Rimini | Trivellazioni in Adriatico, ministero interdice coste riminesi
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha interdetto le trivellazioni di fronte alle coste riminesi. Lo rende noto la Cgil. Il sindacato, infatti, ritiene che “la norma, che vieta la ricerca e l'estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine” sia “un importante risultato che come Cgil, insieme alle altre associazioni e soprattutto grazie all'intervento delle nove Regioni costiere, abbiamo contribuito ad ottenere”. Tuttavia dal sindacato non mollano la presa. “Questo primo successo - precisa il segretario Graziano Urbinati - non deve farci abbassare la guardia perché il problema delle trivellazioni oltre i 22 chilometri rimane invariato”.
Pertanto la Cgil continuerà ad impegnarsi “anche in vista del referendum che è stato dichiarato legittimo tra i 6 quesiti referendari proposti dalle Regioni e relativo alla durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate”.
Assiema a Legambiente e movimento No Triv, la Cgil ha chiesto al governo di accorpare la consultazione popolare e le elezioni amministrative. “A sostenerci nella nostra posizione non sono soltanto motivi di carattere ambientale ma anche economico perché il nostro petrolio non è quello che potrebbe affiorare dalle trivelle, ma l'industria turistica. Un settore che nella provincia di Rimini coinvolge circa 100.000 addetti e conta oltre 5 mila strutture alberghiere, senza citare tutti gli altri esercizi e aziende che ruotano attorno a questa attività”.
Tornando ai referendum, Legambiente oggi ha inoltrato un appello al presidente della giunta regionale Stefano Bonaccini affinché avanzi la richiesta al governo di accorpare in un’unica data il referendum sulle trivellazioni e il primo turno delle elezioni amministrative previste per la prossima primavera. “Fissare date separate - spiegano gli ambientalisti - sarebbe infatti un inutile sperpero di denaro pubblico e un ostacolo alla partecipazione dei cittadini”.