Rimini, crisi dell'edilizia: e se facessimo come a Reggio Emilia?
Il mattone non solo è il motore dell’economia privata, grazie alla filiera di imprese e artigiani che la costruzione di un edificio riesce ad attivare. Da sempre il mattone è anche un formidabile carburante per la macchina comunale che nel pagamento degli oneri di urbanizzazione trova una forma di finanziamento. Con il blocco dell’edilizia, al contrario, ci rimettono tutti: i cittadini che non possono costruire, le imprese che non lavorano, il Comune che non incassa.
Premessa doverosa per capire al meglio la piccola grande rivoluzione attuata da un Comune della nostra regione per rimettere in moto l’edilizia. Sì, perché a Rimini discutiamo, polemizziamo, confermiamo di essere una città ad intensa attività labiale, mentre da altre parti, non molto lontane, in città con amministrazioni dello stesso colore politico della nostra, si rivelano più pragmatici, più inclini a rimboccarsi le mani e risolvere i problemi concreti.
Da noi tutto diventa un dibattito sul piano strategico che si è arenato, sul Psc e sul Rue che non arrivano mai in porto, sul masterplan che non produce niente di nuovo; oppure ci si pavoneggia per avere, in tempi di crisi dell’edilizia mai vista prima, posto finalmente un freno alla speculazione edilizia e alla dittatura del mattone. Come ebbe a dire una volta il saggio Sergio Zavoli a proposito di un altro inconcludente dibattito, tutto finisce in giornalismo.
Invece bastava imboccare l’autostrada e uscire al casello di Reggio Emilia per trovare un Comune che fin dal 2010 ha approvato un pacchetto di norme per rimettere in moto l’edilizia favorendo il recupero degli edifici nel centro storico. Le norme si sono rivelate così valide che all’inizio dello scorso anno sono state confermare per tutto il 2014 ed anche per il 2015.
Cosa si sono inventati a Reggio Emilia, che non è certo un Comune governato da reazionari e palazzinari?
Hanno deciso di applicare una riduzione del 10% degli oneri di urbanizzazione primaria dovuti al Comune da coloro che realizzano interventi di recupero su immobili collocati in centro storico, nella città storica, nei nuclei storici delle frazioni e negli ambiti di riqualificazione urbana. La riduzione si applica anche alle ristrutturazioni dei fabbricati con funzione residenziale esistenti in altre zone. Sempre per questa tipologia di interventi viene applicata una riduzione del 30% degli oneri di urbanizzazione secondaria per il recupero di immobili ubicati nel centro storico, nella città storica, nei nuclei storici delle frazioni e negli ambiti di riqualificazione urbana. La riduzione è del 20% per la ristrutturazione dei fabbricati esistenti in altre zone, con funzione residenziale. È stato inoltre ridotto di oltre i due terzi il valore da corrispondere a titolo di monetizzazione dei parcheggi di uso pubblico attualmente richiesto.
Ciò che deve essere pagato (oneri di urbanizzazione, monetizzazione verde e parcheggi) può essere rateizzato e la prima rata può essere pagata 120 giorno dopo la comunicazione di rilascio del permesso di costruire.
Si possono rateizzare anche le sanzioni amministrative; non si incrementano i costi in caso di rinnovo del titolo abilitativo, è stato eliminato il requisito del pagamento integrale del contributo di costruzione ai fini del rilascio del certificato di conformità edilizia ed agibilità parziale. Più agevoli anche le modalità di presentazione e di svincolo delle fideiussioni.
È stata confermata la riduzione del 30% del Canone per l'occupazione di spazi e aree pubblici (Cosap) per cantieri edili finalizzati a ristrutturazioni di immobili (con o senza ampliamento) in tutto il territorio comunale.
Le misure adottate dal Comune di Reggio Emilia forse hanno anche qualche difetto e forse, se applicate a Rimini, avrebbero bisogno di essere adattate alla nostra specifica situazione. Ma non è questo il punto.
Meritano di essere segnalate perché sono espressione di un approccio concreto alla crisi, di attenzione ai problemi delle famiglie e alle esigenze delle imprese, rivelano un rapporto empatico, e non soverchiante, fra pubblica amministrazione e cittadini.
Il presidente della Camera di Commercio Fabrizio Moretti ha presentato al Comune di Rimini il progetto di una rete di imprese finalizzata alla ristrutturazione edilizia e alla riqualificazione urbana. Se alle banche chiede finanziamenti agevolati, al Comune si rivolge per aver facilitazioni normative.
L’esempio di Reggio Emilia appare imitabile. L’amministrazione di quella città, nel presentare il rinnovo delle norme anche per il biennio 2014-2015, ha dichiarato di essere consapevole che l’operazione comporterà una diminuzione delle entrate nelle casse comunali rispetto a quelli che sarebbero stati gli introiti in una situazione di normalità. Mancate entrate che però possono essere in buona parte compensate dall’aumento degli interventi edilizi sul patrimonio esistente innescati dagli incentivi stessi.
Se è vero, come ha osservato il sindaco di Rimini Andrea Gnassi che molti cittadini non ritirano le licenze perché gli interventi programmati si rivelano troppo costosi e non più compatibili economicamente, una riduzione dei costi di competenza comunale potrebbe indurli a riprendere in mano i progetti.
È una strada, è un esempio. Se qualcuno ha idee migliori, si faccia avanti. Ma non ci si limiti a constatare l’esistente o a scivolare nelle solite polemiche.