Riccione, un anno di sindaco Tosi. Sostenere l’iniziativa dei cittadini
Il 9 giugno di un anno fa Renata Tosi, candidata della coalizione di centrodestra, è stata ufficialmente proclamata sindaco di Riccione, sulla scorta di un risultato elettorale che, con grande sorpresa di molti, l’ha vista battere il candidato del Pd, Fabio Ubaldi.
Entrando finalmente nella stanza dei bottoni, li ha trovati? E li ha usati?
“I bottoni li ho trovati e li ho anche usati. Ho verificato direttamente che se si vuole si può decidere e cambiare la città. Non nascondo che ci sia qualche difficoltà e qualche ruggine da rimuovere. Tuttavia mi sono chiari i meccanismi che bisogna mettere in moto. Devo dire che è stato anche un anno che è passato molto in fretta…”
Un sindaco di colore diverso dopo 70 di egemonia di sinistra avrà trovato difficoltà, soprattutto nella macchina comunale…
“Al di là di questo o quel colore politico, il cambiamento è necessario. Incontro ancora qualche rigidità, ma non mi scoraggio e vado avanti. Ci siamo detti: se superiamo il primo anno, poi non ci ferma nessuno. E anche la macchina comunale ci verrà dietro quando vede che la città ci segue”.
Quali sono le rigidità che ha incontrato?
“Quando mi rispondono: abbiamo sempre fatto così. Ecco questa è una frase che non voglio più sentir ripetere. Ai funzionari comunali chiedo di resettare il passato e di presentarmi il quadro delle situazioni indicando le possibili soluzioni. In certi casi è possibile che si continui a fare come prima, ma non deve essere scontato. Chiedo a tutti di essere senza pregiudizi e senza preconcetti. Poi io mi assumo la responsabilità di prendere le decisioni. Faccio un esempio: stiamo cercando di dare una sistemazione urbanistica diversa a quel pezzo di città che va dal Palazzo del Turismo al lungomare. Vogliamo che non ci siano barriere ma siano collegati, in modo da valorizzare anche il Palazzo del Turismo come quinta di eventi. Ebbene molti spazi pubblici sono in concessione a privati i cui contratti sono sempre stati rinnovati di anno in anno senza mai rivedere nulla. Ho chiesto invece che ogni situazione sia messa in discussione in vista dell’obiettivo fissato”.
Cosa di questo anno la rende più orgogliosa?
“La cosa che mi piace di più è passeggiare per Riccione, incontrare i cittadini, ascoltare le loro esigenze ed avere da loro un riscontro diretto su ciò che fa l’amministrazione. A me sembra importante che la città possa avere un punto di riferimento anche fisico. Anche quando ci sono gli eventi, non me li faccio raccontare, vado di persona. Agli operatori economici dico sempre che io sono qui per risolvere i loro problemi burocratici, mentre loro devo stare concentrati sul lavoro e sul produrre ricchezza per la città. Incontrandoli per la questione dell’occupazione suolo pubblico li ho invitati ad essere precisi. Invece che pagare un vigile che vada in giro con il metro a misurare gli spazi, quel vigile voglio usarlo per ciò che più serve a loro, la sicurezza e l’ordine pubblico. Con i cittadini le cose le affronto direttamente e sempre ci metto la faccia, non mi nascondo dietro ai dirigenti”.
Per il Pd lei è ancora un fastidioso incidente di percorso da archiviare al più presto?
“No, non penso mi considerino ancora un incidente di percorso. Ritengo abbiano capito che non siamo qui a caso. Siamo seri e responsabili, siamo qui per fare cose nuove. In questo anno mi sono accorta quante occasioni sono state perse nel passato. Molte cose le faccio perché ascolto e accolgo chi me le propone”.
Allude agli eventi di Natale e di Pasqua?
“Non solo. Penso che il mio compito sia quello di sostenere ciò che nasce per iniziativa dei cittadini, come è stato nel caso recente del Riccione Day. Devono essere liberate le energie creative della città, noi in Comune pensiamo a risolvere gli intralci burocratici e a garantire la comunicazione. Noi siamo i facilitatori”.
