leggi e regolamenti, debba trasformarsi in imprenditore? Ancora più radicalmente: che vantaggi può trarre Rimini da questa alleanza con Bologna, visto che la Fiera del capoluogo non ha debiti ma ha evidenti problemi di gestione?
La voce fuggita dal sen di Gnassi lascia aperte tutte queste domande. Un dubbio invece lo toglie definitivamente: la delibera approvata dalla Provincia e che presto arriverà anche in consiglio comunale è solo una formalità per ottenere tempo dalle banche. Ad una vera e seria privatizzazione nessuno ci pensa.