Dreamini sul Trc: Agenzia Mobilità non ha le risorse e i bus hanno fatto fiasco ovunque
Il Trc? Bisogna sospendere subito i lavori e riformulare il piano finanziario, perché al momento l’opera non è tutta finanziata e c’è il rischio che si profili per Agenzia Mobilità una responsabilità erariale per carenza di risorse. Inoltre i mezzi che dovranno coprire il tragitto Rimini-Riccione hanno dato cattiva prova dove sono stati utilizzati.
Dreamini, l’associazione che nell’estate scorsa ha pubblicato il famoso Libro Bianco sul Palacongressi, adesso scende in campo per mettere in luce le notevoli ombre che gravano sul progetto di Trasporto Rapido Costiero. Lo farà questa sera martedì 18 novembre con un’assemblea alla Sala Marvelli con la partecipazione dell’ex assessore Mario Ferri e dell’ingegner Antonio Alei, esperto di trasporto pubblico locale. I contenuti sono sttai anticipati in una conferenza stampa tenuta sempre da Feri e Alei.
Sul Trc si manifesta – sottolinea Ferri – un gigantesco conflitto di interesse. Agenzia Mobilità, che è il soggetto regolatore e di programmazione, è anche l’imprenditore che realizza il progetto. Caso unico al mondo, rimarca l’ex assessore. La prima cosa da fare è procedere alla separazione delle due funzioni attualmente esercitate da AM.
Se poi si esamina la compatibilità economica dell’opera, sulla base del business plan, sorgono molteplici dubbi. Si prevedono passeggeri da 3,9 milioni a 5 milioni di passeggeri all’anno, con un contributo regionale , tutto da dimostrare viste le attuali normative, di 1,75 euro a km. Fin dal primo anno il Trc dovrebbe conseguire MOl e utili di esercizio. Previsioni che, secondo Ferri, appaiono ottimistiche ed aleatorie.
Se si passa ad esaminare il piano finanziario, la situazione appare già a rischio. L’opera è finanziata con contributi dello Stato, della Regione, degli enti locali e della stessa Am. Ed è sul contributo di AM che si appuntano le riserve. L’impegno di Am è di 13 milioni ricavabili dalla vendita della sede di via Carlo Alberto Dalla Chiesa, valutata prudenzialmente per 5,5 milioni, e da un mutuo di 12 milioni. L’asta per la vendita è andata deserta per due volte ed il valore è già sceso a 3,5 milioni che se incassati adesso andranno comunque a pagare il debito con Start Romagna, la società che gestisce il trasporto pubblico locale. Del mutuo di 12 milioni non si ha notizia che sia stato chiesto.
La situazione di criticità finanziaria di AM è esposta dal consiglio d’amministrazione e dal collegio sindacale fin dal 2011 ed è tale da creare difficoltà anche alla manutenzione ordinaria dei mezzi. In questo quadro al direzione generale (ben remunerata, sottolinea Ferri) insiste per la rapida realizzazione dell’opera. Sembra di assistere – sottolinea Ferri – ad una replica del caso Aeradria, che ha portato al crack della società.
Se il motore del Trc va avanti in questo modo prima o poi dovrà arrestarsi per mancanza di combustibile, cioè di risorse finanziarie. Si arriva così al seguente paradosso: Am pretende dal Comune di Riccione consistenti penalità in caso di rinuncia all’opera, ma sussisterebbe la responsabilità erariale diAM in caso di sospensione dei lavori per carenza di risorse. Di qui la proposta di uno stop in attesa di riformulare un piano finanziario adeguato.
È toccato all’ingegner Antonio Alei mettere in evidenza come i veicoli di tipo Phileas acquistati da Agenzia Mobilità si siano rivelati un fiasco ovunque siano stati sperimentati. Si tratta di mezzi basati sulla guida automatica che utilizzano magneti fissati a terra. Introdotti nel 2004 a Eindhoven, dopo tre anni quattro degli otto veicoli sono stati eliminati e sostituiti da quattro normali bus articolati. Motivo: inaffidabili e potenzialmente pericolosi per i pedoni (i bus non si fermavano quando attraversavano). Negativa anche l’esperienza di Douai, in Francia. A partire dal prossimo 1 gennaio i Phileas saranno mandati in pensione e sostituiti da altri autobus perché si guastavano continuamente e la guida automatica risultava inaffidabile. Finita la garanzia, la città doveva acquistare i pezzi di ricambio, con grave dispendio di risorse. Ragione per cui – avverte l’ingegner Alei – è bene guardare con le lenti al contratto di acquisto, per non ritrovarsi nella stessa situazione. Ma anche a Istambul le cose non sono andate bene e nemmeno a Pescara. Insomma una scelta tecnologica che appare fallimentare, nonostante sul sito del Comune di Riccione ci sia ancora un documento che loda questa scelta portando le città citate come esempio positivo.
Alei esprime anche i suoi dubbi sulla scelta di far correre il Trc paralelamente alla ferrovia: una barriera che divide la città sarà ulteriormente rafforzata ed il Trc servirà coloro che abitanoa monte della ferrovia, non certo quelli della zona turistica.
Ma ha un senso agitare queste questione, quando la realizzazione del Trc è già cominciata? “Noi siamo un’associazione culturale – risponde il presidente di Dreamini, Bruno Sacchini – e mettiamo in evidenza dati incontrovertibili su cui finora si è taciuto. Spetta alle forze politiche assumersi le loro responsabilità”.