E veniamo alla madre di tutte le questioni: il Trc. Non è ora di dichiarare chiusa la guerra visto che i ricorsi hanno avuto tutti esito negativo?
“Sì, ma c’è la politica. A cosa serve fare politica se non si crede alla possibilità di un cambiamento? I giudici hanno detto che il Comune di Riccione da solo non può cambiare il progetto. Da solo. Ma se Rimini e la Regione ci stanno… Solo uno stolto non cambia mai idea. Qui siamo di fronte ad un progetto vecchio di vent’anni. Non è il momento di dargli una giusta e necessaria attualizzazione?”.
Intanto assistiamo al quotidiano ping pong fra il Comune di Riccione e Agenzia Mobilità. Come se ne esce?
“Ad oggi io non so quali mezzi saranno usati nel percorso, quali caratteristiche avranno. Io scrivo, faccio domande, e loro nemmeno mi rispondono. Questo la dice lunga su come stanno i rapporti. Credo siano viziati dalla ruggine di qualche persona. Riccione ha bisogno di entrare da protagonista in questo progetto. Non possiamo ricevere solo lettere di minacce. Non possiamo accettare che qualcuno telefoni direttamente ai cittadini dicendo che i problemi non sono tecnici ma solo politici. È vero, sono politici, coinvolgono le scelte di una città. Però mi devono spiegare come è possibile che per fare un ponte si prendano 180 giorni quando vediamo che nelle autostrade li montano in una notte. Comunque alla fine credo che saranno i numeri a decidere”.
Che vuole dire?
“Se la politica non sarà in grado di rivedere certe decisioni sbagliate, alla fine sarà costretta ad intervenire la Procura della Repubblica. Ed è un male perché la Procura dovrebbe pensare ad altre cose. Però quando non si ragiona, quando non si vogliono mettere in discussione certe scelte, un epilogo come Aeradria è quasi inevitabile. Purtroppo”.
Una previsione grave la sua. Ma non sarebbe ora che lei li sfidasse a realizzarlo questo Trc, se sono in grado?
“Lo realizzino pure, ma rispettando Riccione, rispettando il suo territorio. Quantomeno non si faccia il muro, che è una ferita grave nel cuore della città. Abbiamo chiesto che il cantiere rispetti le esigenze turistiche della città. Niente. E intanto non si vede un operaio al lavoro. Non hanno i soldi, i nodi di un progetto vecchio stanno venendo al pettine, e intanto a pagare è la città di Riccione. Questo non è accettabile. Capisco che un accordo con Riccione per loro significherebbe legittimare quello che lei ha chiamato incidente di percorso. Ma io sono disposta anche a mettermi in un angolo, purchè loro prendano l’iniziativa di cambiare il progetto”.
Non le pare di essere un po’ spigolosa, rispetto al suo collega di Bellaria, Enzo Ceccarelli, che non è continuamente sulle barricate?
“Senza nulla togliere a Ceccarelli e a Bellaria, Riccione nella provincia ha un peso diverso. Su certe cose non possiamo transigere. Purtroppo molte volte sento la necessità di alzare la voce per farmi ascoltare. Quando ho perso ed ero all’opposizione, io ho rispettato il voto dei cittadini. Adesso loro facciano lo stesso”.
Su cosa sta lavorando la sua giunta?
“Abbiamo tre grandi obiettivi. Due sono di tipo urbanistico, il nuovo piano spiaggia ed il Rue. La parola d’ordine per entrambi è semplificare e liberare energie. C’è un tavolo di lavoro fra funzionari dell’amministrazione e tecnici privati che sta mettendo a punto le proposte, ascoltando le esigenze della città. Poi sarà la politica a fare le sue scelte e ad assumersi le responsabilità. Il terzo obiettivo riguarda il rilancio turistico di Riccione. Vogliamo dare stabilità ai rapporti e alle collaborazioni che in questo anno hanno contribuito ad accendere i riflettori su Riccione”.