Parco del Mare: primi fuochi d'artificio e maggioranza in affanno
Il primo impatto del Parco del Mare in commissione ha provocato i fuochi di artificio ed ha visto la maggioranza ancora una volta in affanno nel compito di assicurare il sostegno alle proposte del sindaco e della giunta.
I primi fuochi di artificio ci sono stati ad inizio seduta quando da parte di esponenti della minoranza (Renzi, Mauro)si è osservato che un argomento così importante non si porta in consiglio in piena estate e con una sola seduta che dovrebbe esaurire dibattito e votazione. Franchini, dei 5 Stelle, ha lamentato l’assenza del sindaco al dibattito su quello che viene presentato come il progetto qualificante della sua amministrazione. Da parte della maggioranza si risponde che dell’argomento si è già discusso parecchio, che ci sono stati ben nove incontri con gli operatori. Si va ai voti sulla proposta di Mauro (oggi solo discussione e invio del voto ad altra data) ed il risultato è di parità, 6 voti a favori, 6 contrari e 1 astenuto (Galvani). Votazione quindi senza nessun effetto. Si passa alla votazione sulla proposta Renzi (rinvio a settembre) e in questo caso grazie al voto di qualcuno della minoranza, la proposta viene bocciata.
Ma le polemiche non sono finite. Mentre la dirigente Dal Piaz sta terminando la presentazione del progetto, riprende la parola Franchini per lamentare che la documentazione offerta è incompleta e non consente una precisa valutazione. Sotto tiro è in particolare la planimetria, in pdf, bianco e nero, in cui non si capiva nulla di quale fossero le aree interessate al progetto. Anche in questo caso forti scontri verbali fra maggioranza e minoranza, con il consigliere Ravaglioli che, da parte sua, osserva che, guardando ai contenuti della delibera, si sta discutendo dell’aria fritta: in fin dei conti si fa un concorso di idee dopo quattro anni che si parla del Parco del Mare.
Al termine delle presentazioni, verso mezzogiorno, è stato il capogruppo Pd Morolli a chiedere il rinvio della discussione a lunedì (il Pd in precedenza aveva votato contro).
I particolari del Parco del Mare
Le presentazioni hanno permesso di chiarire alcuni particolari rilevanti. Innanzitutto l’area interessata nella zona sud è quella che va dal Grand Hotel a Miramare. Il triangolo dal porto canale al Grand Hotel per il momento è escluso perché ancora non sono definiti i rapporti con il demanio. Così come è esclusa tutta la zona di fronte all’ex colonia Murri perché lì sono ancora in vigore i vecchi accordi di programma bloccati dal fallimento dell’impresa.
Un aspetto rilevante del Parco del Mare è la possibilità per i bagnini di spostare sul lungomare dal 20 al 50 per cento delle volumetrie esistenti sulla spiaggia, per realizzare ristoranti, bar, locali. Fermo restando che sull’arenile devono rimanervi comunque tutti i servizi relativi alla balneazione. Precisazione importante dell’assessore Roberto Biagini: è una possibilità, non un diritto, l’amministrazione potrebbe anche scegliere un progetto presentato da altri soggetti, non necessariamente quello del bagnino della zona.
Il progetto del Parco del Mare prevede un indice di edificazione che orientativamente sarà inferiore allo 0,08 per cento, con possibili discreti incrementi in alcuni tratti. Se mancheranno superfici trasferite dall’arenile, l’amministrazione potrà utilizzare la quota non utilizzata per nuove superfici con un indice dello 0,12.
Le aree pubbliche messe a disposizione dal Comune vengono date in diritto di superficie per 50 anni (lungomare) e per 90 anni (parcheggi sotterranei). Chi realizzerà l’intervento dovrà pagare i conseguenti diritti e un superstandard finanziario; non sono invece previsti standard aggiuntivi.
Il Parco del Mare cambierà la viabilità della zona: parcheggi sotterranei e circolazione a doppio senso sui viali delle Regine (dalla minoranza si è osservato che il doppio senso non è possibile con la permanenza del filobus, ed il progetto del Trc prevede che rimanga). All’interno del Parco resterà comunque una corsia per i rifornimenti e i mezzi di soccorso.
Con quali soldi? Il Comune presenterà domanda per accedere ai fondi europei Fesr, in particolare quelli della linea 5 (riqualificazione ambientale) e quelli della linea 6 (rafforzamento dell’identità delle aree urbane). La dirigente Dal Piaz ha precisato che esiste anche una linea di finanziamento per i privati.
