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E se qualcuno adesso volesse scaricare Gnassi?

Mercoledì, 03 Febbraio 2016

E se qualcuno adesso volesse scaricare Gnassi?

E dunque, alla prova dei fatti il centrodestra si ritrova senza un candidato sindaco unitario e con il consueto contorno di veleni e di accuse reciproche sulle responsabilità di questa situazione. Peraltro, in casa grillina non è che siano messi meglio, con due liste che si rimettono entrambe al ‘giudizio di dio’ per conoscere la propria sorte e una terza, scismatica ma culturalmente affine, che potrebbe complicargli ulteriormente la via al ballottaggio.

Verrebbe da dire che si tratti proprio di un bel regalo al sindaco Gnassi.

 

Anche perché, se l’implosione del centrodestra era forse più prevedibile, quella dei grillini – a detta di tutti, i veri protagonisti della prossima elezione, di quel ballottaggio già immaginato da molti come una sorta di redde rationem che avrebbe travolto infine il PD – è davvero una sorpresa.

Ancora più colpevole, la frammentazione delle liste di opposizione, perché, questa volta, per una sorta di sentimento comune, chi fosse arrivato al ballottaggio avrebbe probabilmente attratto il voto delle altre opposizioni pur di chiudere un ciclo sentito come particolarmente ‘antipatico’ e oppressivo. Perché è vero che il sindaco Gnassi in questi cinque anni ha radicalizzato, volente o nolente, lo scontro politico. Ma questo è un altro discorso, e lo faremo.

Comunque, invece di approfittarne, e vincesse pure il migliore, ecco che le opposizioni sembrano addirittura consegnare a Gnassi una vittoria al primo turno. Forse.

O almeno, al PD di certo, ma per quanto riguarda il candidato sindaco …

Sì, perché a tutti piace “vincere facile” e, sai mai, tutti quelli che in questi ultimi mesi, nel partito, ‘quello’, si erano chetati, adesso potrebbero essere ingolositi dalle nuove condizioni elettorali.

 

Infatti, se prima il partito era compatto nella scelta di schierare (sotto la pressione della sfida grillina e di un eventuale ricompattamento del centrodestra) il candidato più forte, e più forte nonostante la spada di Damocle della giustizia, ora, chissà; magari può bastare o addirittura essere più utile un candidato, o, ancora meglio, una candidata, che raccolga i voti della base, plachi i malumori e rinnovi una certa ‘simpatia’ attorno al PD persa in questi anni.

Insomma, se la decisione del partito di incoronare Gnassi candidato alle prossime elezioni, certo, non era necessariamente il segno di un’armonia interna al PD, ora, anche l’unanimità che aveva accompagnato quella scelta rischia di diventare opinabile.

 

Il nemico pare modesto, e dunque anche i criteri con cui decidere il prossimo candidato sindaco potrebbero cambiare. Gnassi, l’abbiamo già detto, è candidato forte e potrebbe anche raccogliere voti disgiunti nell’ambito del centrodestra, ma in queste condizioni potrebbero pesare di più la gestione della ‘curia’ del partito o anche la necessità di rinnovare quei legami con il mondo delle imprese o con alcune categorie (che a Rimini contano) che in questi anni non sono stati esattamente la priorità del sindaco Gnassi.

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