Rimini | Marcello lascia Ncd
Il consigliere comunale Nicola Marcello lascia il Nuovo centrodestra, partito a cui ha aderito poco meno di due anni fa. La motivazione sta nell’ambiguità del partito che a livello nazionale governa con il Pd e a livello locale gli si oppone.
“Pur non essendo candidato mi sono impegnato con dedizione e tenacia nelle fila del Nuovo Centro alle Comunali ed Europee del 2014 ed alle ultime Regionali in cui la scelta di correre in solitudine la dice lunga sull’isolamento e sulla fine del progetto del Nuovo Centro Destra che non può essere a Roma alleata del PD e sul territorio contro di essa”, spiega Marcello.
“I nostri temi, i nostri obiettivi in primis la riduzione della pressione fiscale, lo sviluppo delle imprese a sostegno del lavoro e come antidoto alla disoccupazione giovanile erano e rimangono distanti e distinti da quelli del Pd locale e nazionale. Non parliamo di tematiche etiche e morali in cui siamo stati e saremo sempre agli antipodi”, ricoda Marcello.
“Penso - sottolinea quindi il consigliere comunale - che sia giunto il momento di uscire da questa ‘ambiguità morale’ che lascia nel vuoto elettori, amici, gente comune che incontro quotidianamente e che mi pone problemi reali di lavoro, di inabilità al lavoro ma senza pensione, di mancanza di risorse per tichet, abbonamenti per figli, di alloggio”.
Marcello, che alle scorse amministrative collezionò 1139 preferenze non sa se si ricandiderà, ma sa che non abbandonerà il suo impegno ventennale. “Anzi insieme a degli amici, penso di aprire entro un anno un ‘centro di ascolto civico cittadino’ perché per indole non sono un grillino che parla solo con il web, da ‘vecchio democristiano di sinistra’ quale ero a 18 anni preferisco guadare negli occhi le persone, stringere loro la mano e richiamarle al telefono qualora non ho fatto in tempo a rispondere”.
Dell’attuale amministrazione ricorda come “ruolo di tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione, compresi quello di alcuni assessori, sia veramente marginale e superfluo, poichè il primo cittadino condivide quello che fa o che almeno mediaticamente promette di fare, solo con alcuni amici e ‘consulenti’ vari facendo spesso apprendere il tutto prima dagli organi di informazione e successivamente dai banchi del Consiglio”.