La delibera che il consiglio comunale sarà chiamato ad approvare è una delibera di indirizzo che fissa i principi generali. Sulla base di questa, gli uffici comunali dovranno emettere i bandi pubblici per sollecitare le “manifestazioni di interesse” da parte degli operatori. Al convegno al Palacongressi del maggio scorso era stato detto che i bandi sarebbero stati pubblicati entro giugno. La macchina è quindi in ritardo. Lo stesso presidente del Piano Strategico, Maurizio Ermeti, ha spiegato l’urgenza dell’approvazione immediata per consentire che i primi lavori possano partire dopo l’estate del 2016.
La realizzabilità del progetto è quindi tutta legata all’interesse che gli operatori manifesteranno. È questa la ragione per cui in piena estate Comune e Piano Strategico hanno incontrato gli operatori delle singole zone. A detta di Ermeti i bagnini hanno detto che si presenteranno, salvo poi verificare in corso d’opera la convenienza, alla luce delle notizie certe che arriveranno sull’applicazione della Bolkestein. Se non tutti saranno interessati, si procederà con chi ci sta, sperando che con il tempo prevalga l’effetto imitazione.
La versione di Gnassi
Criticato dalla minoranza per la sua assenza in commissione, il sindaco Andrea Gnassi si è fatto vivo nel pomeriggio convocando i giornalisti per una conferenza stampa. La visione: liberiamo da asfalto, cemento e macchine e al posto mettiamo servizi legati al benessere. L’obiettivo è riconquistare la clientela internazionale, perché la Romagna ha perso 2,5 milioni di presenze estere. Il Comune non cala la sua idea ma chiama i privati a presentare i progetti, in un rapporto di reciprocità e coinvolgimento.
I tempi: entro il 31 agosto ci sarà auspicabilmente l’avviso pubblico. Tempo sessanta giorni e a fine ottobre ci saranno le proposte. Altri sessanta giorni per valutare le proposte e scegliere quelle conformi allo spirito del progetto. Poi scatta la fase degli accordi di programma e delle varianti urbanistiche necessarie. Secondo Gnassi a primavera dovrebbero partire i primi cantieri, ma Ermeti in commissione aveva parlato di dopo l’estate del 2016. (Se c'è bisogno di varianti urbanistiche - come ha detto la Dal Piaz - i tempi siallungano necessariamente).
Otto gli stralci immaginati: parco Fellini - piazza Kennedy, Kennedy - Tripoli, Tripoli Pascoli, Pascoli Galoppatoio, Galoppatoio piazzale Gondar, Rivazzurra Marebello, lungomare Spadazzi, Miramare Colonia Novarese.
Tutta un’altra cosa – sottolinea infine Gnassi – rispetto ai progetti delle archistar: il verde passa dall’attuale 49.700 metri quadrati a oltre 150mila metri quadri.
Il controcanto dei 5Stelle
“Non è accettabile – scrivono i consiglieri Franchini e Tamburini - che il tassello più strategico della nostra Città possa essere licenziato in fretta e furia sacrificando l'ascolto in sede istituzionale di tutte le categorie coinvolte. E’ sotto gli occhi di tutti la vera motivazione di tanta fretta del Primo Cittadino: la campagna elettorale è iniziata e serve un nuovo Rendering, mentre, nella realtà dei fatti, il Sindaco Gnassi sulla vicenda lungomare è in clamoroso ritardo.
Ma non è tutto. Nella convocazione (che notoriamente deve contenere tutti i documenti necessari per esprimere il voto) i consiglieri hanno trovato quale elaborato cartografico del Progetto faraonico uno striminzito foglio A4 con una striscia nera disegnata sopra. Così questa Amministrazione presenta ai rappresentanti della cittadinanza le sue intenzioni.
Il progetto di riqualificazione è affidato all’esborso totale delle categorie, le quali si dovrebbero esporre finanziariamente con rilevanti quote in un momento delicatissimo in cui regna ancora incertezza: l’incognita Bolkestein.
La fattibilità finanziaria dell’operazione è solida come quella del Palas, del TRC e di Aeradria.
Sorge inoltre un dubbio: qualcuno potrebbe anche manifestare l’interesse e accettare. Ma se lo facessero solo alcuni cosa accadrebbe? Un lungomare a macchia di leopardo?”.