Piacenti: "Gnassi è debole, purchè non lo si attacchi su Aeradria"
“Negli ultimi vent’anni il centrodestra a Rimini non ha mai avuto un’occasione così favorevole per conquistare l’amministrazione comunale”. Gianni Piacenti, storico esponente di Forza Italia e consigliere d’amministrazione della Fiera, ne è convintissimo, a dispetto di ogni opinione corrente.
Allude al fatto che il sindaco Andrea Gnassi arriva alle elezioni con la spada di Damocle del rinvio a giudizio per il caso Aeradria?
“Assolutamente no. Non sono d’accordo con quanti ritengono che questa vicenda spiani la strada al centrodestra. Le vicende di Aeradria sono sotto gli occhi di tutti, i cittadini che guardano le cose con intelligenza capiscono che si tratta di accuse inconsistenti. Attaccandolo su questo, c’è il rischio di farne un martire della Procura, di far diventare il rinvio a giudizio una medaglia in suo onore. Mentre in questo momento Gnassi è debolissimo, è un’anatra zoppa…”
La tesi è singolare: perché mai sarebbe debole?
“È un’anatra zoppa perché non ha nessuna sponda a sinistra. Tutto il mondo che è a sinistra del Pd deve necessariamente presentare propri candidati per poter far vedere che esiste, altrimenti a livello nazionale, con l’Italicum, è completamente tagliato fuori. Quindi questa sinistra non potrà mai allearsi con il Pd per le comunali. Al massimo Gnassi potrà contare su qualche lista inventata da lui, come quella del 2011 dell’ex vigile urbano del Ghetto Turco (si riferisce a Bertino Astolfi, ndr).
Scoperto a sinistra, potrà puntare al centro, alla ricerca di voti moderati.
“Anche qui le cose si sono complicate. Si ricorderà che nel 2009 Vitali vinse alle provinciali perché, caso unico in Regione, l’Udc si era alleata con il Pd. Adesso al contrario succede che una forza centrista dichiari di volersi alleare e il Pd la prenda a schiaffi in faccia. È un fatto che mi diverte molto”.
Allude all’outing di Pizzolante e alla reazione del segretario Pd Magrini?
“Pizzolante segue una strategia politica che a livello nazionale si chiama partito della nazione e che a livello riminese Gambini chiama patto civico. Il punto centrale interessante è che non appena si affaccia questo aiuto centrista il Pd reagisce come una maionese impazzita. Quindi per motivi tattici e interni, Gnassi si indebolisce sempre di più”.
Il deputato Arlotti però si è distinto parlando a proposito di Magrini di “reazione anomala”.
“Beh, anche al loro interno qualcuno comincia a capire. Anche perché con l’Italicum il partito della nazione può aspirare al 40 per cento, invece il Pd da solo non va da nessuna parte”.
Sembra però che Gnassi abbia consenso in città: la gente vede i cantieri aperti e pensa che qualcosa stia facendo.
“Il problema di Gnassi è arrivare al ballottaggio, però bisogna vedere come ci arriva. Secondo me ci arriverà da anatra zoppa, in una posizione di debolezza. Ovunque la sinistra è arrivata al voto in queste condizioni, ha perso. L’esempio vicino a noi è quello di Riccione. Se avrà di fronte una credibile proposta di centrodestra, Gnassi non vincerà”.
Ma esiste il centrodestra?
“Esiste, esiste. Diciamo che deve verificarsi una condizione: un civismo illuminato come quello di Progetto Rimini che esprima un buon candidato sindaco che sia gradito al partito egemone del centrodestra, cioè la Lega. Se ci sarà questo sposalizio e a queste condizioni, Gnassi non ha scampo. È lo schema vincente di Riccione: una lista civica molto rappresentativa di vari mondi politici e associativi che ha espresso il candidato ed ha ottenuto il sostegno di Forza Italia (in quel momento egemone nel centrodestra). Se invece si pensa a tutti i partiti di centrodestra che si alleano fra di loro, decidono il candidato e poi si uniscono a qualche lista civica, magari facendo credere che il candidato l’abbiano scelto loro, non si va da nessuna parte. In quel caso al ballottaggio arrivano i grillini”.
Tornando al tema iniziale: quindi è bene che il possibile rinvio a giudizio di Gnassi & soci non sia l’argomento portante della prossima campagna elettorale?
“Innanzitutto ancora non si sa se ci sarà questo rinvio. Il fatto che siano stati annullati i sequestri di beni degli indagati dovrebbe indurre a maggiore prudenza. Fra l’altro ancora non si conoscono le motivazioni. Il fatto che la Procura sia uscita con la richiesta prima ancora che vengano rese note le motivazioni dei dissequestri, lo vedo come un segno di debolezza. Bisogna capire una cosa. I creditori di Aeradria volevano che l’azienda continuasse, non che fallisse. È stata fatta fallire perché si voleva processare la classe politica. Ma non so quanto sia contento quell’elettorato che riempiva gli alberghi grazie ai russi…L’insistenza sul rinvio a giudizio è funzionale solo alle battaglie interne della sinistra del Pd”.
Lei sostiene questo perché Forza Italia ha partecipato alla gestione consociativa di Aeradria.
“Negli ultimi anni noi eravamo fuori dal consiglio di Aeradria. Certo, dicevamo che l’aeroporto va difeso e sostenuto, vorrei trovare una forza politica locale che affermi il contrario! Da un certo momento in poi l’allora presidente della Provincia Fabbri non ci ha più nominato perché ha preferito un consociativismo con le associazioni di categoria”.
I cittadini però sono indignati: come dar loro torto?
“In Aeradria c’è stato un errore di fondo. Comune e Provincia hanno detto in assemblea che avrebbero partecipato agli aumenti di capitale e quelle poste sono state messe nel bilancio dell’azienda. Chiunque pratica la politica sa che è una cosa che non si può fare, che ci vogliono le delibere e tutto il resto. Una vecchia, cattiva abitudine che peraltro è passata indenne anche dal controllo dei revisori dei conti. Comunque se c’è stato un reato è questo, e tutti sanno che ad aver voce in capitolo in Aeradria era la Provincia, non certo il sindaco Gnassi. Per cui ripeto: attenti a non rianimare Gnassi facendone un martire della Procura”.